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Dossier Rugby, il capitano Parisse spinge i giovani Azzurri

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Dossier | N. 68 articoliRugby / Speciale 6 Nazioni

Rugby, il capitano Parisse spinge i giovani Azzurri

EDIMBURGO - E' il solo superstite dell'unica vittoria esterna dell'Italia nel Sei Nazioni. Accadde proprio qui, a Edimburgo, otto anni fa. Sergio Parisse sorride al ricordo di quel clamoroso 37-17 scaturito in buona parte da tre palloni intercettati nel primo quarto d'ora.
“Di sicuro - ammonisce in conferenza stampa - una cosa del genere non succederà più. Per centrare l'obiettivo dovremo, intanto, cercare di essere dominanti in rimessa laterale e in mischia, e affidarci all'intuito dei nostri mediani, alla capacità di interpretare la partita momento per momento, scegliendo se giocare alla mano o ricorrere ai calci”.

Italia con tanti infortuni a carico, e con due esordienti assoluti nei trequarti: il razza Piave Enrico Bacchin e il trevigiano di Paese (nel senso che è nato nel...paese che si chiama Paese) Michele Visentin. “Soprattutto nei loro confronti - dice il capitano - ci vorrà un sostegno da parte dei più anziani, come me e Ghiraldini. Il primo “cap” è un momento particolare, vivranno grandi emozioni e si tratta di incanalarle nel verso giusto. Sappiamo che le situazioni difficili non mancheranno, e noi dovremo essere vicini ai ragazzi che hanno meno esperienza”.

Facile immaginare una partenza a mille dei padroni di casa... “E' una caratteristica che hanno in comune con i gallesi. Poi magari, nel corso del match, vanno un po' a sprazzi. Vedremo. Noi e loro non abbiamo ancora vinto: chiaro che è una partita chiave, e dobbiamo farci valere nella conquista, perché se li lasci giocare sono molto pericolosi. Hanno una linea di trequarti forte e molto affiatata. Giocano tutti per Glasgow, la squadra dove l'anno prossimo andrà Favaro: gli ho detto di mettersi in luce già da domani, di farsi “conoscere” dai suoi futuri compagni...”

Sergio assicura che è stato fatto molto lavoro per migliorare in rimessa laterale (”Contro l'Irlanda e anche contro l'Inghilterra ne abbiamo perse troppe, non si tratta di inventarsi chissà che cosa ma di perfezionare i dettagli, di migliorare la velocità dei saltatori, la qualità dei lanci”) e poi indica un altro fattore che potrebbe essere decisivo: “Nelle partite contro Francia e Galles gli scozzesi hanno mostrato di saper “sporcare” i punti d'incontro, vanno a contestare e recuperare moltissimi palloni. E' lì che dovremo essere performanti, giocando senza timore”. Proviamoci, insomma, e che il suono delle cornamuse dia una carica anche a questa giovane Italia.

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