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Pil, Istat: rischi di rallentamento della crescita nel breve periodo

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Pil, Istat: rischi di rallentamento della crescita nel breve periodo

«In un contesto europeo caratterizzato da una crescita significativa del Pil, l'economia italiana presenta segnali positivi» ma «l'evoluzione del clima di fiducia rimane incerta e l'indicatore composito anticipatore dell'economia italiana» che «ha subito una battuta d'arresto a febbraio» segnala «rischi di un rallentamento dell'attività economica nel breve periodo». Lo segnala l'Istat nella nota mensile.

Istat: rischi rallentamento crescita a breve
I segnali positivi, spiega l'Istat sono «associati al miglioramento della produzione industriale, al consolidamento dell'occupazione permanente, alla riduzione della disoccupazione e alla crescita del potere di acquisto delle famiglie». Nei primi mesi dell'anno, però «la dinamica dell'indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane si mantiene altalenante. In aprile si è registrato un sensibile miglioramento della fiducia nei servizi di mercato e nelle costruzioni cui si è accompagnato un aumento moderato nella manifattura; per contro il commercio al dettaglio ha segnato un ulteriore peggioramento dopo la flessione in marzo». E «a febbraio l'indicatore composito anticipatore dell'economia italiana ha segnato una battuta d'arresto, suggerendo un rallentamento nel ritmo di crescita dell'attività economica nel breve termine». Anche «la dinamica dei prezzi per i prossimi mesi si prefigura estremamente debole,in linea con le attese di ribassi dei listini industriali.

Verso Pil a +0,3% anche nel secondo trimestre
Nel corso di un’audizione in Parlamento lo scorso 19 aprile il presidente dell'Istat, Giorgio Alleva, aveva detto che il ritmo della crescita italiana, nel secondo trimestre 2016, sarà «simile» a quello dei primi tre mesi dell'anno. Nel brevissimo periodo, quindi, la variazione congiunturale del Pil (corretto per gli effetti di calendario) non dovrebbe superare lo 0,3%, con un intervallo di confidenza compreso tra +0,1% e +0,5 per cento. Per raggiungere nel corso del 2016 una crescita dell'1,2%, come previsto dal Def, Alleva aveva avvisato che «sarebbe necessaria un'ulteriore accelerazione dell'attività economica nella seconda parte dell'anno».

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