Notizie ItaliaOtto comuni palermitani fanno muro contro la mafia
Otto comuni palermitani fanno muro contro la mafia
di Roberto Galullo | 11 dicembre 2014
La Sicilia è terra alla ricerca di una continua riscossa. E così è anche tempo di bilanci. Quale migliore occasione che gli stati generali dell'antimafia a Roma tenuti a fine ottobre a Roma nel corso dei quali sono state presentate da Avviso Pubblico alcune tra le migliori pratiche amministrative?
Tra queste il “Consorzio sviluppo e legalità: è sorto il 30 maggio 2000, su iniziativa della Prefettura di Palermo, allo scopo di consentire a otto Comuni della Provincia – Altofonte, Camporeale, Corleone, Monreale, Piana degli Albanesi, Roccamena, San Cipirello e San Giuseppe Jato – di amministrare in forma associata e per finalità sociali i beni confiscati alla criminalità organizzata.
L'obiettivo principale del Consorzio sviluppo e legalità è quello di sfidare concretamente la criminalità organizzata, contribuendo a modificare, in chiave positiva, l'assetto produttivo delle aree dei Comuni coinvolti facendo nascere da terreni improduttivi confiscati ai mafiosi una opportunità di sviluppo e di lavoro per giovani disoccupati.
Per rendere possibile questi obiettivi il Ministero dell'Interno – Dipartimento della Pubblica sicurezza – ha assunto l'iniziativa a progetto pilota nell'ambito del Pon “Sicurezza” 2000/2006 cofinanziato dall'Unione europea e ne ha finanziato la realizzazione.
Grazie a questi investimenti, beni improduttivi appartenuti a boss mafiosi di primo piano sono stati recuperati e trasformati in strutture produttive reimmesse nel circuito dell'economia legale e affidate in gestione a quattro cooperative sociali di giovani, nel frattempo costituite. Oggi in queste strutture e sui 700 ettari di terre confiscate alla mafia lavorano circa 100 persone, tra soci delle cooperative e l'indotto che si è creato nel territorio. Grazie ai nuovi finanziamenti riconosciuti al Consorzio dal Pon “Sicurezza per lo sviluppo-obiettivo convergenza” 2007/2013 cofinanziato dall'Unione Europea nei prossimi mesi, sempre attraverso il recupero di beni confiscati alla mafia, è prevista l'apertura a San Cipirello di un centro di degustazione dei prodotti biologici provenienti dalle terre confiscate che sorgerà a pochi metri dallo stabilimento enologico “Centopassi”, a Corleone, su bene che apparteneva al capomafia Bernardo Provenzano, nascerà la Bottega dei Sapori dove potere acquistare i prodotti, e a Monreale attraverso il recupero della ex cantina Kaggio sarà realizzato un centro aziendale per le cooperative.
Qui Palma.
Anche Palma di Montechiaro ha tirato un bilancio negli stati generali dell'antimafia, con lo stesso riconoscimento ricevuto da Avviso Pubblico. Il sindaco Pasquale Amato ha spiegato che «la criminalità è più alta nelle aree dove l'incuria, la sporcizia, il disordine e l'abuso sono maggiori», motivo per il quale il Comune ha varato, a partire dalle competenze della pubblica amministrazione, una strategia mirata a creare una comunità pulita, ordinata, rispettosa della legge e delle regole che sono alla base della convivenza umana, perché, continua il sindaco «la mancanza di istruzione e di formazione, della cultura sociale e la mancanza di opportunità generano un paese con difetti, che se non vengono tempestivamente eliminati si moltiplicano, portando alla devastazione». Pertanto il Comune ha revocato le assegnazioni di lotti richiesti nelle aree ad edilizia agevolata (Pip) e non utilizzati; rimosso i cartelloni pubblicitari abusivi; preteso la realizzazione di opere a scomputo per il rilascio di concessioni edilizie, che avevano già ottenuto l'agibilità senza la realizzazione delle urbanizzazioni stesse; si è costituito contro i ricorsi ai procedimenti per abusi edilizi; ha oscurato i manifesti inneggianti al morto ammazzato in contesti verosimilmente mafiosi; non prosegue i rapporti professionali con chi è stato raggiunto da avvisi di garanzia per turbata libertà degli incanti; ha avviato il contrasto all'evasione tributaria; contrastato la lentezza e l'inefficienza della macchina amministrativa che produce perdita di fiducia nella pubblica amministrazione, clientelismo e corruzione.