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Questo articolo è stato pubblicato il 26 giugno 2014 alle ore 12:28.
L'ultima modifica è del 26 giugno 2014 alle ore 16:50.

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Salwa Abugaigis in un'immagine postata su un profilo TwitterSalwa Abugaigis in un'immagine postata su un profilo Twitter

TRIPOLI - Una delle più note attiviste per i diritti umani in Libia, Salwa Bugaighis, è stata aggredita e ferita a morte in casa sua nella tarda serata di ieri a Bengasi, poche ore dopo la chiusura dei seggi per le elezioni legislative. Lo hanno riferito fonti delle forze di sicurezza, secondo cui ignoti individui incappucciati hanno fatto irruzione nell'abitazione della vittima dopo aver sparato al guardiano, che non sarebbe in pericolo di vita, e l'hanno crivellata di proiettili alla presenza del marito, il quale da quel momento é sparito.

Un atto "codardo, deprecabile e vergognoso contro una donna coraggiosa e una patriota libica": così l'ambasciatore americano in Libia Safira Deborah commentando l'uccisione a Bengasi dell'avvocato Bugaighis. La donna, in prima fila nella difesa dei prigionieri politici durante il regime di Gheddafi, era stata insignita nel 2012 di un premio della 'Vital Voices Global Leadership Awards', una fondazione molto vicina ad Hillary Clinton.

La signora Bugaighis è stata tra gli organizzatori delle manifestazioni a Bengasi del 17 febbraio 2011 considerate l'atto di nascita della rivoluzione contro il rais. L'avvocato era poi entrata a far parte del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) il governo dei ribelli libici. Dopo tre mesi però arrivarono clamorose dimissioni: "Sanno che le donne hanno avuto un ruolo decisivo nella rivoluzione, ma ora pensano che il potere sia da destinare agli uomini", disse polemicamente, criticando la scarsa presenza femminile negli organismi della nuova Libia

Bugaighis era stata trasportata in ospedale, dove è morta a causa delle gravissime lesioni riportate. Di professione avvocato, aveva ricoperto un ruolo di primo piano nella Rivoluzione che tre anni fa condusse alla caduta del regime di Muammar Gheddafi. Già membro del Consiglio Nazionale di Transizione, che durante la guerra civile amministrava le aree libiche liberate, faceva parte di un comitato preparatorio per il rilancio del dialogo nel Paese nord-africano.

Prima di morire, la signora Bugaighis aveva fatto in tempo a votare: sul proprio profilo Facebook aveva pubblicato foto di se stessa all'uscita dal seggio.

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