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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2014 alle ore 08:33.

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1. CONTENERE IL DEFICIT: LA REGOLA DEL 3%
Il primo vincolo imposto dal Patto di stabilità e crescita, stipulato dai Paesi Ue nel 1997 e implementato nel corso degli anni, è la ben nota regola del 3%: il deficit pubblico non deve cioè superare il 3% del Pil del Paese. In caso di sforamento, scatta la procedura per deficit eccessivo che tuttavia, prima di arrivare a sanzioni vere e proprie, concede allo Stato membro tempo per risanare il bilancio, attraverso un avvertimento preventivo e una raccomandazione da parte della Commissione.

2. DEBITO NON OLTRE IL 60% DEL PIL
Il debito pubblico non dovrebbe superare il 60% del Pil. Su questo punto c'era in passato un atteggiamento meno intransigente; in seguito, in particolare dopo l'introduzione del cosiddetto "Six Pack", la sorveglianza sul debito è diventata più stringente. Oggi chi sfora può essere sottoposto a procedura analoga a quella per deficit eccessivo e gli viene imposta una riduzione annua pari a un ventesimo della differenza tra debito effettivo e 60 per cento.

3. ALLENTARE LE REGOLE: L'EMERGENZA CRESCITA
Furono i francesi, negli anni 90, a insistere per battezzare il patto non solo "di stabilità", ma anche "di crescita". Da più parti però, negli anni, ne è stata sottolineata l'eccessiva rigidità e la necessità di applicare il patto tenendo conto dell'intero ciclo economico e non di un singolo bilancio, visti anche i rischi involutivi derivanti dalla politica degli investimenti troppo limitata che esso comporta. Su questo punto insiste anche l'Italia, prossimo presidente Ue.

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