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Unioni civili, ok del Senato alla fiducia: 173 sì. Renzi:…

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il testo passa l’ esame della camera

Unioni civili, ok del Senato alla fiducia: 173 sì. Renzi: «Giornata storica». Dai verdiniani 18 voti

L’Aula del Senato ha votato la fiducia al governo sul disegno di legge che disciplina le unioni civili omosessuali. I sì sono stati 173. I no 71. Il testo passa ora all’esame della Camera. Il disegno di legge contava sulla carta sul sì dei 111 senatori Pd (il presidente del Senato per prassi non vota), su poco meno di una trentina di centristi (6 senatori di Ap, in dissenso dal gruppo, non hanno votato la fiducia: tra questi Maurizio Sacconi, Roberto Formigoni, Gabriele Albertini) sul gruppo delle Autonomie (19 senatori), e su alcuni senatori del Misto. Non solo: anche 18 senatori verdiniani di Ala su 19 hanno votato la fiducia al governo. Senza di loro il governo avrebbe avuto 155 voti. Verdini (che ha parlato di «contributo essenziale» del suo gruppo) è risultato dunque determinante per la soglia della maggioranza assoluta a Palazzo madama, che è a quota 161. Anche se il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha messo le mani avanti: «Il voto di Ala alla fiducia - ha detto - non certifica un ingresso in maggioranza». E il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda ha ribadito che «i voti di Ala sono stati aggiuntivi, e non determinanti». Di diverso avviso il capogruppo M5S in Senato Nunzia Catalfo, che ha parlato di «matrimonio Renzi-Verdini, con Alfano damigella d’onore».

Non hanno votato la fiducia le forze di opposizione: M5s, Forza Italia, Lega e Fdi. In particolare i senatori del Movimento 5 stelle non hanno partecipato al voto, uscendo dall’Aula. Via la stepchild adoption e l'obbligo di fedeltà. Sono queste le novità principali del maxiemendamento al ddl sulle unioni civili per le coppie omosessuali sul quale il governo ha messo la fiducia.

Renzi: oggi giornata storica per Italia
«La giornata di oggi resterà nella cronaca di questa Legislatura e nella storia del nostro Paese. Abbiamo legato la permanenza in vita del Governo a una battaglia per i diritti mettendo la fiducia. Non era accaduto prima, non è stato facile adesso. Ma era giusto farlo». E ancora: «Ha vinto la speranza contro la paura. Ha vinto il coraggio contro la discriminazione. Ha vinto l'amore». Così Matteo Renzi su Facebook dopo il via libera del Senato alle unioni civili. A lui ha fatto eco la ministra per le Riforme Maria Elena Boschi. «Oggi approviamo la legge sulle unioni civili al Senato e quella sul conflitto di interessi alla Camera. Difficilmente in altre legislature lo stesso giorno si sono affrontati testi tanto importanti nello stesso giorno. Stiamo recuperando il tempo perso in passato per fare tornare a correre il nostro Paese».

Alfano: impedita operazione contro-natura. Finocchiaro: bugia
Il leader Ncd e ministro dell’Interno, Angelino Alfano, in mattinata non ha nascosto la sua soddisfazione per l’accordo trovato ieri sera sul maxiemendamento, soprattutto per lo stralcio della “stepchild adoption” (la adozione del figlio naturale del partner all’interno della coppia gay). E a margine del consiglio Ue degli interni a Bruxelles, ha dichiarato: «Abbiamo impedito una rivoluzione contro-natura e antropologica”, così il leader di Ap Angelino Alfano. Un’uscita, quella di Alfano, che ha irritato Anna Finocchiaro, presidente della Commissione Affari costituzionali, che ha scritto su twitter: «Contro natura? Oscurantismo arretratezza medioevo. #Alfano ricordi che chi fa le leggi ha il dovere della laicità e del rispetto. Di tutti».

Boschi: con legge no cittadini serie B
Ha difeso a spada tratta l’impianto della legge la ministra per le riforme Maria Elena Boschi, che ha dichiarato: «Credo che oggi dovrebbe prevalere il buon senso anche nelle dichiarazioni. Il regalo all'Italia è dire che non ci sono cittadini di serie B. E questa legge va nella direzione giusta». E Lorenzo Guerini, vicesegretario del Pd, ha invitato a «non alimentare polemiche con dichiarazioni infelici che risultano inutili ed esagerate» perché «ciò che conta è che si sta rendendo l'Italia un Paese più civile e moderno».

Gandolfini: Renzi? Ce ne ricorderemo a referendum
È stato il portavoce del Family Day Massimo Gandolfini a lanciare invece un messaggio minaccioso al premier Matteo Renzi: «Ce ne ricorderemo, visto che non noi ma lui ha legato il suo futuro politico al referendum sulle riforme, e quella - ha sottolineato in una improvvisata conferenza stampa davanti al Senato - è una bella data in cui ci ricorderemo chi ci ha offeso in maniera arrogante e proterva».

Romani: da governo e Pd vulnus regole democrazia
Dure invece le critiche di Forza Italia al provvedimento, nel metodo più che nel merito. «Raramente si è visto un maxiemendamento del governo interamente sostitutivo di un ddl. Quanto sta accandendo in queste ore offre la drammatica immagine al Paese di un vulnus da parte del Pd e del governo alle regole della democrazia», ha detto il capogruppo azzurro al Senato Paolo Romani, manifestando così la «profonda inquietudine» di Fi.

Speranza (Pd): sbagliata strada a ribasso con Alfano
La minoranza Pd ha votato la fiducia, ma senza entusiamo: «Destra e sinistra esistono e sono cose diverse. Si è visto nella discussione sulle Unioni civili - ha scritto Roberto Speranza su Facebook - Il Pd ha sbagliato a scegliere la strada a ribasso con Alfano. Ora non bisogna fermarsi. La battaglia per l'uguaglianza dei diritti è appena cominciata».

Fiducia e maxiemendamento senza adozioni
La trattativa è stata lunga e più difficile del previsto. Con i centristi che chiedevano di tagliare qualsiasi ponte all'omologazione tra unioni omosessuali e matrimonio (come l'obbligo di fedeltà) e di limitare “hic et nunc” l'azione dei giudici sulla “stepchild adoption”. Poi le distanze si sono accorciate: via l'obbligo di fedeltà per le coppie gay ma non limitando la validità della giurisprudenza sulle adozioni, almeno fino a quando il Parlamento non varerà una nuova legge che, ha assicurato il capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda, prenderà forma «entro la legislatura». Nel maxiemendamento che sostituisce il testo originario elaborato dalla senatrice dem Monica Cirinnà, spariscono dunque la stepchild adoption e l'obbligo di fedeltà per le coppie omosessuali, ma resta l'impianto del ddl Cirinnà e resta la libertà dei giudici nel decidere sui ricorsi delle coppie omosessuali in merito al riconoscimento dell'adozione del figlio del partner.

Presentato ddl Pd per no obbligo fedeltà coniugi
Intanto un disegno di legge è stato presentato da un gruppo di senatori del Pd che prevede di «togliere dall'articolo 143 del Codice Civile il riferimento all'obbligo reciproco di fedeltà tra i coniugi». L'obbligo di fedeltà, spiega la senatrice Cantini, prima firmataria, «è un retaggio di una visione superata e vetusta del matrimonio, il giudice non può fondare la pronuncia di addebito della separazione sulla mera inosservanza del dovere di fedeltà coniugale. Da questo punto di vista l'accordo raggiunto sulle unioni civili recepisce un modello molto più avanzato, che dovrà essere recepito dal Codice civile».

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