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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2014 alle ore 06:40.

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LONDRA. Dal nostro corrispondente
Rebekah Brooks se ne va libera, appena scossa da una «visibile emozione». Andy Coulson ascolta la sentenza di colpevolezza senza nemmeno alzare un sopracciglio. Lo scandalo News of The World, il tabloidgate che ha spinto il gruppo Murdoch sull'orlo dell'abisso, si chiude, almeno per ora. E con un colpo di scena. L'anziano Rupert può, infatti, dire "missione compiuta" avendo sempre indicato che la sua priorità era salvare la pelle di Rebekah già vicedirettore, direttore e infine Ceo del domenicale scandalistico inglese e del gruppo che lo edita insieme al Sun (e al Times).
Il primo ministro David Cameron non può fare altrettanto. Andy Coulson era il capo della comunicazione di Downing street, scelto dal premier per la sua gestione del News e per la liaison con Murdoch, consapevole che senza il sostegno del tycoon, nel Regno Unito, le elezioni si possono solo perdere. E infatti il premier si scusa pubblicamente pochi minuti dopo la lettura del verdetto. «Mi assumo tutte le responsabilità per aver assunto Andy Coulson. Lo feci sulla base di impegni che si sono rivelati non corretti». In altre parole, aveva assicurato Downing street - sostiene il capo del governo - che con le intercettazioni avvenute quando lui dirigeva il News, non aveva nulla a che fare. Parole che non bastano al leader laburista Ed Milliband secondo il quale Cameron «deve al Paese molto più» di semplici scuse: una spiegazione approfondita per aver scelto come spin doctor un uomo non al di sopra di ogni sospetto.
I giudici (il verdetto su Coulson non è completo e la pena non quantificata perché su due imputazioni la giuria resta divisa) si sono convinti della responsabilità dell'ex direttore domenicale, dimostrando di dar credito ai testi d'accusa, fra cui il reporter Dan Evans. Fu lui a raccontare che «anche i gatti al News sapevano delle intercettazioni» e che aveva fatto sentire a Coulson la registrazione delle telefonate fra l'attrice Sienna Miller e l'attore Daniel Craig.
Smoking gun, per il portavoce del premier, dunque. Nessuna pistola fumante, invece, per Rebekah Brooks, sommersa comunque da una messe infinita di sospetti. Non solo perché è stata l'amante di Coulson per sei anni. È stato inoltre confermato che durante la direzione di Rebekah il detective-hacker Glenn Mulcaire era pagato 90mila sterline l'anno per intercettare conversazioni e farne scoop giornalistici. Eppure i testimoni a carico di Rebekah non hanno avuto la forza di dimostrare che la rossa giornalista divenuta top manager fosse al corrente dei singoli episodi. In attesa di un seguito politico, va sottolineata una nota positiva: contrariamente ai sospetti iniziali è stato dimostrato che le intercettazioni del News non provocarono la cancellazione dei messaggi sul telefono della tredicenne Milly Dowler rapita e uccisa da un maniaco. Una colpa in meno, la più grave, a carico della gang di "cronisti-spie".
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