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La manovra di Renzi: sgravi al 40% per chi assume, taglio Ires al…

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il cdm vara la legge di stabilità

La manovra di Renzi: sgravi al 40% per chi assume, taglio Ires al 24% dal 2017, canone in bolletta, spending review da 5,8 miliardi

Una manovra da 27 miliardi organizzata intorno a quattro assi, per un’Italia «forte, semplice, giusta e orgogliosa». Il Consiglio dei ministri, cominciato intorno all’una e concluso un’ora e mezza dopo, ha varato la legge di stabilità 2016. «Lo slogan di questa manovra è “l’Italia col segno più”», ha chiarito subito il premier Matteo Renzi.

Renzi: «È legge di fiducia»
Basta con il vittimismo rassegnato, che «è ostacolo alla crescita», ha sottolineato il premier. Perché invece «il nostro destino è nelle nostre mani». E allora, «si legge legge di stabilità ma si pronuncia legge di fiducia e questa fiducia si traduce nell’impegno di realizzare un Paese più semplice e più giusto».

«Tasse giù in modo sistematico»
Non è una manovra di stangate, ha assicurato Renzi, tutt’altro: «Le tasse andranno giù in modo sistematico». Non a caso il primo dei 25 tweet di buone notizie con cui il premier ha riassunto la legge è dedicato all’addio all’Imu-Tasi: «Via le tasse sulla prima casa», dopo gli 80 euro e l’Irap. Un intervento che sarà accompagnato da un «intervento straordinario sulle case popolari» (170 milioni di euro di efficientamento energetico)».

Ires, taglio al 24% dal 2017
Quanto alle imprese, «tagliamo l’Ires dal 2017 al 24 per cento», ha annunciato Renzi. Un anticipo già nel 2016 sarà possibile solo a una condizione: «Se la Commissione Ue riconoscerà lo 0,2% di spazio di patto in più, circa 3,3 miliardi, per l’evento migratorio eccezionale anticiperemo al 2016 misure previste per il 2017: l’Ires e i denari per ulteriori investimenti nell’edilizia scolastica. Ma non sappiamo se Bruxelles approverà». Renzi ha comunque ricordato la scelta del governo di rispettare le regole europee rivendicando al suo esecutivo il merito di essere riusciti a recuperare uno spazio di flessibilità «che vale circa 13 miliardi».

La stabilità raccontata via Twitter
Il premier ha letto in conferenza stampa tutti i tweet di “buone notizie” con l’hashtag #italiacolsegnopiù: «La prima legge di stabilità spiegata via twitter nella storia». Tra loro i «superammortamenti al 140% per chi investe», che, ha precisato, scattano dal 15 ottobre. Ancora: «Un Paese più semplice», con le misure per il contante (confermato l’aumento del limite da mille a 3mila euro), per le partite Iva e per i lavoratori autonomi. Renzi ha respinto le critiche: «Noi l’evasione la combattiamo, soprattutto all’estero e poi anche in Italia. Abbiamo fatto accordi con Svizzera, Liechtenstein, Vaticano, abbiamo una stima di 3,4 miliardi che abbiamo ripreso dall’estero e riportato in Italia, ma credo che saranno di più. E la misura sarà accompagnata da incentivi all’uso della moneta elettronica».

Fondo anti-povertà da 600 milioni
Altra buona notizia letta da Renzi: «Un Paese più orgoglioso: 1000 ricercatori, 500 cattedre speciali, 500 assunzioni nella cultura». E ancora: «Risposte per il Sud, non proclami», con 450 milioni per la Terra dei fuochi e un fondo di garanzia per Ilva. Poi «Tornare alla terra»: via Imu agricola, via Irap agricola, semplificazione. Più sociale: 450 milioni sul fondo, legge per il “dopo di noi” (quasi 100 milioni destinati ai disabili), più servizio civile. Prima misura organica contro la povertà (600 milioni dallo Stato), soprattutto per i minori, e la collaborazione tra comuni, terzo settore e fondazioni bancarie. Sulla sanità arrivano 111 miliardi per il 2016 con l’avvertenza: «Più soldi, ma spenderli meglio».

Decontribuzione: nel 2016 sgravi al 40%
Gli sgravi contributivi per chi assume sono confermati fino al 31 dicembre 2015 nella loro interezza, ha detto Renzi: «Dal 2016 si riducono invece al 40% e dal 2017 caleranno ancora: quindi sbrigatevi ad assumere». Ma nella legge di stabilità «c’è anche il Jobs Act dei lavoratori autonomi»: un collegato ad hoc «organizzato su fisco e nuove tutele» anche per riparare «al pasticcio che si è fatto l’anno scorso».

Pensioni: part time agevolato per i dipendenti over 63
Confermate le prime misure di sostegno sulle pensioni: debutterà, come emerso ieri, un part time agevolato per tutti i dipendenti over 63 del settore privato, da instaurare tramite accordi individuali, senza alcun vincolo per le aziende ad assumere e senza penalizzazioni per chi lo sceglie: il datore di lavoro verserà in busta paga l’intera contribuzione netta che avrebbe destinato all’Inps in caso di orario pieno, mentre la contribuzione figurativa sarà a carico della fiscalità generale. Sì anche a innalzamento della no tax area e alla conferma dell’opzione donna fino a fine 2015. Per il finanziamento del pacchetto previdenziale, ha precisato Renzi, «non c’è alcun incremento di costo ma sta dentro le voci di bilancio già previste».

Canone Rai in bolletta
Alla voce “Un Paese più giusto: pagare meno, pagare tutti”, c’è la lotta all’evasione attraverso la digitalizzazione. Confermato il «canone Rai a 100 euro», ma Renzi ha precisato: «La curva del canone è discendente, 100 euro nel 2016, 95 nel 2017». E si pagherà «attraverso la bollettazione».

Spending review da 5,8 miliardi
La manovra dovrà garantire innanzitutto il finanziamento con misure strutturali di spending review da 5 ,8 miliardi necessari al “pacchetto fiscale”. In parte con i tagli del 3% sui ministeri, in parte con «la norma che chiamiamo costi standard», ha spiegato il premier, valorizzando il ruolo della Consip nella centralizzazione degli acquisti. Dal capitolo giochi, ha aggiunto Renzi, il governo prevede entrate per un miliardo. Resta in piedi l’obiettivo partecipate “da 8mila a mille” con tetto ai dirigenti e riduzione delle poltrone.

Azzerate clausole di salvaguardia
Circa 16,5 miliardi della manovra servono ad azzerare le clausole di salvaguardia, ovvero l’aumento dell’Iva e delle accise. Un rischio che si trasferirà sulla prossima legge di stabilità, quella del 2017, per 25,4 miliardi. L’eredità delle vecchie clausole nel totale del triennio raggiunge i 70 miliardi.

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