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Il dirigente dell'aeroporto di Fiumicino che dice no alla «busta»

Martedì 18 novembre la Procura di Messina (con l'indagine condotta dal sostituto procuratore Sebastiano Ardita e dal sostituto Roberto Monaco e delegata alla Dia di Catania guidata da Renato Panvino) ha svelato, per usare le parole del Gip Maria Luisa Materia, «un consolidato sistema corruttivo che si sostanzia di reciproci benefici e di specifici accordi in conseguenza dei quali la tangente accordata al pubblico funzionario diviene una vera e propria parcella cui i privati sono pronti a impegnarsi per garantire l'aggiudicazione di un contratto o l'agevolazione nelle procedure di gestione dello stesso».

I reati ipotizzati a vario titolo, che hanno portato otto persone ai domiciliari e due raggiunte dalla misura interdittiva del divieto di esercitare imprese o uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per la durata di due mesi, sono turbata libertà degli incanti, corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità e istigazione alla corruzione.

In un contesto così negativo, nel quale la Procura e la Dia svelano un presunto episodio di corruzione di un dirigente del Cas, il Consorzio per le autostrade siciliane, spicca una storia di onestà.

E' quella del funzionario della società Aeroporti di Roma spa Marco Sbrenni. Gli investigatori, infatti, captano i contatti tra un imprenditore di Messina al quale fanno capo, secondo la ricostruzione della Procura, anche alcune imprese di pulizia che operano negli aeroporti di Fiumicino e Cagliari (oltre che nelle università di Messina e Milano e nella Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia).

A raccontare l'episodio di istigazione alla corruzione il 30 ottobre 2013 alla polizia giudiziaria è lo stesso Brenni. Brenni, premettendo di essere dipendente della “Aeroporti di Roma spa”, incaricato della gestione dell'appalto per il servizio di pulizia presso l'aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino (Roma), riferisce che in occasione di un incontro con l'imprenditore Giacomo Giordano presso gli uffici di Fiumicino per la discussione dello stato di avanzamento dei lavori relativi all'espletamento del servizio di pulizia svolto dalla “Meridional service srl”, l'imprenditore tenta di consegnargli - brevi manu, a titolo di regalia - una busta contenente cinque blocchetti di buoni benzina dal valore complessivo di 500 euro.

A fronte del fermo rifiuto opposto da Sbrenni, Giordano lascia la busta sulla scrivania del funzionario, approfittando dell'assenza momentanea di quest'ultimo e a sua insaputa (sulla scrivania dietro un monitor del pc).

Una volta accortosi della busta, Sbrenni informa immediatamente il direttore “Airport Management”, Stefano Donnarrumma, il direttore degli Affari legali e societari, Antonio Sanna e il direttore delle Risorse umane, Vito Mangano, i quali gli consigliano di sigillare la busta e di custodirla in un luogo sicuro, per restituirla quanto prima a Giordano.

Sbrenni riferisce alla polizia giudiziaria di aver quindi provveduto a sigillare la busta, dopo averne ricontrollato il contenuto alla presenza di un dipendente, apponendo le firme sui lembi della stessa e riponendola all'interno di una cassaforte in uso all'ufficio. Sbrenni redige poi una nota d'ufficio, controfirmata anche dai suoi superiori.

Sbrenni conclude la sua testimonianza riferendo di avere restituito, dopo qualche tempo, la busta a Giordano alla presenza dello stesso dipendente, redigendo in tale circostanza un'altra nota consegnata al direttore del personale, unitamente alla precedente.

Sbrenni racconta come in una occasione Giordano gli avesse proposto l'assunzione di qualche conoscente o familiare e ricorda di avere incontrato, in passato, anche Antonino Giordano, che, in presenza del fratello Giacomo, si lamentò dell'eccessiva fiscalità dei controlli sul servizio reso dalla società Meridional.

L'11 e il 12 novembre 2013, presso gli Uffici della Dia di Roma, vengono ascoltati il direttore “Airport management” e il direttore delle Risorse umane di “Aeroporti di Roma”, che confermano tutto per filo e per segno.

Il 12 novembre 2013 viene sentito anche Raimondo Antonelli, responsabile per la funzionalità e il decoro dei terminal degli Aeroporti di Roma spa che conferma, con dovizia di particolari, quanto dichiarato da Sbrenni, affermando che quest'ultimo gli aveva mostrato il contenuto della busta lasciata dal responsabile della Meridional service srl e che in sua presenza, Sbrenni aveva provveduto a sigillare la busta, riponendola in cassaforte dopo averla fatta firmare allo stesso Antonelli. Antonelli confermerà poi di aver appreso che il 10 maggio 2013 Sbrenni aveva restituito la busta a Giordano, che l'aveva ricevuta «senza alcuna esitazione ed imbarazzo».
r.galullo@ilsole24ore.com

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