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A Castelvetrano, regno di Messina Denaro, la legalità fa il bis

Angelino Alfano a CastelvetranoAngelino Alfano a Castelvetrano

«Sono orgoglioso di essere qui a Castelvetrano: oggi vinciamo tutti, lo Stato, la Chiesa, la società, i lavoratori». Si è espresso così, il 25 settembre, il ministro dell'Interno Angelino Alfano partecipando alla cerimonia di riapertura dell'ipermercato alimentare presso il centro commerciale Belicittà di Castelvetrano, confiscato all'imprenditore Giuseppe Grigoli, accusato di essere prestanome del boss di mafia Matteo Messina Denaro.

«Qui a Castelvetrano la prima sfida è stata vinta, perché il gruppo commerciale resta sul mercato senza condizionamenti mafiosi e i lavoratori restano al loro posto – ha proseguito il ministro – La mafia ruba la credibilità, è ladra di futuro, di speranza. Noi siamo qui per restituire un pezzettino di futuro, di speranza. Siamo qui per affermare che lo Stato vince e la mafia perde».

Prima della riapertura dell'ipermercato alimentare, il ministro Alfano aveva incontrato nell'aula consiliare di Castelvetrano il sindaco Felice Errante che aveva dichiarato: «Matteo Messina Denaro non è più iscritto tra i residenti di Castelvetrano, è stato cancellato dalla data del mio insediamento».

La cronistoria.
Il Gruppo 6Gdo, che gestiva i supermercati con il marchio Despar nelle province di Trapani e Agrigento e in parte in quella di Palermo e i soft discount 6Store, apparteneva a Giuseppe Grigoli, ritenuto prestanome del boss latitante Matteo Messina Denaro e condannato in via definitiva a 12 anni. L'azienda fu posta sotto sequestro preventivo il 19 dicembre 2007 e confiscata alla fine del 2013.

I dipendenti erano oltre 400, considerato anche l'indotto. L'azienda si è trovata in difficoltà economiche mentre era in amministrazione giudiziaria al punto da essere dichiarata fallita dal Tribunale di Marsala lo scorso mese di giugno. L'11 luglio 2013 la società aprì una procedura di mobilità per il licenziamento di 40 lavoratori, indicando tra i motivi della crisi, oltre agli «effetti involutivi dell'andamento del mercato», una grave crisi di liquidità conseguente alla «difficoltà di gestire i rapporti con le banche». Le proteste dei lavoratori per la conservazione del posto di lavoro, dopo che a mano a mano chiudevano i punti vendita e il centro di distribuzione, sono state al centro di ripetuti interventi da parte di esponenti politici, dei sindacati, della Diocesi di Mazara del Vallo, della Prefettura di Trapani, dell'Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati e di associazioni come Libera e LiberoFuturo. Della vicenda si è occupato anche il ministro dell'Interno Angelino Alfano, recatosi poi a Castelvetrano per la riapertura sotto il marchio Sisa di uno dei punti vendita dati in affitto all'azienda Esse Emme.

L'obiettivo al quale tutti hanno lavorato è stato quello di garantire la continuità dell'azienda e i livelli occupazionali; lo Stato non poteva infatti permettere che dopo la confisca per mafia dell'azienda si perdessero centinaia di posti di lavoro. La Esse Emme dovrebbe avere affidati anche i restanti 28 punti vendita dell'ex Gruppo 6Gdo presenti nel Trapanese e si sarebbe impegnata ad assorbire tutti i lavoratori precedentemente utilizzati negli stessi supermercati. Al punto vendita riaperto a Castelvetrano lavoreranno anche ex dipendenti della Logicom e altri sei lavoratori della Stagicom, aziende collegate all'ex Gruppo 6Gdo, mentre per il momento rimarrà chiuso il centro di distribuzione di via Partanna, sempre a Castelvetrano.

Nel frattempo, l'Agenzia nazionale dei beni confiscati aveva detto sì all'acquisizione, da parte di una cooperativa di sette ex dipendenti dell'ex Gruppo 6Gdo, di un solo settore dell'azienda (“olio e oliva”), e del comparto stagionatura formaggi e no alla proposta di rilevare tutta l'azienda da parte di una coop più numerosa di ex lavoratori.

Il “raddoppio”
.Il giorno prima della riapertura dell'ipermercato alimentare, si è costituita la cooperativa Rita Atria-Libera Terra, frutto del lavoro e dell'impegno profuso dalle istituzioni, dagli enti locali e dal mondo economico e sociale in provincia di Trapani.

Il percorso aveva preso avvio presso la Prefettura nel maggio 2012, con la sottoscrizione del protocollo Libera Terra Trapani, al quale avevano aderito i comuni di Paceco, Castelvetrano e Partanna, il Consorzio trapanese per la legalità e lo sviluppo, la Camera di commercio, la Diocesi di Mazara Del Vallo, il Parco archeologico di Selinunte.

«Un cammino denso di difficoltà e ostacoli, anche a causa dei numerosi incendi che hanno più volte compromesso la produttività degli uliveti dei terreni confiscati», si legge nel comunicato stampa di Libera.

A novembre saranno i soci della nuova cooperativa a raccogliere le olive (qualità Nocellara del Belice), frutto di un impegno che ha visto fra i protagonisti anche Coop Lombardia e Coop Adriatica insieme al gruppo Unipol, la fondazione Vodafone Italia e il progetto Policoro della Conferenza episcopale italiana. «Un segno concreto di corresponsabilità, speranza e coraggio che si alimenta della memoria della giovane testimone di giustizia, Rita Atria – conclude Libera – alla quale è dedicata la cooperativa

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