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Ilva, 47 rinvii a giudizio per disastro ambientale. C’è…

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L’inchiesta di taranto

Ilva, 47 rinvii a giudizio per disastro ambientale. C’è anche Vendola

Tra gli imputati rinviati a giudizio per il presunto disastro ambientale dell'Ilva c'è anche l'ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola al termine dell'udienza preliminare sul presunto disastro ambientale causato dall'Ilva. Vendola è accusato di concussione aggravata in concorso. Secondo l'accusa, Vendola avrebbe esercitato pressioni sul direttore generale di Arpa Puglia (Agenzia regionale di protezione ambientale), Giorgio Assennato (a sua volta a giudizio per favoreggiamento personale), per far “ammorbidire” la posizione della stessa Agenzia nei confronti delle emissioni nocive prodotte dall'Ilva.

Vendola: vado a processo con la coscienza pulita
«Sarei insincero se dicessi, come si usa fare in queste circostanze, che sono sereno. Sento come insopportabile la ferita che mi viene inferta da un'accusa che cancella la verità storica dei fatti: quella verità è scritta in migliaia di atti, di documenti, di fatti. Io ho rappresentato la prima e l'unica classe dirigente che ha sfidato l'onnipotenza dell'Ilva e che ha prodotto leggi regionali all'avanguardia per il contrasto dell'inquinamento ambientale a Taranto», ha sottolineato Vendola. Sottolinea di aver rappresentato «la politica che non ha preso soldi e non si è piegata. Io ho rappresentato la prima e unica istituzione che ha posto sotto monitoraggio i camini del grande siderurgico e che, con la produzione dei dati dell'inquinamento, ha consentito alla magistratura di procedere nei confronti dell'Ilva: la quale ha inquinato anche nei cinquant'anni precedenti al mio governo, senza che alcuna autorità se ne occupasse». Per l'ex presidente della Puglia «l'unica mia colpa è di aver cercato di costruire un doveroso equilibrio tra diritto alla salute e diritto al lavoro: ma non credo che questo sia un reato. Mi aspettavo che l'inconsistenza del teorema accusatorio producesse il mio proscioglimento già a conclusione dell'udienza preliminare. Per chi come me crede nei valori della giustizia e della legalità oggi è un giorno di delusione e di amarezza. Ma vado a processo con la coscienza pulita di chi sa di aver sempre operato per il bene comune».

L’azienda avrebbe continuato a produrre senza ridurre le emissioni inquinanti
In questo modo, sostiene la Procura, Vendola avrebbe consentito all'azienda di continuare a produrre senza riduzioni di emissioni inquinanti, come invece suggerito dall'Arpa in una nota del 21 giugno 2010 stilata dopo una campionatura che aveva rilevato picchi di benzoapirene. Sempre secondo l'accusa, Vendola avrebbe 'minacciato' la non riconferma di Assennato, il cui mandato scadeva nel febbraio 2011. I fatti contestati sono compresi nel periodo che va dal 22 giugno 2010 al 28 marzo 2011. La concussione aggravata è contestata a Vendola in concorso con l'ex responsabile Rapporti istituzionali dell'Ilva Girolamo Archinà, l'ex vice presidente di Riva Fire Fabio Riva, l'ex direttore dello stabilimento siderurgico di Taranto Luigi Capogrosso e il legale dell'Ilva Francesco Perli.

Quarantasette rinviati a giudizio
Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Taranto, Vilma Gilli, ha accolto tutte le 47 richieste di rinvio a giudizio presentate dalla procura della Repubblica sul presunto disastro ambientale provocato dallo stabilimento siderurgico Ilva. Per quanto riguarda i cinque riti abbreviati, sono state inflitte due condanne. I tre assolti sono l'ex assessore all'Ambiente Lorenzo Nicastro, il carabiniere in servizio alla sezione di polizia giudiziaria della procura Giovanni Bardaro e l'avvocato Donato Perrini. Il giudice ha condannato invece il sacerdote don Marco Gerardo a 10 mesi e Roberto Primerano, già consulente della procura. Dei 47 rinvii a giudizio, 44 riguardano persone fisiche e tre riguardano altrettante società e cioè Ilva Spa, Riva Fire e Riva Forni Elettrici.

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