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Unioni civili, senatori dem: sì a fiducia su ddl e stralcio per …

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via i «super-canguri», emendamenti inammissibili

Unioni civili, senatori dem: sì a fiducia su ddl e stralcio per adozioni stepchild

Via l'articolo 5 sulla “stepchild adoption” e maxi emendamento con la fiducia mantenendo l'impianto del ddl Cirinnà. Così il premier Matteo Renzi ha sintetizzato la sua linea sulle unioni civili alla riunione di questa mattina dei senatori Pd. Nel vertice al Senato Renzi ha esplicitato la sua decisione: fiducia su un maxiemendamento che recepisca il grosso del ddl Cirinnà, stralciando la “stepchild adoption” e inglobando gli emendamenti presentati dal senatore dem Giuseppe Lumia agli articoli 2 e 3 del testo Cirinnà volti a prevenire rischi di incostituzionalità, con l'eliminazione dei riferimenti di troppo agli articoli del codice civile sul matrimonio.

Renzi: fiducia scelta inevitabile, alternativa melina o palude
Un voto di fiducia definito una scelta «rischiosa» (tanto più che «qualcuno dei nostri alleati - ha detto il premier - potrebbe non votare la fiducia al governo» e che « c'è una strategia etero diretta di non approvare la legge»), ma inevitabile, perché «l'alternativa è la palude o la melina». E ancora: «Potrebbe non essere il testo migliore rispetto alle attese di tanti ma potendo scegliere tra il tutto mai e un pezzo oggi è meglio fare subito la legge».

Renzi: con fiducia ok finale in 2 mesi
«La soluzione parlamentare andrebbe a lungo, troppo a lungo - ha spiegato ancora Renzi ai suoi senatori - la ragionevolezza vuole che intervenga direttamente il governo: è l'unico modo per dare una legge sulle unioni civili. Con la fiducia sul maxiemendamento possiamo approvare la legge al Senato in massimo una settimana e due mesi alla Camera». Niente sconti al M5s dopo il dietrofront sul voto sul supercanguro («Il Pd non può essere preso in giro, il M5S gioca sulla pelle dei diritti in modo spregiudicato. Ora basta, errare è umano, perseverare è diabolico»»). E, dunque, niente votazioni dei 500 emendamenti rimasti sul tappeto.

Il confronto tra i senatori dem
La decisione finale tra “soluzione parlamentare ” e maxiemendamento con fiducia è stata lasciata all’assemblea dem, chiamata a esprimersi dopo un dibattito in cui hanno preso posizione tutte le diverse anime del partito. Così la senatrice Cirinnà ha lanciato un appello a Sel perchè voti a favore della fiducia perchè «è una fiducia al Paese e non al governo», mentre il senatore Francesco Verducci (portavoce dei Giovani Turchi), ha presentato un ordine del giorno “politico” per ottenere «garanzie sui contenuti del maxiemendamento», a cominciare dall'articolo 3 sui diritti e doveri. Luigi Manconi ha chiesto di evitare ogni intervento di modifica al testo in esame, che introdurrebbe «nuove discriminazioni e per di più tra bambini», mentre il renziano Andrea Marcucci ha esaltato il «coraggio» del partito, che non «mai mollato sulle unioni civili».

Renzi: troppi rischi da via parlamentare, serve intervento del governo
In sede di replica, al termine del confronto tra i senatori (che si è chiusa senza una votazione formale ma ha registrato la convergenza sulla liena del segretario), Renzi ha chiesto ai parlamentari di non chiamare più l’emendamento salva-Cirinnà «maxi ma emendamento governativo. Noi stiamo facendo un passo avanti molto significativo». In palio, ha aggiunto, c'è una «dimensione politica alta e vera e riguarda identità del Pd», e una «dimensione tattica: i 5 Stelle hanno fatto un volta faccia. I rischi della via parlamentare sono troppo alti e quindi non resta che un intervento del governo dando spazio agli emendamenti concordati», ovvero Lumia.

Domani il maxiemendamento, per stepchild ddl ad hoc
L’orientamento ufficiale del partito, ha quindi sintetizzato il premier, è quello di rimanere fedeli alla linea del testo Cirinnà riprendendo alcuni aspetti degli emendamenti Lumia (con limature per garantire la costituzionalità del testo), stralciando invece l'articolo 5 sulla stepchild adoption. Il tutto condensato in un emendamento del Governo su cui porre la fiducia. La proposta di modifica dell’esecutivo dovrebbe essere depositata già domani pomeriggio, quando l’Aula riprenderà l'esame del ddl Cirinnà. Il voto di fiducia potrebbe essere fissato per giovedì o per l’inizio della prossima settimana. Il capogruppo, Luigi Zanda, ha invece spiegato che il tema delle adozioni (compresa la stepchild) sarà trattato in un Ddl ad hoc.

Minoranza Pd: un errore consegnarsi mani e piedi e Ncd
La via indicata dal premier e sostanzialmente condivisa dall’assemblea Pd non è però piaciuta alla minoranza interna, soprattutto per l’inevitabile accordo con Ap-Ncd in vista del voto di fiducia sul maxiemendamento. «Renzi ha scelto di consegnarsi mani e piedi a Ncd ed è un errore. La decisione del presidente Grasso che ha giudicato inammissibili tutti i ”canguri' e la chiara presa di posizione del M5S sono lì a dimostrare che un'altra strada era percorribile: quella del Parlamento che avrebbe potuto portare all'approvazione del ddl, adozioni comprese», ha tuonato l’esponente della minoranza Miguel Gotor spiegando come ora «per noi sia determinante che il maxiemendamento non ostacoli l'attività della magistratura in merito alle adozioni».

Grasso: “supercanguri” inammissibili
Commentando la liena del premier, Gotor ha fatto riferimento all’altro fatto politico di rilievo dela giornata: lo stop della presidenza delSenato al voto degli emendamenti premisssivi all’articolato del ddl Cirinnà. Come lasciato intendere nei giorni scorsi, il presidente del Senato Pietro Grasso ha dichiarato inammissibili i sette emendamenti “premissivi” al ddl Cirinnà, i cosiddetti super-canguri. Non solo quello del dem Andrea Marcucci (che riformulando l'intero testo della legge faceva decadere la maggioranza degli altri emendamenti) ma anche i 5 della Lega e uno di Fi. Tali emendamenti, hanno spiegato fonti della presidenza del Senato, sono stati «tollerati in rare occasioni da altre Presidenze» come «reazione proporzionata della maggioranza rispetto a ostruzionismo esasperato». Ma non è questo il caso perché del ddl Cirinnà, perché dopo il ritiro di circa 4.500 della Lega, da votare in aula restano solo circa 500 proposte di modifica.

M5S a Pd: ora fiducia sarebbe ingiustificabile
Una decisione, quella di Grasso, rispetto alla quale il presidente dei senatori Pd, Luigi Zanda (per giorni impegnato su un’ipotesi “spacchettamento” del super-canguro Martucci), non ha nascosto un certo disappunto. «Se avessimo conosciuto questa decisione con maggior anticipo - ha detto - lo svolgimento della discussione sarebbe stato diverso». Opposta la posizione del M5s, che ha plaudito alla decisione di Grasso e ha definito «ingiustificabile» la ventilata richiesta di fiducia sul provvedimento da parte del governo. «Ora si può discutere tranquillamente il ddl - ha detto la capogruppo 5 Stelle al Senato Nunzia Catalfo -. Ci sono quindi tutte le condizioni per poter discutere il provvedimento senza fiducia. Dal M5s c’è il sì al 100% sulla legge, mentre sull'articolo 5 resta la libertà di coscienza». In precedenza Roberto Fico e Luigi Di Maio del M5s avevano attaccato: «Dietro il maxiemendamento si nascondono beghe interne del Pd e una maggioranza senza numeri»

Fiducia sul maxiemendamento senza adozioni
Dopo la “svolta” sulle unioni civili annunciata da Matteo Renzi all'assemblea del Pd di domenica la strada è ormai tracciata. I vertici dem sono tutti d'accordo su un punto: del Movimento 5 stelle, dopo «il voltafaccia» della scorsa settimana sull’emendamento “canguro” del dem Andrea Marcucci, non ci si può più fidare. Dunque non resta che la strada dell'accordo nella maggioranza e della fiducia. Affidando il tema della stepchild adoption, ossia l'adozione del figlio naturale del partner all'interno della coppia gay, a un successivo disegno di legge di riforma complessiva delle adozioni.

Retedem: convocare direzione Pd
Basterà a tenere unito il Pd? La sinistra dem, come Gianni Cuperlo e Roberto Speranza, deplora lo stralcio di fatto dell'adozione del figliastro e non condivide lo strumento della fiducia: «La fiducia su un testo indebolito è un errore blu», dice Speranza. Ma l'ipotesi di non votare una legge attesa da anni e che comunque è un passo avanti notevole sul terreno dei diritti, a maggior ragione se viene posta la fiducia, non viene seriamente presa in considerazione dagli oppositori interni di Renzi. E dunque nell'assemblea del gruppo dei senatori democratici prevista per oggi alle 13 alla presenza del premier-segretario dovrebbe prevalere il realismo, e a parte qualche duro e puro il via libera al maxiemendamento senza stepchild adoption è scontato. Anche se gli esponenti di Retedem (tra cui la vicepresidente Pd Sandra Zampa) in una nota chiedono di convocare «al più presto una direzione nazionale», perché a questo punto si tratta «di stabilire se accettare o meno un accordo con un'altra forza politica che porterà ad un'inversione di rotta rispetto all'intero impianto del testo originario e di conseguenza alle linee programmatiche del nostro partito».

La trattativa con Ncd
Nella trattativa di queste ore con i centristi di Ncd i punti ancora aperti sono la pensione di reversibilità e il cognome del compagno/a, punti indigesti al partito di Alfano perché porterebbero le unioni civili sullo stesso piano del matrimonio. Ma da Largo del Nazareno e da Palazzo Chigi non sono disposti, dopo aver rinunciato all'adozione del figliastro, a fare ulteriori concessioni. E l'impressione è che alla fine Alfano darà via libera alla riforma dopo aver ottenuto l'accantonamento del tema adozioni. «Sul testo delle unioni civili sta prevalendo il buonsenso - ha dichiarato il ministro dell’Interno - ci sono alcuni aspetti da ritoccare sul simil-matrimonio, ma siamo su una strada positiva e dobbiamo lavorare nelle prossime ore per capire se arriveremo a destinazione».



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