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Dossier Una giornata storica e un punto di partenza

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Dossier | N. 68 articoliRugby / Speciale 6 Nazioni

Una giornata storica e un punto di partenza

28 Febbraio 2015, una data che si ricorderanno in tanti: Scozia 19 Italia 22 e seconda vittoria esterna in un Sei Nazioni dal 2000 ad oggi.

Un giorno importante che rimarrà nel cuore di molti. Non voglio entrare ora nell'analisi tecnica della partita, ma penso che, per capire come siamo arrivati a questo risultato, gli ultimi secondi di gioco forniscano un preciso e chiaro riassunto. 79esimo minuto, pochi metri dalla linea di meta scozzese: decidiamo di costruire una maul a gioco aperto e praticamente tutta la squadra, avanti e trequarti insieme, mettiamo tutti noi stessi per spingere verso la meta. Ecco l'esempio perfetto quando parlavo della furia di vincere. Probabilmente non è la giocata più spettacolare del Sei Nazioni, ma è l'immagine di una squadra unita nel raggiungere un unico obiettivo, la vittoria. Ah, dimenticavo... fallo scozzese e meta tecnica assegnata dall'arbitro Clancy che decreta anche la fine della partita!

Inutile dire che è stata una vera esplosione di gioia, una soddisfazione che ripaga tutto il lavoro e le fatiche fatte fino ad ora. Una vittoria della squadra, che non si è slegata e ha saputo rimanere unita nonostante l'avvio decisamente difficile.

Uno dei momenti più belli della vita da giocatore è rappresentato dallo spogliatoio una volta conclusasi la partita (quando si vince, ovviamente...!).

Stanchi stremati, con la testa libera dalle tensioni del match e della settimana, ci siamo ritrovati a condividere ancora una volta delle intense emozioni. Hai finalmente tempo per guardarti intorno, capire effettivamente dove sei e concederti dei minuti di totale relax. Così inizi a scambiarti opinioni sul match, particolari sensazioni vissute in campo o anche un abbraccio o solo una stretta di mano con il sottofondo della musica, dei click dei cellulari per i selfie celebrativi e degli incitamenti rivolti ai due esordienti a pagare il primo dei due(!) drink che giustamente ci siamo conquistati. In questi gesti, in quegli sguardi, nelle parole che ci si scambiano, però, si racchiude molto di più.

Come da consuetudine poi ci siamo diretti al Terzo Tempo, svolto in una sala all'interno dello stadio, ma, visto l'intenso sforzo fisico e considerate le calorie consumate nell'arco della giornata, in hotel ci aspettava la seconda cena, sicuramente molto meno formale... E mentre qualcuno si sistemava il ciuffo (Favaro), altri salutavano l'intera chioma (Bacchin e Visentin). E mi sorge spontanea una domanda: che il “cap” consegnato a questi ultimi dal presidente della Federazione al banchetto ufficiale post partita non sia stato introdotto proprio per nascondere la testa rasata?

Per concludere, come avevo avuto modo di sottolineare due giorni prima del match, il risultato è sempre più spesso una conseguenza di quanto fatto in settimana. E come più volte ci siamo detti tra di noi a fine match, la settimana di avvicinamento alla partita con la Scozia è stata sicuramente diversa dalle altre. Lo spirito, l'intensità e la mentalità con cui abbiamo “attaccato” ogni momento della preparazione sono stati superiori rispetto alle scorse settimane. A volte questo comunque non è abbastanza, a volte in ogni caso l'avversario si può dimostrare piu' forte di te, ma quello che possiamo controllare noi come giocatori, quello che possiamo mettere come impegno, concentrazione, talento, intensità deve sempre essere vissuto al massimo, al limite delle nostre possibilità.

Solo cosi' possiamo rendere questa giornata storica come un vero punto di partenza. Perché è vero che dalle sconfitte si impara molto, ma è altrettanto vero che nelle vittorie c'è forse ancora di piu' da prendere.

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