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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2014 alle ore 06:41.
Oltre al tribunale di Venezia, anche quello di Catania ha emesso due ordinanze per far applicare il metodo Stamina su altrettanti pazienti agli Spedali Civili di Brescia. Ma poiché i medici dell'ospedale bresciano da aprile rifiutano di praticare le infusioni di staminali, la struttura si è vista costretta a pubblicare sul portale un avviso per la ricerca di personale ad hoc.
Duro il commento della ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, secondo cui buon senso vorrebbe, prima di creare situazioni difficili, che fosse «lasciata alla scienza e non alla magistratura l'ultima parola su questo caso». Aspettando ad esempio le decisioni del nuovo comitato scientifico nominato dal ministero. «Da parte della magistratura - fa notare Lorenzin - ci sono decisioni in contraddizione tra di loro. La volontà del legislatore non era questa ma un intervento, caritatevole, nei confronti di chi aveva già cominciato le infusioni». Non si tratta di cure compassionevoli, «poiché il metodo non è brevettato né ha avuto alcuna sperimentazione».
Le contraddizioni sono indubbie. Il presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni, e il suo vice, Marino Andolina, sono indagati con altre 18 persone, tra cui neurologi e medici degli Spedali Civili. Il procuratore di Torino Raffaele Guariniello ha formulato imputazioni gravissime nei loro confronti. Ma decine di tribunali procedono in senso opposto ignorando gli appelli della comunità scientifica internazionale. Come il giudice del lavoro di Pesaro, che a inizio giugno ha nominato proprio Andolina "commissario ad acta" per trovare medici disposti a praticare le infusioni su un bambino. Scatenando l'indignazione della scienziata Elena Cattaneo, senatrice a vita, che ha sollecitato l'intervento del ministro della Giustizia. In mezzo ci sono loro: i malati e le loro famiglie, a invocare l'applicazione di un metodo mai validato. Non è un caso che in Parlamento si moltiplichino le richieste di una nuova norma per fermare il caos.
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