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Dossier Rugby: la Scozia fa mea culpa, l'Italia pensa già alla Francia

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Dossier | N. 68 articoliRugby / Speciale 6 Nazioni

Rugby: la Scozia fa mea culpa, l'Italia pensa già alla Francia

EDIMBURGO - È dolce, la domenica azzurra di Edimburgo, che per l'occasione sfoggia anche una mattinata di sole. Ah sì, gli scozzesi fanno mea culpa, e ne hanno ben donde: ci hanno, almeno inconsciamente, sottovalutato, sia in campo sia sugli spalti.

Secondo Iain Morrison, ex terza linea della Nazionale del cardo e ora prima firma del rugby per Scotland on Sunday, «l'Italia ha vinto un match drammatico e pieno di thrilling, o, per essere strettamente adeguati alla realtà, la Scozia lo ha perso». Aidan Smith, due pagine dopo, ricorda l'avvio del match con amara ironia. Sul dieci a zero dopo otto minuti per i padroni di casa, racconta, uno dei “saggi” che erano in tribuna aveva sentenziato : «Oggi dovrebbe finire 40-0, gli italiani non hanno speranze». E invece sappiamo com'è andata, un solo punto di scarto all'intervallo e l'assalto finale degli azzurri con il sorpasso sulla sirena. Ragion per cui i padroni di casa sono finiti “Rossi di maglia, rossi di vergogna”, come titola l'apertura delle pagine sportive del “domenicale” scozzese.

Ci teniamo la consapevolezza che la Scozia non ha giocato la migliore delle sue partite, ma all'Italia va dato atto di avere capito la situazione e di avere usato le armi migliori per approfittarne. Non era così scontato che andasse così. Da antologia i due raggruppamenti avanzanti (in gergo maul) che hanno portato alla prima e alla terza meta. Il ct Jacques Brunel, incontrato sul far della notte nell'albergo della comitiva italiana, parla di una scelta partita da lontano, dalla preparazione del match giocato (e perso) la scorsa estate in Giappone. Con due variabili: il ruolo di capitan Sergio Parisse, che in Giappone non c'era e ieri è stato il perno della manovra vincente, e la partecipazione spontanea alla spinta di alcuni giocatori della linea dei trequarti.

«Tenete anche presente - dice l'uomo del Midi, che non fa trasparire euforia ma piuttosto calma e serenità - che in questo Sei Nazioni siamo l'unica squadra ad avere segnato sei mete in due trasferte». «E poi quella giocate preparata a lungo - scherza - con Haimona che ha colpito apposta il palo per consentire a Venditti di arrivare da dietro, prendere la palla e andare in meta...».

Un riconoscimento anche all'arbitro, l'irlandese George Clancy: «Non posso dire che ci avesse arbitrato bene due anni fa in Inghilterra (quando l'Italia perse 18-11 intimorendo fino all'ultimo la squadra e il pubblico di casa, ndr) né che tutte le decisioni di questo pomeriggio (cioè ieri contro la Scozia, ndr) fossero soddisfacenti. Però sull'ultima azione ci ha dato la meta tecnica. Avrebbe potuto chiedere la prova televisiva e magari non ce l'avrebbero concessa. Invece ha visto il fallo, che c'era, e si è preso le sue responsabilità. Insomma, ha avuto le palle».

Domenica 15, monsieur Brunel, arriva a Roma la Francia, che ha appena perso in casa dal Galles... «Se è per quello, dico che avrei preferito una loro vittoria. Conosco troppo bene la psicologia dei miei connazionali, che poi è simile a quella degli italiani: danno il meglio quando hanno tutto contro, si lasciano un po' andare se le cose vanno bene».

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