La commissione di Vigilanza elegge i sette membri del nuovo consiglio di amministrazione della Rai. E scoppia subito la polemica all’interno del Pd. Al termine della votazione sono risultati eletti Carlo Freccero e Guelfo Guelfi con sei voti, Rita Borioni, Arturo Diaconale e Franco Siddi con cinque, Paolo Messa con quattro voti e Giancarlo Mazzuca con tre voti.
Lo scontro nel Pd nasce però dai due voti della minoranza che sono andati all’ex direttore del Corriere della Sera e de Il Sole 24 Ore, Ferruccio de Bortoli. Due voti sono andati anche a Roberto Briglia, ex direttore di Panorama, anche se su una delle schede l’iniziale del nome era sbagliata.
«Sul voto di oggi da parte dei parlamentari Pd - commenta Ettore Rosato, capogruppo alla Camera - non c’è stato alcun veto nei confronti di Ferruccio de Bortoli. C’è chi non si attiene, ancora una volta, alle valutazioni complessive e utilizza nomi importanti per dividere e non per unire». La Rai è diventata, insomma, il nuovo terreno di scontro all’interno del Pd, dopo che, al Senato, i voti della minoranza sono stati decisivi per abrogare l’articolo del disegno di legge sulla governance che avrebbe delegato l’esecutivo a riformare entro un anno il canone di abbonamento. Si svolgerà oggi, intanto, l’assemblea dei soci Rai che indicherà certamente il nome del presidente e quello del consigliere che rappresenterà l’azionista all’interno del cda. È molto probabile che l’assemblea dei soci anticipi i tempi indicando anche il nome del direttore generale, che sarà poi formalmente nominato d’intesa tra il nuovo Cda e l’assemblea dei soci. La commissione di Vigilanza si dovrà riunire per dare o meno al presidente designato dall’assemblea dei soci, quindi dal Governo, il voto favorevole dei due terzi dei componenti necessario a far diventare effettiva la sua nomina. Tale riunione, prevista per giovedì, potrebbe anche essere anticipata alla nottata di oggi, almeno questa è l’intenzione del Pd, sottolinea Michele Anzaldi, segretario della Vigilanza.
Il nuovo consiglio resterà in carica per tre anni, salvo dimissioni anticipate della maggioranza dei consiglieri o sfiducia da parte della Vigilanza. Nel corso del suo mandato, dovrà affrontare il cambio dei poteri del direttore generale, che riceverà quelli dell’amministratore delegato previsti dal disegno di legge sulla governance, quando quest’ultimo diverrà legge. Sino ad allora, il nuovo direttore generale, con ogni probabilità Antonio Campo Dall’Orto, potrà solo proporre tutte le nomine apicali al consiglio di amministrazione. Dopo, invece, dovrà solamente consultarlo nel caso delle nomine editoriali di vertice, ma non sarà vincolato da tale parere, salvo nel caso dei direttori di testata (quando tale parere sarà forte dei due terzi dei consiglieri).
Il nuovo vertice dovrà anche affrontare il rinnovo della concessione di servizio pubblico alla Rai, che andrà rinnovata entro il 6 maggio 2016. Non è escluso che il Governo possa intervenire sul canone anche senza la delega cancellata dal Senato, che sarà riproposta alla Camera, magari con la legge di stabilità. La certezza delle risorse e dell’autonomia finanziaria è fondamentale per costruire e implementare i piani industriali di crescita e sviluppo dell’azienda nel nuovo sistema digitale.
I nuovi consiglieri hanno rilasciato le prime dichiarazioni circa le loro intenzioni. «La sfida è far sì - ha sottolineato Carlo Freccero - che questa tv generalista, che rischia di fare la fine della scuola pubblica, sia più vivace, libera, capace di stimolare il senso critico, tornare al centro del dibattito dei media, tenendo testa alla concorrenza sempre più forte della tv a pagamento e on demand. Una scommessa che si può vincere». Guelfo Guelfi, nominato dal Pd, spera «di aiutare la Rai a divenire più prossima, più trasparente, più tecnologica, più giovane, più divertente». Rita Borioni, unica donna nominata nel Cda, rivela: «Il mio riferimento ideale è Enzo Siciliano: un grande intellettuale e un grande presidente del servizio pubblico». Franco Siddi, che ha saputo della nomina in Sardegna, subito prima dell’ora di pranzo, a caldo commenta: «Credo di essermi speso tutta la mia vita di impegno sociale - sottolinea l’ex segretario della Fnsi - per promuovere e riqualificare il valore della Rai, per il suo rinnovamento e la valorizzazione delle professionalità, soprattutto quelle interne. Ora ci aspetta la riforma generale, il percorso è avviato».