Una volta ogni quattro anni non è quello del Sei Nazioni il periodo clou per gli Azzurri del rugby. Solo la Coppa del Mondo ha il potere di scalzare il torneo più antico e affascinante del pianeta ovale. Ed eccoci a ragionare sulle prospettive dell'Italia - ma anche delle sue recenti avversarie - alla Rugby World Cup 2015, che si svolgerà quasi interamente in Inghilterra dal 18 settembre al 31 ottobre.
L'Italia, innanzitutto. Che nel girone D affronterà la Francia sabato 19 settembre a Londra (Twickenham) per proseguire sabato 26 a Leeds con il Canada, tornare a Londra (Stadio Olimpico) per il match di domenica 4 ottobre con l'Irlanda e chiudere domenica 11 a Exeter con la Romania. In una pool quasi interamente europea, con tre partecipanti al Sei Nazioni più la Romania a rappresentare il Vecchio Continente, le nostre possibilità di piazzarci tra le prime due e andare ai quarti sono obiettivamente scarse. Assolutamente fuori dalla portata degli Azzurri sembra l'Irlanda, terza nel ranking mondiale e reduce dalla seconda vittoria consecutiva nel Sei Nazioni. Partendo da questo presupposto, ecco che con ogni probabilità sarà già decisivo il match d'esordio con la Francia. Che ci ha superato 29-0 a Roma una ventina di giorni fa e, nelle sette edizioni precedenti dei Mondiali, ha sempre raggiunto il traguardo dei quarti di finale. Esattamente lo stesso obiettivo che invece l'Italia ha sempre fallito.
I Galletti e i Verdi sono dunque favoriti per il passaggio del turno, ma l'ordine d'arrivo non sarà certo un dettaglio da poco. Perché chi arriva seconda affronterà la prima del girone C, vale a dire - a meno di clamorosissimi capovolgimenti dei pronostici - la Nuova Zelanda. I campioni in carica fanno parte della pool che non comprende nemmeno una delle squadre del Sei Nazioni e hanno come rivale numero uno l'Argentina, seguita da Tonga e, a distanza, da Georgia e Namibia. Non certo un girone duro per gli All Blacks, e lo stesso si può dire per il Sudafrica, che nel gruppo B se la vedrà con Samoa, Scozia, Giappone e Usa. Gli scozzesi hanno avuto un sorteggio più benevolo del nostro e, nonostante lo scoglio samoano, possono puntare al secondo posto.
Il vero girone di ferro, in realtà, è il primo. Una pool A che comprende Inghilterra, Galles e Australia, cioè la quarta, quinta e la sesta del ranking mondiale, oltre a una squadra imprevedibile come Figi e il ben più modesto Uruguay. Dei 40 match della fase a gironi, il più atteso - e quello per cui le richieste di biglietti sono state il quintuplo dei posti a disposizione a Twickenham - è Inghilterra-Galles, in programma il 26 settembre. Lo stesso stadio ospiterà Inghilterra-Australia il 3 ottobre e Australia-Galles una settimana dopo.
Gli inglesi sono sostenuti dal fattore campo e, vincendo il girone, troverebbero probabilmente una tra Scozia e Samoa ai quarti: come dire che non dovrebbero farsi sfuggire la semifinale. Mentre la seconda della pool A avrebbe problemi ben più consistenti se - come è molto probabile - si troverà di fronte il Sudafrica.
Se volessimo seguire i valori espressi negli ultimi tempi, e rispecchiati dal ranking, ecco che Inghilterra, Sudafrica, Nuova Zelanda e Irlanda potrebbero vincere il loro girone, imporsi ai quarti e trovarsi a giocare due semifinali divise per emisferi: da un lato Springboks-All Blacks, dall'altro Inghilterra-Irlanda. Secondo logica non ci si dovrebbe allontanare troppo da questo schema. Ma certo gli imprevisti sono da sempre il sale dello sport, e non sarebbe male che qualcuno arrivasse a sparigliare.
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