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Questo articolo è stato pubblicato il 19 ottobre 2014 alle ore 13:25.
L'ultima modifica è del 19 ottobre 2014 alle ore 14:26.

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«Stress Test: Reflections on Financial Crises»: sembra il titolo di un compendio sulla grave situazione economica attuale, derivata sia dalla minaccia di un nuovo default della Grecia, sia dall'aggravarsi della deflazione economica, sia dalla caduta dei mercati, sia infine dall'arrivo la prossima domenica degli stress test, cioè delle valutazioni delle banche sui loro attivi di bilancio da parte della Bce.

Si tratta, invece, del titolo del libro di Timothy Geithner, l'ex segretario del Tesoro americano, il quale cerca di giustificare le ragioni che hanno provocato nel 2008 la crisi dell'economia americana e il susseguente pa-nico finanziario, che ha invaso i mercati e il resto del mondo. Inutile dire che al centro delle poco credibili esaltazioni delle misure approntate dal governo Obama, le riflessioni sulla crisi sono accurate. Superfluo è altresì sottolineare che il motore dominante della crisi è stato rappresentato dal sistema bancario, tuttora al centro - volente o nolente - della più grande depressione economica mondiale dagli anni '30.

Le banche, ad ogni stormir di panico, sembrano piombare in inquietanti ossimori, quale quello rappresentato dalla più grande di loro, Goldman Sachs, la quale di fronte alle diffuse difficoltà di tutte le altre nel mondo, ha aumentato nel terzo trimestre il suo utile del 48%, con 2, 24 miliardi di dollari. Accompagnata in questo da Morgan Stanley, con un corrispondente rialzo dell'83%, pari a profitti di 1,71 miliardi di dollari.

La questione fondamentale del debito pubblico e gli interventi governativi ormai all'ordine del giorno in tutti i Paesi sembrano invero continuare a trascurare il problema centrale della crisi, cioè i sistemi bancari e finanziari. Le banche, gravate da svariate funzioni e attività (legittime o illegittime), sembrano aver perso la loro effettiva identità, di istituzioni che garantiscono ai creditori il pronto accesso ai loro fondi, investiti in beni che debbono essere a richiesta convertiti in cassa.

Discipline legislative e vigilanze incerte hanno alimentato dovunque un totale sbriciolamento di identità della funzione essenziale dell'istituzione bancaria. Sciolta e liberata da regolamentazioni rigorose, la banca diventa incapace di valutare gli enormi rischi che una crisi economica globale, alimentata da raffinate tecnologie fuori controllo, impedisce di affrontare.

È così che si sono resi necessari i salvataggi da parte degli Stati: sia attraverso l'assicurazione dei depositanti, che così non avrebbero perso il loro denaro, sia attraverso facilitate iniezioni di moneta da parte delle Banche centrali, in caso di difficoltà, per evitarne il fallimento, ritenuto pericoloso per l'intero sistema.

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