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Antimafia, 14 gli impresentabili nelle liste per le comunali

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elezioni amministrative

Antimafia, 14 gli impresentabili nelle liste per le comunali

Rosy Bindi, presidente della commissione parlamentare antimafia (Ansa)
Rosy Bindi, presidente della commissione parlamentare antimafia (Ansa)

Roma in testa ma ci sono le liste di altri 12 Comuni sciolti per infiltrazione e condizionamento mafioso o sottoposti ad accesso che, in vista delle elezioni amministrative del 5 giugno, la Commissione parlamentare antimafia presieduta da Rosy Bindi ha deciso di sottoporre ai raggi X. E così San Sostene e Badolato (Cz), Platì (Rc), Ricadi e Joppolo (Vv), Scalea (Cs), Diano Marina (Im), Villa di Briano (Ce), Morlupo e Sant'Oreste (Rm), Finale Emilia (Mo), Battipaglia (Sa) sono finiti sotto la lente con un risultato scontato: una lista di cosiddetti impresentabili (anche se per nessuno di loro ci sono pendenze giudiziarie), candidati dalle liste civiche.

Dal monitoraggio di circa 3.200 nomi ne sono usciti 14 – otto dei quali, secondo la commissione, avrebbero prodotto certificati penali falsi – ma alcune prefetture, come quella di Caserta e Roma, avevano già provveduto a depennare uomini e donne che avevano fatto dichiarazioni mendaci sulla compatibilità con la legge Severino o sui carichi pendenti. Sette dei 14 impresentabili sono stati candidati a Battipaglia (Salerno) ma ci sono irregolarità anche a Roma, con un candidato al consiglio comunale “impresentabile” e irregolarità nelle liste di un municipio.

Un'attenzione particolare è stata dedicata a Platì, il Comune di 3.774 abitanti nella Locride, sciolto tre volte per mafia, che a parte una breve parentesi, di fatto dal 2003 è commissariato. Il sottosegretario con delega alla sicurezza, Marco Minniti, a marzo citò il comune calabrese per spiegare il livello di infiltrazione nel quartiere belga Molenbeek, “culla” del radicalismo islamico nel cuore dell'Europa. «Il livello di radicamento del terrorismo jihadista a Molenbeek è come quello della 'ndrangheta a Platì in Calabria», disse.

Nelle scorse elezioni amministrative non si era presentata nessuna formazione mentre questa volta, dopo il ritiro di Anna Rita Leonardi per il Pd, corrono due liste civiche. L'una – Platì Res Publica - guidata da Ilaria Mittiga, figlia del sindaco a capo di due amministrazioni sciolte per mafia, l'altra – Liberi di Ricominciare – condotta da Rosario Sergi. Quest'ultima lista ha presentato 12 candidati (di cui tre donne), mentre l'altra ne ha proposti nove (tre donne anche in questo caso).

Secondo Bindi proprio lo strumento delle liste civiche dovrebbe essere maggiormente studiato e analizzato per evitare rischi di infiltrazione. «Che le liste civiche fatte nel modo che abbiamo visto siano un varco per le mafie – ha affermato Bindi – è indubbio. Abbiamo visto nel tempo la presentazione di liste civiche nate per protesta contro la politica, ma il quasi 100% di liste civiche in quasi tutti i comuni sciolti per mafia è allarmante».

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