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Dossier Il rugby e la regola del possesso

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Dossier | N. 68 articoliRugby / Speciale 6 Nazioni

Il rugby e la regola del possesso

Possesso. La parola più ripetuta dai giocatori italiani dopo la sconfitta per 26 a 3 subita a opera dell'Irlanda è “possesso”. Come nelle definizioni del vocabolario si può a scelta dire “mancanza di -”, oppure “poco -”, arrivando a “serve più -”. La parola, seppure abusata, riassume bene l'incontro, valido per la prima giornata del Sei Nazioni 2015. Come ha ben detto Jacques Brunel, il ct degli Azzurri: “Non si può vincere una partita con il 30% del possesso”. E infatti l'Italrugby ha perso. L'allenatore transalpino ha sparato la percentuale ancora prima di leggere le statistiche ufficiali del match, che hanno fissato il possesso (bisognerà scusarsi per le ripetizioni) italiano al 37%. Il dato sarebbe potuto essere anche minore, non avrebbe stupito. La partita l'hanno fatta e gestita gli irlandesi.

Gli Azzurri hanno difeso, anche bene, lo provano i 205 placcaggi realizzati, contro i 106 dell'Irlanda. Il problema è che non hanno fatto altro. “Abbiamo fatto solo due azioni buone, quella dei tre punti nel primo tempo e quella della quasi meta nel secondo. È mancata la capacità di gestire il pallone”, è la lucida analisi del mediano di mischia Edoardo Gori. E Joshua Furno ha aggiunto: “È difficile giocare se non hai il possesso”. Come dargli torto? Come impossibile dare torto ad Andrea Masi. “È difficile essere competitivi con queste squadre se non le attacchi”, ha dichiarato il giocatore aquilano. Per non parlare del tallonatore Leonardo Ghiraldini: “Non si possono vincere partite del genere se non hai il possesso”. E se si sbagliano troppe touche, che da piattaforma per ripartire, invece, si trasformano in occasioni per gli avversari. “In touche è mancata velocità di esecuzione e poi c'è stato qualche errore personale e di scelta e loro sono forti”, ha continuato Furno, con Ghiraldini che ha insinuato il dubbio che qualcosa non abbia funzionato nelle chiamate. “I giocatori saltavano in zone controllate dagli avversari”, ha risposto a chi gli chiedeva cosa non ha funzionato nella fase di gioco che lo vede protagonista, come lanciatore. Insomma, a dirla come Brunel “è stata una partita negativa per il risultato e negativa per lo squilibrio tra attacco e difesa”.

Che ha visto il primo praticamente inesistente. A voler cercare un lato positivo, per il ct, “è la difesa”. E proprio la difesa “va mantenuta per la prossima partita”, sabato 14 febbraio a Londra, cercando di “riequilibrare l'attacco, altrimenti non possiamo imporre nulla all'avversario”. Se l'avversario si chiama Inghilterra e nel primo match del Sei Nazioni ha battuto il Galles a Cardiff forse non basterà neanche questo. Ah ecco, non va dimenticata la parola d'ordine. In questo caso, a parlare è di nuovo Brunel: “Il primo cambiamento per la prossima partita è avere almeno il 20% in più di possesso”. A questo punto, parafrasando Guerre stellari, viene da augurare ai giocatori italiani “che il possesso sia con voi”. Anche perché abbiamo esaurito il numero di volte che si può scrivere la parola “possesso” per il resto del torneo.

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