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Ex manager Acerbo patteggia tre anni e risarcisce Expo con 100mila euro

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cronaca

Ex manager Acerbo patteggia tre anni e risarcisce Expo con 100mila euro

Antonio Acerbo esce dall'inchiesta condotta dalla procura di Milano su Expo 2015. Il gup Ambrogio Moccia ha ratificato l'accordo di patteggiamento a 3 anni di reclusione già raggiunto tra i pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio e i difensori dell'ex sub commissario di Expo nonchè ex responsabile del Padiglione Italia. Acerbo dovrà inoltre risarcire la società Expo in qualità di parte offesa con 100 mila euro.

Accogliendo il patteggiamento, il gup Moccia ha inoltre revocato la misura cautelare nei confronti di Acerbo (che si trovava agli arresti domiciliari dall'ottobre scorso) e disposto il dissequestro del pc e dei documenti. Acerbo era stato arrestato con l'accusa di corruzione e turbativa d'asta. Per i magistrati milanesi, avrebbe «truccato» la gara d'appalto per le Vie d'Acqua Sud, una delle principali opere connesse all'Esposizione Universale, per favorire l'Associazione Temporanea di Imprese capeggiata dall'impresa Maltauro di Vicenza.

L'arresto era scattato anche per l'imprenditore Giandomenico Maltauro e il manager Andrea Castellotti: il primo ha patteggiato la pena a 2 anni e 6 mesi e pagato un risarcimento di 50 mila euro, mentre l'ex dirigente della Tagliabue (società entrata da far parte dell'Ati capeggiata dalla Maltauro) ha patteggiato 2 anni (con sospensione della pena) e versato 30 mila euro a titolo di risarcimento.

Resta aperta la posizione di Livio Acerbo, figlio di Antonio: coinvolto anche dall'inchiesta «Sistema» condotta dalla Procura di Firenze, secondo l'accusa avrebbe ottenuto dalla Maltauro una consulenza fittizia del valore di 36 mila euro e la promessa di un altro contratto fasullo da 150 mila euro. Per i pm, sarebbe stata questa la «contropartita» pretesa da Acerbo per favorire il gruppo Maltauro nell'appalto per le Vie d'Acqua Sud.

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