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Ad Alba l’ultimo saluto a Michele Ferrero

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i funerali in cattedrale

Ad Alba l’ultimo saluto a Michele Ferrero

Un lunghissimo applauso ha salutato il feretro di Michele Ferrero, in conclusione dei funerali celebrati nella cattedrale di Alba. È morto a 89 anni il patron della Ferrero, l'uomo che ha portato l'azienda piemontese ai vertici dell'industria dolciaria mondiale. E oggi il saluto della sua città.

La funzione si è conclusa con le parole di Giovanni Ferrero, figlio di Michele e oggi amministratore unico del Gruppo. «Questa terra ha reso possibile l'impossibile», ha detto, ricordando la parabola industriale del padre. «Questa citta si è arricchita di un nuovo senso del possibile e del futuro, una nuova capacità e fiducia nel domani, come opportunità di sviluppo». La stessa città di Alba, ha aggiunto, intesa come una metafora di un nuovo giorno per l'ingegno umano. «Michele ha dimostrato che l'ingegno italiano aveva da dire qualcosa al mondo».

Giovanni Ferrero ha poi ripercorso alcune tappe dello sviluppo dell'azienda, «che oggi ha confini che vanno oltre l'Europa, nella quale l'Italia pesa per circa il 15 per cento, ma che ha qui le sue radici». Una fabbrica in cui viene prima l'uomo, ha ricordato, uno sviluppo industriale fondato su un patto di fiducia tra il territorio e l'azienda.

«Sentiamo che oggi manca un campione della virtù della nostra terra». Con queste parole il vescovo di Alba, Giacomo Lanzetta, ha aperto l'omelia durante la celebrazione.
Un appaluso ha accolto e ha salutato la salma, in un clima di grande raccoglimento. Un applauso ricambiato dalla famiglia Ferrero, che ha accompagnato il feretro nella cattedrale di San Lorenzo dove si è svolta la funzione, la vedova di Michele Ferrero che commossa ha accarezzato la bara prima di entrare in chiesa, le due nuore.

All'ingresso della cattedrale, gli operai e i tecnici della Ferrero, con le tute e le divise dei diversi reparti produttivi. «Tutte le famiglie albesi sono in lutto» ha ricordato il vescovo, sintetizzando il rapporto di profondo affetto e stima che lega questa zona del Piemonte alla famiglia Ferrero. Parla di riconoscenza il vescovo, «per quello che il signor Michele ha fatto per Alba, fino alla fine».

Nella chiesa gremita la famiglia e gli amici, nei primi banchi i cinque nipoti, e poi decine di sindaci della zona, il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, il sindaco di Torino e presidente dell'Anci Piero Fassino, personalità del mondo dell'economia e della politica, a cominciare dal presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Per tutta la giornata Alba rispetterà il lutto cittadino, scuole e negozi restano chiusi per rendere omaggio all'uomo che ha portato la Ferrero ai vertici dell'industria dociaria mondiale. Venti stabilimenti nel mondo, 34mila addetti, un gigante da 8,4 miliardi di fatturato che resta profondamente radicato in terra piemontese dove è nato.
In migliaia si sono riuniti nelle quattro piazze di Alba allestite con un maxi schermo per poter seguire la funzione. Così era stato anche 4 anni fa, quando la città si era ritrovata in occasione della morte di Pietro Ferrero, nell'aprile del 2011, scomparso a 47 anni a causa di un infarto. Ieri per tutta la giornata in migliaia hanno reso omaggio alla salma di Michele Ferrero nella camera ardente allestita nello stabilimento simbolo del gruppo, ad Alba. In visita anche il presidente e l'amministratore delegato del Gruppo Fca, John Elkan e Sergio Marchionne.

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