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Dossier Parisse, la delusione e l'orgoglio

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Dossier | N. 68 articoliRugby / Speciale 6 Nazioni

Parisse, la delusione e l'orgoglio

Venire in conferenza stampa per commentare delle sconfitte sta diventando sempre più complicato per Sergio Parisse. Il capitano degli Azzurri sembra non trovare più parole nuove e originali. “Quando prendi 40 punti è sempre difficile mandare un messaggio positivo”, è l'esordio di Parisse davanti ai giornalisti. La delusione si può leggere nei suoi occhi.

Tuttavia, la voglia di salvare qualcosa, di rivendicare quanto fatto di buono in campo è tanta. «Siamo consapevoli di aver fatto un passo in avanti rispetto alla partita con l'Irlanda», continua, orgoglioso del fatto che «abbiamo cercato di giocare, abbiamo osato e rischiato, forse anche troppo». Infatti, sottolinea il numero 8 dello Stade Francais: «Abbiamo segnato tre mete a Twickenham e non di intercetto. Sono state tutte realizzate grazie ad azioni costruite». Da questo punto di vista, il capitano non può che ritenersi “soddisfatto”, anche se, aggiunge immediatamente, prima ancora che qualcuno possa anche solo pensare a una obiezione: «Come si può mandare il messaggio che siamo soddisfatti? Abbiamo comunque perso e preso 40 punti».

Un risultato di questo tipo non può che essere “deludente”, il suo ruolo gli impone però di guardare il bicchiere mezzo pieno. Infatti, quando dice di essere “contento” di alcune cose fatte dai suoi compagni, premette di dirlo “come capitano”. E sempre in virtù della fascia, è lui a rispondere a chi in questi giorni, da questa parte della Manica, ha criticato la presenza dell'Italia nel Sei Nazioni. “Capisco che chi vede i risultati può porsi la questione, comunque abbiamo giocato in uno stadio davanti 82mila persone. Se non interessasse venirci a vedere, lo stadio non si sarebbe riempito”, è la replica di Parisse, che anche qui ribadisce che l'Italia oggi ha segnato tre mete.

«Non è forse il momento più bello che stiamo attraversando – aggiunge – ma abbiamo giocato con Irlanda e Inghilterra, squadre che lottano per vincere il torneo e sono le più forti dell'emisfero Nord», quindi, l'unica conclusione possibile è che «meritiamo di stare nel torneo». Un torneo che, tra l'altro, conclude Parisse, «non è finito» e per questo l'Italia «deve prepararsi alla battaglia di Edimburgo», dimenticando ancora una volta gli errori e ripartendo da quanto di positivo questa squadra è in grado di fare.

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