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Regeni, Fiumicello gremita per il funerale. Il parroco:…

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L’ULTIMO SALUTO AL RICERCATORE

Regeni, Fiumicello gremita per il funerale. Il parroco: «Grazie Giulio»

Quasi mille i posti occupati nella palestra polifunzionale di Fiumicello per i funerali di Regeni. «Grazie Giulio, per avermi insegnato tante cose. Resta nel mio cuore l’energia del tuo pensiero. Il tuo pensiero, per amare, comprendere, costruire tolleranza. Con affetto, la mamma», il messaggio letto sull’altare da un amico. È stata l’ultima delle tante testimonianze di affetto durante la cerimonia. Poche le corone e i cuscini di fiori, tra i quali quello dell’Ambasciata d’Italia e dell’Università di Cambridge. All’esterno, altrettante persone rimaste fuori per mancanza di spazio. Nel Paese tutti gli esercizi pubblici sono rimasti chiusi per lutto cittadino ad esclusione di bar e ristoranti, aperti proprio per servire da bere e mangiare a quanti sono venuti per l’ultimo saluto al giovane ricercatore friulano ucciso al Cairo. Come chiesto dalla famiglia, anche se la cerimonia era aperta a tutti, niente telecamere e fotografi per rispettare una forma strettamente privata.

Il parroco: Giulio grazie, grazie e ancora grazie
«Grazie per questo compito di testimonianza che ci coinvolge tutti. Grazie, grazie e ancora grazie» sono state le parole del parroco di Fiumicello, don Luigi Fontanot. Nel corso dell’omelia ai funerali il sacerdote ha definito Giulio «una persona speciale, per l’entusiasmo, per la voglia di conoscere» ricordando i concetti di libertà e di amicizia che aveva espresso («libertà è la possibilità di esprimere te stesso in un certo contesto, amicizia è un rapporto incondizionato tra due persone»).

Lo stato delle indagini
Anche il pm di Roma Sergio Colaiocco, al quale è affidata l’indagine sulla morte Regeni, è a Fiumicello per partecipare ai funerali. L’occasione consentirà al magistrato di raccogliere le dichiarazioni di amici e conoscenti del giovane trovato morto il 25 gennaio scorso lungo la strada che collega Il Cairo con Alessandria. Intanto continuano le indagini sulle ultime ore del ricercatore. Dalle testimonianza di tre suoi amici raccolte ieri in procura a Roma è emerso infatti che Regeni era preoccupato per una fotografia scattata l’11 dicembre da uno sconosciuto durante un incontro al Cairo nel corso un’assemblea dei sindacati indipendenti. Una circostanza che, come il ricercatore aveva confidato a due amici, lo aveva preoccupato. Ma dopo Natale, hanno raccontato sempre i suoi amici, era apparso più sereno.

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