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Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2014 alle ore 13:23.

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(Foto tratta da "The New York Times")(Foto tratta da "The New York Times")

Cominciate con il guardare questa foto con cui il New York Times celebra la Prima Guerra Mondiale. Papaveri rossi in un campo di grano. Sembra l'illustrazione della "Guerra di Piero" di Fabrizio de Andre'.

Sono i campi dove ci fu la grande battaglia della Marna: in questi campi bellissimi e struggenti furono uccisi 300.000 uomini. Campi e morti celebrati, ci ricorda il New York Times, anche dal poeta canadese John McCrae, ufficiale medico durante la Grande Guerra in un rapido verso che divenne simbolico, lui parlava di papaveri al vento e croci per soldati.

In questi giorni, un secolo dopo l'assassinio dell'Arciduca Ferdinando a Sarajevo il 28 di giugno del 1914, quando si gettarono i semi della Prima Guerra Mondiale, i media americani rievocano battaglie epiche e intrighi politici, pubblicano articoli di Margaret McMillan grande storica, autore del libro guida :"La guerra che pose fine alla pace". Oggi ne parlero' anche nel mio programma America 24 su Radio 24.

Molti si chiedono se ci sono dei paralleli fra allora e oggi. Se le provocazioni in Ucraina, in Irak, in Siria o in remoto arcipelago conteso fra Cina e Giappone non vi siano i focolai per una fine della nostra "pace" che dura dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Businessweek Bloomberg ad esempio scrive "Siamo più vicini oggi al mondo del 1914 di quanto lo siamo stati durante la Guerra Fredda, che durò dal 1950 al '80, o durante il decennio in cui gli Stati Uniti sono emersi come superpotenza".
Le notizie di questi giorni preoccupano: ieri, con l'avvio del Ramadan, L'Isis, formato da sunniti islamici, ha proclamato conquistando territori fra Siria e Irak, il primo Califfato Islamico dalla caduta dell'Impero Ottomano.

Vladimir Putin ha annunciato l'invio di aerei in Iraq per proteggerlo, giocando d'anticipo sugli Stati Uniti. Per l'Ucraina non vi e' ancora accordo fra Russia, Stati Uniti, Kiev e l'Europa. Obama minaccia nuove sanzioni contro Mosca. Si parla di declino americano, di vuoto di potere, di disordine e di mancato rispetto del diritto internazionale cosi' come e' concepito dalla Carta dell'ONU. La Russia è in declino economico e demografico ma il presidente Vladimir Putin va avanti per la sua strada.
E BW Bloomberg scrive : "Nel 1914 il lungo declino dell'Impero Ottomano aveva creato una corsa all'acquisizione del territorio e dell'influenza politica nei Balcani che ha coinvolto anche Italia, Serbia, Austria-Ungheria, Grecia, e altri. L'Europa ha legato il destino dell'intero continente a un conflitto nel suo angolo più instabile".

Il mondo è multipolare. La deterrenza delle armi nucleari sembra aver perso il suo potere dissuasivo. La potenza cinese sta crescendo, alimentata alla stesso tempo dalla sua forza di produzione e dal risentimento per una storia di colonialismo straniero. Gli alleati degli Stati Uniti si stanno emancipando: il Giappone vuole riarmarsi e il confronto con la Cina sulle isole Senkaku porta sfide impensabili solo una generazione fa. L'ordine costituito 93 anni fa dagli inglesi in Medio Oriente, dopo la Prima Guerra Mondiale con mappature squadrate che tenevano insieme, ad esempio in Irak, Curdi Sunniti e Shiiti si sta sgretolando. In Siria - de facto divisa in staterelli reciprocamente ostili - ma in tutto il Medio Oriente o Nord Africa, le forze centrifughe scatenate dalle rivolte arabe del 2011 continuano ad erodere le strutture politiche e le frontiere create dopo il crollo dell'Impero Ottomano.

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