Così no. Valentino, ma che combini? Davvero non è questo l'epilogo che ci aspettavamo per uno dei più bei mondiali degli ultimi anni. A Sepang vince Pedrosa davanti a Lorenzo, ma gli occhi e il pensiero di tutti va a quello che è accaduto a 14 giri dalla fine: i due spagnoli sono già davanti, mentre Marquez e Rossi ingaggiano un duello furibondo, frutto amaro delle polemiche innescate dal Dottore nei giorni scorsi; e proprio Valentino a quel punto perde la testa, si volta verso il rivale, rallenta, lo accompagna sulla traiettoria esterna. Marquez cade.
La gara finisce di fatto lì, con un duello che ricorda da vicino quelli che il compianto Marco Simoncelli ingaggiava con gli stessi spagnoli, che pure a lui facevano saltare non poco i nervi. Ma viene da ripensare soprattutto alla Formula Uno, a quanto accadde a Jerez nel 1997, quando Michael Schumacher tentò deliberatamente (senza riuscirci) di mandare fuori pista Jacques Villeneuve, che conquistò poi il titolo. Durissima la sanzione della direzione di gara: Rossi è penalizzato con tre punti sulla patente motoristica, e soprattutto scatterà dall'ultimo posto in griglia a Valencia: una decisione che è quasi una sentenza sul Mondiale, malgrado i 7 punti che pure Rossi si porterà come esigua dote su Lorenzo nell'ultima gara. Con questo clima cupo e questa classifica elettrizzante appuntamento a domenica 8 novembre, proprio a Valencia: il giorno dei giorni, quello dei duelli e dei verdetti definitivi.
La gara
Caldo umido soffocante, come d'abitudine, con temperatura dell'aria intorno ai 38 gradi. Tensione e concentrazione s'intravvedono dietro gli occhiali a specchio con cui Rossi e Lorenzo nascondono i loro sguardi ai milioni di tifosi fissi su di loro, in tutto il mondo. Si parte. Molto bene le Honda di Pedrosa e Marquez, Valentino tiene il passo mentre le due Ducati sono davanti a Lorenzo, che però come in gatto dopo due curve le passa entrambi e si accoda a Valentino. E pochi tornanti ancora e Lorenzo passa il Dottore, che s'accoda abbastanza docilmente: la gara è appena all'inizio, ed è inutile accendere subito i fuochi d'artificio. Fuori dai giochi invece uno dei protagonisti più attesi: Andrea Iannone, tradito dalla sua Ducati. 18 giri alla fine e altro colpo di scena: errore di Marquez, e Lorenzo lo passa ed è ora secondo, alle spalle di Pedrosa e davanti al campione in carica e a Rossi, che ora ha solo 4 punti di vantaggio sul rivale in classifica. Valentino sembra prigioniero nella morsa della “Spagna-connection”. Ma il pesarese reagisce, attacca Marquez e lo passa in un duello ad alto rischio per entrambi. Ma Carboncito non molla, i due si passano e si ripassano, Valentino scuote la testa dopo l'ennesimo controsorpasso: lui alle prese con un duello rusticano, Lorenzo in fuga con Pedrosa. Ovvio che le polemiche dei giorni scorsi hanno infiammato la rivalità, e Marquez ha tutta l'aria di volergliela far pagare cara, al Dottore…14 giri alla fine ed evento clamoroso! Valentino dopo aver subito l'ennesimo sorpasso rallenta, aspetta Marquez, lo guarda fisso negli occhi, allarga la traiettoria, e Marquez cade! L'impressione è che Rossi abbia voluto accompagnare Marquez verso la traiettoria esterna, fino a farlo cadere. Dalle prime immagini si vede anche che Rossi apre la gamba sinistra, non è chiaro se sia quello a fare cadere Marquez. Inevitabile che l'episodio finisca sotto osservazione da parte della direzione di gara. La penalizzazione è così giustificata: Valentino ha avuto una «guida irresponsabile che ha deliberatamente causato il contatto. Deliberatamente ha portato in un angolo un altro pilota per forzarlo fuori dalla sua traiettoria».
Davanti intanto Pedrosa e Lorenzo hanno allungato, e hanno quasi 6 secondi di vantaggio. Vale Rossi sembra essere rimasto vittima della polemica che lui stesso ha scatenato: tradito dal nervosismo e dalla grande resistenza di Marquez nel corpo a corpo, il pesarese ha perso la testa e lo ha spinto fuori pista. Intanto, a 10 giri dalla fine, scivola anche Dovizioso dopo un contatto con Crutchlow. Ma di fatto la gara s'è conclusa dopo il contatto tra Rossi e Marquez: i replay tv sono implacabili, il calcio con la gamba sinistra di Rossi a Marquez sembra indiscutibile, anche se è vero che
Marquez sembra a sua volta chiudere la traiettoria verso la Yamaha del Dottore…ma le responsabilità del pesarese sembrano chiare e indiscutibili. La bandiera a scacchi celebra il meritato successo di Pedrosa, e l'altrettanto giusto secondo posto di Lorenzo; Rossi chiude terzo, ma il suo Gran Premio non finisce qui, in attesa delle decisioni della direzione di gara, che arrivano oltre un'ora dopo il verdetto della pista: per Rossi tre punti tolti sulla patente motoristica, e conseguente partenza dall'ultimo posto sulla griglia di partenza a Valencia.
Polemiche e reazioni _ Più delle parole dei protagonisti (il più lucido, nel dopogara, sicuro è stato Pedrosa, mentre Lorenzo caldeggiava la decisione della direzione di gara, anche se forse sperava in una penalizzazione anche maggiore per Rossi), val la pena porre degli interrogativi, che torneranno utili per le prossime giornate. In ordine sparso: Davvero Marquez ha corso “contro” Valentino, o il duello che si stava verificando a Sepang era legittimo? La sanzione nei confronti di Rossi – che ha messo a repentaglio la sicurezza di un rivale – poteva essere anche maggiore? La direzione di corsa avrebbe potuto sanzionare direttamente durante la gara – magari con un passaggio obbligato ai box – la scorrettezza? Di fatto, i nervi di Valentino sono saltati, con un episodio ingiustificabile anche nell'ipotesi del “complotto iberico” contro di lui; e bene – a modesto pare del cronista – ha fatto la direzione di gara a rivedere con calma quanto accaduto, prendendo la propria decisione in un tempo relativamente breve (si ricordi quanto accaduto ad esempio nell'ultimo Gp di Formula Uno a Monza, dove il podio venne ufficializzato a circa 4 ore dal termine della gara). Chiariti questi punti, chi non avrebbe firmato per avere un finale del genere, fra due settimane a Valencia?
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