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Grecia, un «piano globale» all’esame dell’Eurogruppo

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le trattative con l’Europa

Grecia, un «piano globale» all’esame dell’Eurogruppo

Da sinistra, Wolfgang Schaeuble  e Yanis Varoufakis
Da sinistra, Wolfgang Schaeuble e Yanis Varoufakis

BRUXELLES - Isolata in Europa, la Grecia sarà chiamata tra mercoledì e giovedì di questa settimana a chiarire i termini delle richieste che intende presentare ai suoi creditori internazionali. Nel suo tour europeo nei giorni scorsi, il nuovo ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis ha raccolto freddezza e cautela da parte di molti governo europei. Nonostante il rischio di stretta finanziaria, ancora ieri il nuovo governo greco ha detto che non ci sono rischi di una mancanza di liquidità, almeno a breve termine.

I contorni della questione sono ormai chiari. Il nuovo esecutivo, guidato dal partito della sinistra radicale Syriza, vuole che l’attuale piano di aiuti arrivi a scadenza alla fine del mese, per poter affermare alla pubblica opinione greca che con il suo arrivo al potere vi è stato un cambio di marcia. Nel contempo, chiede un prestito-ponte da utilizzare durante le trattative con i suoi creditori internazionali in vista di un nuovo programma di aggiustamento, fatto di misure più leggere e meno impegnative.

Sul fronte opposto, l’establishment comunitario preferirebbe una proroga dell’attuale programma per evitare incertezza politica, giuridica, ed economica. Fa notare che attualmente il Meccanismo europeo di Stabilità (Esm) non ha tra i suoi strumenti i prestiti-ponte. Ricorda poi le necessità finanziarie della Grecia, stimate in 10-20 miliardi di euro nei prossimi 12 mesi (peraltro, nei giorni scorsi la Banca centrale europea ha interrotto il rifinanziamento alle banche greche in assenza di programma).

Della questione si parlerà mercoledì pomeriggio durante una riunione straordinaria dei ministri delle Finanze della zona euro, e poi il giorno dopo in un vertice informale dei capi di stato e di governo dell’Unione, voluto a suo tempo per parlare del futuro dell’unione monetaria, e poi del terrorismo, e che oggi rischia di essere dominato dal tema greco. Il governo greco giunge a questi appuntamenti sostenuto dai suoi elettori ma isolato in Europa, e ostaggio dei mercati finanziari.

Tra i partner, le posizioni divergono, ma si riassumono nella volontà per ora di respingere le richieste greche, e non solo per le ragioni appena elencate. La Germania o l’Olanda vedono nell’accettazione delle istanze greche un errore morale, oltre che politico. In Italia, in Francia o in Spagna c’è il timore che venire incontro a Syriza potrebbe rafforzare le sinistre radicali nei tre paesi. In Portogallo, il governo non può permettersi di abbuonare alla Grecia ciò che ha imposto ai suoi cittadini.

Ieri da Atene, lo stesso Varoufakis ha assicurato: ai partner «presenteremo mercoledì un piano globale». Sul fronte finanziario, il governo greco è sicuro di non avere nel breve termine problemi di liquidità. Durante il periodo dei negoziati, che il governo greco vuole condurre con i suoi creditori dopo la scadenza dell’attuale programma a fine mese, «non c'è problema» di liquidità, ha detto a Mega TV il vice ministro delle Finanze Dimitris Mardas. «Ciò non significa che non ci saranno problemi dopo», ha aggiunto.

Eppure, già nelle prossime settimane, Atene deve denaro ai propri creditori, mentre la fine dell’attuale programma prevede il versamento di una nuova tranche di aiuti, associata a un rapporto sulle riforme adottate e da adottare che il nuovo governo però non vuole sottoscrivere. L'ultima tranche è di 7,2 miliardi di euro, a cui si aggiungono 10,9 miliardi riservati alle ricapitalizzazioni bancarie. Atene chiede solo 1,8 miliardi di profitti generati dalla gestione del debito greco da parte della Bce.

C’è il rischio di stretta finanziaria, a causa di un calo dei depositi bancari, dell’ultima asta di buoni del Tesoro che questa settimana è stata deludente, dei mercati che sono estremamente nervosi e volatili. La speranza (o pio desiderio?) di Bruxelles è che i dirigenti greci giungano alle prossime riunioni con spirito costruttivo per trovare un accordo se non mercoledì, almeno giovedì; e poi riprendere il dossier nell’Eurogruppo fissato per il 16 febbraio, in tempo prima della scadenza di fine mese.

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