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Dossier Rugby, Irlanda e Inghilterra in campo per la vittoria finale

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Dossier | N. 68 articoliRugby / Speciale 6 Nazioni

Rugby, Irlanda e Inghilterra in campo per la vittoria finale

Edimburgo. Cielo grigio, freddo quanto basta, ma - per ora - non piove. Il terzo turno del Sei Nazioni si apre con uno Scozia-Italia che non può vederci favoriti (15.30 ora italiana, diretta tv su DMAX, come per tutti i match del torneo), prosegue alle 18 con Francia-Galles e si concluderà domani con il match più atteso, Irlanda-Inghilterra dall'Aviva Stadium di Dublino (fischio d'inizio alle 16).

Il calendario, in sostanza, mette di fronte - nell'ordine - le ultime due, appaiate a zero punti, le due formazioni che si trovano a metà strada con un successo e una sconfitta a testa e infine l'accoppiata che finora è a punteggio pieno. Irlanda-Inghilterra, con i suoi significati, non solo puramente sportivi.

Domani i Verdi di casa e gli ospiti in bianco si giocano la probabile vittoria nell'edizione 2015 della manifestazione e anche il terzo posto nel ranking mondiale: dietro Nuova Zelanda e Sudafrica, è l'Inghilterra a sopravanzare di poco l'Irlanda, che in caso di vittoria sorpasserebbe. Un bel colpo, indubbiamente, anche dal punto di vista psicologico. Tra settembre e ottobre, quest'anno, si giocano i Mondiali e (se si è anglosassoni, almeno) conviene arrivarci con il morale alto.

Gli irlandesi arrivano da nove vittorie di fila, e l'ultima sconfitta arrivò proprio a Twickenham, Inghilterra (13-10) giusto un anno fa. Il che non impedì la conquista del Sei Nazioni 2014. Tornando a Dublino, storico fu il 14-13 del 2009, che consentì a O' Driscoll e compagni di mantenere intatta una serie di successi. Risultato? Una vittoria nel torneo che mancava dal 1985 (quando le partecipanti erano ancora cinque), con tanto di Grande Slam, bissando quello del 1948.

Ma il match più sentito venne giocato un paio di anni prima, nel 2007. Il vecchio stadio di Lansdowne Road (ora Aviva Stadium) era chiuso per lavori di totale rifacimento e la Nazionale irlandese si trasferì temporaneamente in un impianto più grande, il Croke Park di Dublino, che può contenere più di 80mila spettatori ed era riservato esclusivamente agli sport “nazionali”, cioè il football irlandese e l'hurling. Non si trattava di un capriccio. L'esclusione di sport di origine inglese, in pratica il calcio e il rugby, era legata a un fatto storico: la domenica di sangue del 21 novembre 1920, quando al Croke Park, poliziotti britannici - per rappresaglia contro un attentato - fecero fuoco sulla folla durante una partita di football gaelico: morirono 14 spettatori e un giocatore, Michael Hogan.

Passarono più di 80 anni, insomma, per aprire le porte al rugby, non senza polemiche, legate anche a un fattore “economico” che aiutò a prendere una decisione in questo senso. Certo, quando nel 2007 a Croke Park risuonarono le note di “God save the Queen”, non solo lo sport era coinvolto dalla faccenda. Ma poi, tornando appunto allo sport, gli irlandesi stracciarono gli avversari con un clamoroso 43-13. Un trionfo. L'opposto della disfatta di quattro prima, quando a Lansdowne Road gli ospiti inglesi, in procinto di vincere nel giro di sei mesi prima il Sei Nazioni e poi addirittura la Coppa del Mondo in Australia, dominarono lo scontro decisivo per il torneo con un 42-6 che rimarrà a sua volta storico.

Se di una cosa si può essere sicuri, è che domani la partita non si risolverà con 30 punti di scarto. Ma il pronostico è lì, in bilico, con troppe variabili da considerare: la forza degli inglesi, ora sorretti anche da lampi di genio dei trequarti, la solidità degli irlandesi, spinti da una folla che come “calore” non è seconda a nessuno. E se finissero per pareggiare?

Così in campo
(Aviva Stadium di Dublino, domenica 1° marzo, ore 16)
Irlanda: R. Kearney; Bowe, Payne, Henshaw, Zebo; Sexton, Murray; Murphy, O' Brien, O' Mahony; O' Connell (cap.), Toner; Ross, Best, McGrath. A disposizione: S. Cronin, Healy, Moore, Henderson, O' Donnell, Reddan, Madigan, Jones
Inghilterra: Goode; Watson, Joseph, Burrell, Nowell; Ford, B. Youngs; B. Vunipola, Robshaw (cap.), Haskell; Kruis, Atwood; Cole, Hartley, Marler. A disposizione: T. Toungs, M. Vunipola, Thomas, Easter, Croft, Wigglesworth, Cipriani, Twelvetrees

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