Notizie ItaliaSulle risorse ancora pochi dettagli
Sulle risorse ancora pochi dettagli
di Isabella Bufacchi | 7 settembre 2014
Una nuova politica economica, in Italia e in Europa. Più riforme strutturali, più investimenti, più integrazione europea come "strada maestra". Nel rispetto della disciplina di bilancio e di quel 3% del deficit/Pil che è irrinunciabile, perchè ha un forte "valore segnaletico" per i mercati e aiuta a cementrare la fiducia nel rischio-Italia. Per il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, servirà tutto questo per evitare che in Italia ed Europa, per colpa delle loro rispettive "debolezze strutturali", la crescita rischi di essere in prospettiva solo "debole e fiacca".
Quello che ha fatto la Bce va bene e "va nella direzione giusta" ma "non basta" perché è compito dei Governi fare tutto il possibile per rilanciare la crescita e il lavoro con riforme strutturali e investimenti. Il Governo Renzi, ha fatto intendere Padoan nella seduta a porte chiuse, ha in effetti tra le tante preso la decisione politica di privilegiare gli 80 euro ad altri misure quali un ulteriore taglio dell'Irap.
Dell'intervento di Padoan, a chiusura del Workshop Ambrosetti, le parole che restano più impresse sono quelle rivolte al problema dell'enorme debito pubblico italiano - che non sarà risolto con una "operazione fantasiosa" tagliadebito - e al nodo degli investimenti.
«Il merito di credito dell'Italia va difeso sui mercati giorno per giorno», ha detto il ministro in tono solenne, riferendosi al fatto che lo spread è sceso molto ma che «non va dato per scontato». Forse è proprio per questo che il ministro si è limitato a citare una spesa per interessi pari a 84 miliardi, senza addentrarsi in dettaglio nel calcolo del risparmio (per ora presunto) sugli interessi nel 2014 dato dal crollo dei rendimenti, da un costo medio alla raccolta che quest'anno metterà a segno un nuovo minimo storico probabilmente sotto l'1,5%. Una massiccia e duratura riduzione della spesa per interessi potrebbe far risparmiare all'Italia risorse importanti che andrebbero per investimenti, economia e occupazione. Ma di operazioni taglia-debito capaci di ridurre lo stock del debito pubblico "rapidamente, facilmente e per importi cospicui" Padoan proprio non ne vuol sapere, tanto che ha bollato quelle in circolazione come "fantasiose". Ha preferito attenersi a operazioni più realistiche (ma non per questo facili) come le privatizzazioni che oltre a tagliare lo stock del debito hanno un impatto positivo sulle partecipate in virtù dell'ingresso di azionisti non pubblici. Sul fronte della valorizzazione del patrimonio immobiliare, un altro campo che desta grandi aspettative, il ministro ha assicurato che si sta "accelerando", anche qui senza fornire dettagli su cifre o tempi della nuova Sgr Invimit posseduta al 100% dal Tesoro. Infine, anche sulla partita delle partecipate degli enti locali ed ex-municipalizzate, Padoan non è andato oltre il riferimento a un "piano generale di sfoltimento" che passerà per gli strumenti dell'accorpamento, delle dismissioni e della quotazione a seconda dei casi.
Un altro tasto appena sfiorato dal ministro in termini concreti è stato quello degli investimenti necessari per rilanciare la crescita in Italia e in Europa: del piano Juncker (300 miliardi aggiuntivi in tre anni) si è limitato a dire che, come tutti noi, anche il ministero dell'Economia è in attesa di conoscerne i dettagli e di sapere esattamente come queste risorse verranno prese e spese. «Il piano Junker lascia ben sperare», ha tagliato corto.