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Draghi gela la Grecia di Tsipras: stop ai fondi per le banche

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Draghi gela la Grecia di Tsipras: stop ai fondi per le banche

la svolta in grecia

Draghi gela la Grecia di Tsipras: stop ai fondi per le banche

  • –di , con articoli di Da Rold e Masciandaro

La Banca centrale europea ha di fatto sospeso ieri sera il finanziamento alle banche greche, revocando loro la possibilità di consegnare in garanzia titoli del debito pubblico di Atene in cambio di liquidità e aprendo un nuovo drammatico capitolo nella crisi greca. «Non è al momento possibile assumere una conclusione con successo della revisione del programma» concordato dal precedente Governo greco con i creditori internazionali, dice una nota diffusa a tarda ora dalla Bce.

Il programma attuale scade il 28 febbraio e il nuovo Governo ha dichiarato ripetutamente di non volerlo rinnovare. La decisione della Bce aumenta la pressione su Atene perché negozi una nuova intesa con i partner europei, dato che a questo punto l’unico modo per le banche greche di ottenere liquidità è attraverso lo sportello di emergenza (Ela) della Banca centrale nazionale, e anche questo strumento può essere revocato dalla Bce con una maggioranza di due terzi. In questo caso, la Grecia potrebbe vedersi costretta all’uscita dall’euro.

La decisione della Bce, che entra in vigore l’11 febbraio, è stata presa dopo una lunga riunione di consiglio, iniziata a metà pomeriggio, nella quale, secondo fonti monetarie, i rappresentanti di diverse banche centrali hanno insistito per il provvedimento. La Bce accetta normalmente in garanzia per le sue operazioni di rifinanziamento delle banche dei Paesi dell’eurozona i titoli del debito pubblico dei Paesi che godono di un rating “investment grade”, quindi superiore alla tripla B. Le uniche due eccezioni sono Grecia e Cipro, ai quali però era stata finora accordata una deroga (“waiver”) in virtù del programma economico in corso, che prevede una serie di impegni in termini di risanamento dei conti e riforme economiche in cambio di aiuti. A questo punto, e vista la posizione negoziale del nuovo Governo greco, che tra l’altro ha fatto marcia indietro su alcune misure contenute nel programma, la Bce ha giudicato che il programma fosse praticamente decaduto.

Le banche greche, spiega il comunicato, restano controparti della Bce, ma a questo punto potranno accedere alla liquidità di Francoforte solo con collaterale di qualità, che probabilmente non hanno. Altrimenti, devono rivolgersi alla propria Banca centrale nazionale con l’Ela.

La giornata era iniziata con un incontro fra il presidente della Bce, Mario Draghi, e il nuovo ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, dalla quale era subito emerso che la Bce intendeva limitare chiaramente le aspettative del Governo di Atene di poter ottenere concessioni e fondi dall’istituto di Francoforte in assenza di un accordo con i partner europei. In un incontro programmato per stamattina a Berlino con il suo collega tedesco, Wolfgang Schaeuble, riceverà probabilmente risposte ancora più dure e si sentirà ripetere che la Grecia deve anzi tutto rispettare gli impegni già presi. Dopo l’incontro durato circa un’ora, il presidente, ha detto una fonte della Bce, «ha chiarito il mandato istituzionale della banca e sollecitato il nuovo Governo a confrontarsi in modo costruttivo e rapido con l’Eurogruppo per assicurare la continuazione della stabilità finanziaria». Il riferimento è all’incontro dei ministri finanziari della zona euro, previsto la prossima settimana. Dietro il gergo da banca centrale, e a fronte delle dichiarazioni di Varoufakis a fine incontro, secondo cui si è trattato di una riunione «fruttuosa» ed «eccellente», dalla quale è uscito «incoraggiato», c’è il chiaro rimando alla sede politica e al fatto che la continuazione del supporto alle banche greche dipende da un accordo con l’Europa. Un messaggio pesantemente rinforzato dal comunicato diffuso ieri sera.

Per ammissione dello stesso ministro («Draghi ci ha spiegato quali sono i limiti della propria azione»), c’era fin dalla mattina il riconoscimento che sono irricevibili per la Bce alcune delle proposte uscite in questi giorni dal Governo greco, prima la cancellazione di parte del debito, poi la trasformazione dei titoli greci acquistati dalla Bce nel 2010-2012, oltre 6 miliardi di euro dei quali sono in rimborso fra luglio e agosto, in titoli “perpetui” sui quali Atene pagherebbe di fatto solo gli interessi. La Bce è contraria anche all’ipotesi fatta circolare da Atene di alzare il tetto delle emissioni di debito a breve da 15 a 25 miliardi di euro e farlo acquistare dalle banche nazionali, che potrebbero poi utilizzarlo per rifinanziarsi a Francoforte. La dichiarazione di Varoufakis secondo cui «la Bce è la banca centrale della Grecia e farà tutto quello che è necessario per sostenere i membri dell’eurozona» si scontra con il paletto sempre posto da Draghi secondo cui “whatever it takes” deve avvenire “dentro il mandato” e, secondo quanto è dato sapere, ha aumentato l’irritazione all’interno del consiglio della Bce nei confronti dell’atteggiamento di Atene.

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20 Commenti

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  • acciugascalza |

    Trovo molto interessante seguire i commenti di voi tutti, credo sia questa la massima espressione di democrazia, anche se mi sto convincendo sempre di più che sia tutto inutile.
    Sarò anche banale e scontato nelle mie affermazioni, ma senza fare troppi conti della serva, vorrei ricordarvi di quando si andava a fare la spesa con la lira, con centomila ti ritrovavi un carrello stracolmo, oggi non dico di far riferimento ai 50 euro, ma con i cento euro comunque non è la stessa cosa.
    Ma l'unione europea non serviva a farci stare meglio, qualcuno mi può spiegare per quale motivo dobbiamo rimanere legati ad una comunità che di comune non ha assolutamente nulla, anzi, quando ci devono fregare, si sente la solita frase di rito, DOBBIAMO ALLINEARCI AI PARAMETRI EUROPEI.
    Si ma allora noi cosa siamo!!!!
    Grande rispetto per la Grecia, meglio indebitati che incravattati................

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    • stica0 acciugascalza

      Non ci rendiamo conto che tutto il baraccone europeo costa.
      Oltre ai nostri parassiti, dobbiamo mantenerne dei nuovi.
      Quanto ci costa in nuova tassazione tutto l'Impero Europeo?

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  • gbmail63 |

    In sintesi quindi e giusto che la Germania e di conseguenza il contribuente tedesco si sostituisca all'evasore ellenico nel coprire le mancate entrate fiscali della Grecia. Perché è di questo che stiamo parlando. La Germania sta chiedendo alla Grecia (... e a tutti i Latinos) di diventare un po' più onesta, trasparente, moderna, efficiente, organizzata e non farà mancare il suo sostegno (anche economico). La risposta dei greci e di tutti i populisti europei è: sgancia i soldi che poi ci pensiamo noi. Ecco, se fossi un contribuente tedesco mi incazzerei parecchio...

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  • stica0 |

    Davide, uccidi Golia!

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  • luca_ba |

    I commenti fanno tutti apparire la Grecia come una vittima dell'Unione Europea che, quasi fosse un mostro continua a tiranneggiare la povera nazione in crisi. Il problema però è visto in modo parziale, come mai la Grecia è a questo punto? Cosa propone di concreto Tsipras. Mi sembra ci si concentri poco s questo e troppo sulle richieste europee. Pensate veramente che sganciandosi dall'Europa e rifiutandosi di pagare il debito la nazione possa ripartire? Da cosa? E come visto che comunque non è mai riuscita a dotarsi di un settore produttivo degno di questo nome ed ha sempre vissuto di aiuti comunitari. L'Europa deve si tutelare i poveri greci ma anche punire i troppi che hanno mangiato su questo sistema che sono più di quanto si pensi e sono greci non stranieri come invece pensano in molti. E almeno per ora mi sembra che Tsipras appartenga a questa categoria.

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  • roccodoni |

    La Grecia non può essere ricattata perchè non ha più nulla da perdere: questa è la sua forza. Uscire dall'euro, per quanto duro, per loro è meglio che restarci dentro. BCE sta aiutando i greci a convincersene. Povero Draghi: the € is reversable.

    Al di là dei breve termine, quello che questi idioti EU stanno distruggendo è l'idea positiva di europa che rappresentava il suo soft-power, la sua capacità attrattiva. Da luogo delle democrazie avanzate del benessere, della inclusione, dei diritti di cittadinanza... si è trasformata in una prigione di bracci di sorveglianza e prevenzione, di tortura fiscale e monetaria, di distruzione premeditata delle economie più deboli per punizione ed esempio... il tutto sotto un dominio tedesco ottuso, incapace di qualsiasi empatia umana, e persino ridicolo nel non riconoscere il suo fallimento nella gestione della crisi.
    Per un popolo che deve farsi perdonare così tanto, tedeschi mostrano di non capire nemmeno il loro interesse economico e politico.

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