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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2014 alle ore 22:46.
L'ultima modifica è del 26 giugno 2014 alle ore 08:01.

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È questione di giorni, forse di ore. E poi inizierà la prima fase dell'operazione di smaltimento delle armi chimiche di Assad. La Cape Ray, ossia la nave americana che dovrà distruggere le armi chimiche siriane è salpata stamani da Rota, in Spagna, diretta al porto di Gioia Tauro dove avverrà il trasbordo dei container dal cargo Ark Futura. Lo annuncia il Pentagono, aggiungendo che il trasferimento in Italia durerà «diversi giorni».

Quando il trasbordo delle armi chimiche sarà completato, «la Cape Ray lascerà Gioia Tauro per le acque internazionali per cominciare la neutralizzazione degli agenti chimici mediante i "field deployable hydrolysis system" a bordo», spiega in una nota il portavoce del Pentagono, ammiraglio John Kirby, assicurando che «la neutralizzazione sarà condotta in modo sicuro e nel rispetto dell'ambiente. Nessun residuo di questa operazione verrà rilasciato in mare».

«La Cape Ray e i sistemi di idrolisi sono parte del contributo degli Stati Uniti alla missione congiunta Opac-Onu per eliminare il materiale chimico dichiarato dalla Siria. Come ha detto il segretario Hagel - conclude la nota - lavoreremo duro per distruggere questi materiali cosicché non siano mai più una minaccia per il popolo siriano e per gli alleati dell'America nella regione».

Ecco come avverrà lo smaltimento degli agenti tossici
L'estrazione dei materiali pericolosi - precursori chimici usati per produrre una sostanza letale come il Sarin e il gas mostrada, oltre a un quantitativo di gas mostarda già prodotto - sta richiedendo un complesso sforzo internazionale. Sette Paesi stanno attivamente contribuendo alle operazioni: Stati Uniti, Gran Bretagna, Cina, Russia, Danimarca, Finlandia, Norvegia.

L'intero processo di distruzione dell'arsenale di Assad avviene sotto la supervisione dell'Opac - che attraverso attività di fund raising ha raccolto oltre 10 milioni di euro solo per ispezionare i siti siriani - e con il sostegno finanziario di 14 Paesi.

A bordo della Cape Ray due stazioni di smaltimento da 7 milioni di euro
Il cargo americano è lungo 648 piedi e pesa 22mila tonnellate: la Cape Ray è di proprietà dell'amministrazione marittima Usa, ed è dotata di due sistemi di smaltimento attraverso idrolisi (utilizzando reagenti come ipoclorito di sodio, acqua o idrossido di sodio). Si tratta di stazioni mobili per la distruzione delle armi chimiche che valgono circa 3,6 milioni ciascuna. Questo processo di smaltimento potrebbe durare fino a 45 giorni.

C'è da dire che nessuno degli agenti chimici è attualmente montato sulle armi (missili) e questo elimina il processo - molto pericoloso - di separazione tra agenti chimici tossici ed esplosivi che fanno parte della dotazione del missile.

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