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Roma, Marino dimissionario tra i sostenitori: «Non ci ripenso»

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Roma, Marino dimissionario tra i sostenitori: «Non ci ripenso»

Il sindaco dimissionario di Roma Ignazio Marino sembra intenzionato a non tornare indietro sui suoi passi. «No!». Questa la risposta secca pronunciata oggi a chi gli chiedeva, durante il bagno di folla tra i suoi supporter in piazza del Campidoglio, se ci avrebbe ripensato. Marino ha annunciato per lunedì la formalizzazione delle sue dimissioni. Il sindaco, dunque, ha mostrato chiaramente (per ora) di non voler tornare indietro su questa decisione

Marino: forfait da Fazio per atto responsabilità
Stamattina c’è stato un bagno di folla per il sindaco. I suoi supporter hanno organizzato una manifestazione di sostegno. E Marino è sceso in piazza del Campidoglio per ringraziarli, acclamato dai manifestanti. Sulla piazza del Campidoglio dopo il saluto del sindaco si sono levati cori contro la stampa e contro il presidente del Consiglio Matteo Renzi. «Non volevo scendere perché non volevo che la manifestazione venisse strumentalizzata, viste tutte le polemiche di questi giorni - ha detto Marino - poi, pensando a tutte le persone che sono venute qui invece di passare la domenica con la famiglia o in altri modi, ho deciso di scendere per ringraziarli. Mi sembra giusto». E ha aggiunto: «Ho fatto anche un atto di responsabilità, visto il clima di questi giorni, evitando di andare ieri in tv da Fabio Fazio», ha dichiarato.

«Grazie ai tanti miei sostenitori»
In mattinata Marino aveva ringraziato su facebook i suoi sostenitori. «In questi giorni mi state dimostrando un grande sostegno. La petizione su Change.org, tutti i messaggi che mi stanno arrivando qui su Facebook (sono più di 3 mila, lentamente risponderò a tutti!) e ora anche un evento per oggi in Campidoglio. Grazie, di cuore». E dopo la mobilitazione di sostegno ha aggiunto: «Ho pianto, mi sono scese le lacrime a vedere le migliaia di cittadini romani che in queste ore si stanno mobilitando con ogni mezzo, anche presentandosi qui in Campidoglio di domenica. Vorrei dire loro che li vedo, che li ascolto, che li leggo e che li ringrazio uno ad uno»

No M5s a rinvio voto Roma: a gennaio candidato e squadra
Intanto dal M5s arriva un no all’ipotesi rinvio delle elezioni anticipate in Campidoglio (previste a giugno 2015) fino al termine del Giubileo. Il M5s annuncia che a gennaio sarà formalizzato il nome del loro candidato sindaco. «Non si azzardassero - ha messo in guardia Roberta Lombardi - a fare melina. Fare un decretino per rinviare il voto sarebbe un atto criminogeno. Bisogna andare alle urne il prima possibile: a primavera, assieme agli altri grandi Comuni. Anche perché Roma l'hanno fatta già affondare e ora deve tornare a galla». Lombardi ha inoltre smentito la possibilità per i M5s di indicare per il Campidoglio personalità esterne, indicando gli attuali quattro consiglieri capitolini (De Vito, Stefano, Raggi e Frongia) come i nomi più papabili.

Alfano: su rinvio voto Roma vedremo
Il ministro degli Interni Angelino Alfano ha rinviato la scelta sulla data delle elezioni anticipate in Campidoglio, per via del Giubileo, sottolineando che ora la priorità del Governo è la scelta del commissario. «La valutazione di opportunità politica andrà fatta al momento giusto. Per procedere a un rinvio delle elezioni ci vorrebbe una legge. Ma il mio compito non è pensare a leggi per rinviare le elezioni, ma quello di assicurare la tempestività dell'intervento commissariale quando arriverà il momento».

Aut aut Pd a Marino: o lasci o ti sfiduciamo
La verifica tentata da Ignazio Marino per capire se ci siano ancora margini per ritirare le annunciate dimissioni hanno provocato ai vertici del Pd poco più di un'alzata di spalla. «È finita, o lunedì il sindaco formalizza le dimissioni o lo sfiduciamo in Aula», è stato il messaggio che gli ambasciatori di Matteo Renzi hanno recapitato al primo cittadino. Il leader Pd non ha più alcuna intenzione di tornare sulla vicenda e ha già fissato la road map per cercare di far risalire il partito in vista delle elezioni di primavera: organizzare il Giubileo sul “modello Expo” ed individuare il candidato che abbia più chance per risalire i sondaggi. Il presidente del Consiglio è irritato dall'ostinazione di Marino e dal conseguente danno di immagine per il Pd.

In attesa del commissario
Rialzare la testa nella capitale, e quindi tentare una rimonta elettorale, è possibile per Renzi solo a due condizioni: tornare a gestire, già nella fase commissariale, la città «sistemando le strade» e pensando a pulizia e servizi e a chiudere la stagione di un Pd dilaniato tra correnti. Il governo deciderà nelle prossime settimane il commissario prefettizio che reggerà Roma fino al voto. I nomi che girano con più insistenza, Raffaele Cantone e Alfonso Sabella, vengono considerati come improbabili tra i dem. Ma al di là del commissario e di un'eventuale commissario straordinario del Giubileo, Renzi ha deciso di avere un ruolo attivo, attraverso Palazzo Chigi ed il sottosegretario Claudio De Vincenti, nella preparazione e alla gestione del Giubileo. «Ci giochiamo la credibilità rimasta dopo i tanti errori di Marino», sono consapevoli al Nazareno.

Incognita primarie nel Pd
Anche se il leader Pd non ha ancora messo la testa sulla scelta del candidato, chi lo conosce assicura che i tempi non saranno lunghissimi. Anche per evitare che a Roma come a Milano il centrodestra e M5S partano prima in campagna elettorale, scegliendo chi correrà nei due capoluoghi. La scelta per la capitale sarà tutt'altro che semplice vista la gatta da pelare. E dal confronto dentro il Pd e tra gli alleati si capirà se le primarie possono rappresentare un volano per riaffezionare elettori o se, spiegano tra i dem, rischiano di diventare un ulteriore terreno di scontro e divisioni fratricide.

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