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Questo articolo è stato pubblicato il 23 settembre 2014 alle ore 14:55.
L'ultima modifica è del 23 settembre 2014 alle ore 21:14.

Serracchiani: decide direzione, niente veti
A lui fa eco Debora Serracchiani, vicesegretaria Pd, che avverte: «La posizione del Pd è decisa dalla direzione. Per come conosco io Renzi, credo che non accetterà diritti di veto da parte di nessuno e che il piano del governo darà più tutele ai lavoratori e più semplicità agli imprendotori».
L'incontro stamattina al Senato
Stamattina i senatori democratici si sono confrontati in un'assemblea a Palazzo Madama con il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti e il responsabile economia del partito, Filippo Taddei. Il capogruppo al Senato, Luigi Zanda, introducendo l'assemblea, avrebbe sottolineato l'utilità e la necessità di confrontarsi con franchezza, ma ha raccomandato di farlo senza alzare i toni dello scontro. Non si sono risparmiate, in questi giorni, accuse pesanti tra la minoranza e la maggioranza del Pd. E lo scontro rischia di farsi più intenso con l'approdo al Senato del Jobs act.
Guerini: no redde rationem in direzione, abbassare toni
Il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini smorza i toni. «Non vorrei che alla direzione si affidasse l'ambizione di un "redde rationem"». E aggiunge: «È un momento importante di discussione in cui il Pd prenderà le sue decisioni in termini di indirizzo, sulla questione del lavoro. Spero che ci siano tutte le condizioni» affinché si giunga ad una posizione «largamente condivisa».
Poletti: su reintegra polemiche infondate
Anche il ministro del Lavoro Giuliano Poletti tiene aperta la porta del dialogo. E spiega che, licenziamenti discriminatori a parte, non in discussione, «sul resto c'è una discussione del Pd» che «guarderà tutte le questioni sul tappeto». In una lettera ad Avvenire in cui risponde a un intervento del segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, Poletti spiega che «le polemiche sulle intenzioni del governo di abolire la reintegra dei lavoratori in caso di licenziamento discriminatorio sono infondate, anche perché lo stesso testo del ddl delega fa esplicito riferimento ai princìpi comunitari in materia». E aggiunge: «Uno dei nostri obiettivi essenziali è il contrasto a ogni forma di precarietà. Un obiettivo che intendiamo perseguire con la delega, ma che abbiamo già affrontato, con il decreto lavoro, semplificando i contratti a tempo determinato che rappresentano, nei fatti, l'alternativa migliore ai contratti più precarizzanti». Lo fa invitando a guardare il disegno di legge «nella sua unitarietà»
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