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Rugby, parla il «profeta» Coste: «In mischia le speranze dell'Italia»

Alla fine di un ciclo di quattro anni, dal 1993 al 1997, aveva portato l'Italia a battere diverse esponenti dell'élite europea: in casa la Scozia e l'Irlanda, in trasferta ancora l'Irlanda e addirittura la sua Francia. Una collana di prime volte una più prestigiosa dell'altra.

L'avventura di Georges Coste come ct azzurro si concluse in calando nel 1999, ma è facile e bello ricordare quella serie di scatti in avanti che portarono alla conquista della credibilità necessaria per venire ammessi al Sei Nazioni. L'uomo di Perpignan, estremo sud-ovest della Francia con impronta catalana, ha oggi 71 anni. «Non sono più sul campo ma seguo sempre il rugby con attenzione», dice. E chi pensava il contrario? Proprio per questo è interessante chiedergli un pronostico sulla sfida di domani, inedita a livello di Coppa del Mondo, che ci mette subito di fronte ai transalpini.

Per quel che conta, le due squadre arrivano all'appuntamento dopo un percorso differente nei match di riscaldamento: tre sconfitte dei nostri (Scozia a Torino ed Edimburgo, Galles a Cardiff), mentre la Francia ha fatto uno a uno nei confronti con l'Inghilterra e ha battuto la Scozia a Parigi. «Non bisogna dare troppa importanza a queste partite - premette Coste - che possono fornire qualche elemento in più fino a quando non si chiudono le liste con i nomi dei partecipanti ai Mondiali. Ad ogni modo, la Francia ha fatto due partite abbastanza consistenti con gli inglesi, mentre la prova con la Scozia è stata negativa. L'Italia, dopo il disastro in Scozia (sconfitta per 48-7, ndr), ha giocato un match molto interessante con il Galles. Peccato che si sia infortunato Parisse, elemento determinante. La sua è un'assenza grave, per un match che metterà una delle due équipe in rampa di lancio verso i quarti di finale. Speriamo che Sergio possa recuperare per l'altro sabato, con il Canada, o che sia presente almeno quando ci sarà l'Irlanda».

Che Francia ci dobbiamo aspettare?
«Una squadra molto compatta, centrata sul combattimento più che sul movimento, che si dedica a un gioco abbastanza “stretto” ma a ritmo sostenuto, ben organizzata in difesa. E, naturalmente, con giocatori che possono prendere spazi e velocità sui palloni recuperati. Molto dipenderà dal mediano di apertura, Michalak, che è tornato titolare a 33 anni mentre si pensava piuttosto a Lopez o Trinh-Duc. In carriera ha avuto alti e bassi, ma in questo momento sta dimostrando la sua classe, con una imprevedibilità che può fare la differenza, e soprattutto un grande rendimento nei calci: se si pensa di impostare le partite nel modo che dicevo, il suo 80% e passa nei tentativi di centrare i pali è fondamentale. Per il resto, è importante notare l'intensità della preparazione atletica dei francesi nel periodo pre-Mondiale, mirata molto più di prima alla potenza e alla resistenza».

E gli Azzurri?
«Hanno avanti solidi e forti, e anche in assenza del capitano costruiranno comunque il gioco sulle fasi statiche, mischia e rimessa laterale. Se il match si svilupperà in un perimetro ridotto, questa può essere una chance per gli Azzurri. Bisognerà anche vedere come il lavoro degli avanti sarà sfruttato dalla mediana, in particolare dall'apertura: a inizio stagione si era puntato su Haimona, ma un infortunio al Sei Nazioni lo ha tagliato fuori, e adesso gioca Allan».

Il giovane Tommaso, nato in Veneto da madre italiana e padre scozzese, entrambi con trascorsi ovali, è tesserato proprio per il Perpignan. «Ma per lui, come per altri uomini della Nazionale che giocano all'estero, l'impiego non è molto costante e questa mancanza di continuità può essere un problema. Quanto alle due franchigie italiane, che hanno avuto un calo di risultati, ho l'impressione che la preparazione fisica non stia raggiungendo livelli sufficienti».

Intanto Mauro Bergamasco (prima convocazione azzurra nel 1998, firmata... Georges Coste) è ancora nel gruppo e, se scenderà in campo, uguaglierà il record del samoano Brian Lima, con la partecipazione a cinque Coppe del Mondo. A 36 anni, sarebbe comunque un bellissimo al rugby giocato. «Stiamo parlando di una cosa straordinaria. Sono molto ammirato di Mauro, e anche un po' orgoglioso per averne saputo vedere le qualità e averlo chiamato, nemmeno ventenne, nella Nazionale maggiore. Penso che anche in questa Coppa del Mondo la sua esperienza sarà utile: in alcune circostanze potrebbe trascinare la squadra».

Ma la Coppa chi la vincerà?
«Bon, è sempre difficile dirlo. Ma sulla carta tre squadre sembrano avere qualcosa in più delle altre: Nuova Zelanda, Sudafrica e Inghilterra».

Così in campo
Londra, 19 settembre, ore 21 (ora italiana)
Francia: Spedding; Huget, Bastareaud, Dumoulin, Nakaitaci; Michalak, Tillous-Borde; Picamoles, Chouly, Dusautoir (cap.); Maestri, Papé; Slimani, Guirado, Ben Arous. A disposizione: Kayser, Debaty, Mas, LeRoux, Flanquart, Parra, Talès, Fickou. Allenatore: Saint-André
Italia: McLean; Sarto, Campagnaro, Masi, Venditti; Allan, Gori; Vunisa, Minto, Zanni; Furno, Geldenhuys; Castrogiovanni, Ghiraldini (cap.), Aguero. A disposizione: Manici, Rizzo, Cittadini, Bernabò, Favaro, Palazzani, Canna, Bacchin. Allenatore: Brunel
Arbitro: Joubert (Sudafrica)
In tv: diretta su SkySport 2 alle 21, differita su Mtv alle 23

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