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    Dossier | N. 123 articoliElezioni comunali 2016

    Le grandi città al ballottaggio. A Roma sfida Raggi-Giachetti, a Milano Sala avanti di un soffio su Parisi. Renzi: «Non sono soddisfatto»

    Il presidente del consiglio Matteo Renzi durante la conferenza stampa nella sede del Partito democratico sui risultati delle elezioni amministrative comunali (Ansa)
    Il presidente del consiglio Matteo Renzi durante la conferenza stampa nella sede del Partito democratico sui risultati delle elezioni amministrative comunali (Ansa)

    I risultati reali raccolti dal Viminale confermano in parte il quadro dipinto nella notte da exit poll e proiezioni. Nella Capitale Virginia Raggi (M5S) è in testa con un bottino di voti superiore al 35 per cento. Secondo il Pd Roberto Giachetti, a più di dieci punti di distanza, tallonato dalla candidata Fdi-Lega Giorgia Meloni (20,6%), che comunque doppia Alfio Marchini fermo all’11 per cento. A Milano il candidato di centrosinistra Beppe Sala prevale su quello di centrodestra Stefano Parisi, anche se i due sono praticamente allineati al 41 per cento con solo pochi decimali di differenza. Torino: primo Fassino al 41,8% inseguito dalla candidata M5S Chiara Appendino con il 30,9%. A Napoli ballottaggio fra Luigi De Magistris e Gianni Lettieri (centrodestra) con il sindaco uscente sopra il 40% mentre lo sfidante aggancia quota 24 per cento. Sul piano generale l’affluenza è stata pari al 62,14% contro il 67,42 per cento delle precedenti amministrative.

    Renzi: non sono soddisfatto, Pd ha problemi
    «Io non sono soddisfatto, questo ci porterà a fare un ballottaggio il più forte possibile: occhio ai numeri perché nella stragrande maggioranza delle città i nostri candidati sono sopra il 40%». È il premier Matteo Renzi a commentare così i risultati delle amministrative nella conferenza stampa convocata a Largo del Nazareno in tarda mattinata. Un’analisi che ammette anche la performance non proprio ottimale in alcune realtà, non contrassegnate da sufficiente risposta popolare. E malgrado nel complesso per il premier sia difficile fornire un quadro omogeneo. A Roma, per esempio, ha pesato «il voto di protesta» nel successo importante di Raggi. «Il Pd ha problemi che deve affrontare e ci impegneremo per affrontarli» è l’assicurazione di Renzi che continua a dirsi «affamato di vittoria». Il partito a suo giudizio resta «la più grande comunità politica europea, sta intorno al 35% a livello nazionale, in molti Comuni sopra il 40% che è la cifra magica per l’Italicum: quindi il risultato non è una debacle ma non ci basta perché vogliamo di più». La preoccupazione più pressante giunge da Napoli («il risultato peggiore»), la città in senso stretto e non la provincia («meravigliosa, ma è un baco per noi»).

    Per studiare delle contromisure viene annunciata alla prossima direzione «una soluzione commissariale molto forte». Non tutto è perduto comunque, di qui a due settimane. I ballottaggi «partono sempre da zero a zero e quindi ai nostri dico di giocarsela a testa alta, sorridenti. Il voto non è politichese, è molto chiaro ma disomogeneo, si sceglie sulla base delle persone e gli italiani fanno zapping». Esclusa una perdita di consenso significativa per il Pd. «Il risultato è molto locale, molto frammentato e soprattutto non vede il partito di maggioranza, il Pd, in una situazione di crisi numerica perché i dati sono alti dal punto di vista della percentuale». Eppure «non siamo contenti. Siamo contenti del mezzo miracolo ma ci interessa l’altro mezzo miracolo».

    L’M5S esulta con Grillo
    Altra, e cioè orientata a mettere con più evidenza in risalto i riscontri elettorali non entusiasmanti dei dem, è la lettura offerta via twitter dal senatore della minoranza Pd Miguel Gotor. «Milano dice che la destra c’è, Roma che 5stelle non sono “nuovi barbari”, l’Italia che per noi è finito il tempo dell'arroganza». Intanto però i Cinque Stelle esultano, per Roma e per Torino. «#Cambiamotutto» è l’hashtag che Beppe Grillo lancia sul suo blog commentando il bottino dei pentastellati alle amministrative che definisce «storico». «Secondo la quarta proiezione disponibile quasi alle due di notte il Movimento 5 Stelle è la prima forza politica a Roma con il 37,5% e a Torino con il 32%. Virginia Raggi al momento è in testa per la corsa alla carica di sindaco con il 37,4% e andrà al ballottaggio con Giachetti o con la Meloni distaccati di circa 15 punti, un risultato storico! Chiara Appendino con il 35% tallona Fassino a Torino e tra due settimane sarà al ballottaggio, un risultato storico!».

    Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, che studia da futuro premier, ironizza persino. «Dopo il risultato alle ultime amministrative, Renzi aveva indossato la mimetica ed era andato in Afghanistan. Ora si dovrà mettere la mimetica per affrontare il Pd». Nel centrodestra, il leghista Matteo Salvini si scaglia contro Berlusconi alla prova dei numeri: «Evidente che a Roma la scelta di Forza Italia sia stata suicida». Per poi avvertire sul ballottaggio eventuale Raggi-Giachetti «mai per il Pd, mai con Renzi».

    A Roma Raggi in forte vantaggio, secondo Giachetti

    ELEZIONI ROMA 2016: BALLOTTAGGIO

    A Roma Virginia Raggi dei Cinque Stelle è in testa con un notevole vantaggio sul secondo classificato. Il finale la pone al 35,2%, più di dieci punti avanti rispetto al candidato Pd Roberto Giachetti (24,9%). Giachetti sembrava inizialmente incalzato dalla candidata FdI-Lega Giorgia Meloni (risultato definitivo 20,6%; Alfio Marchini fermo al 11,0% e Stefano Fassina al 4,5%.

    Vincitori e vinti in vista del referendum

    Milano: testa a testa Sala-Parisi

    ELEZIONI MILANO 2016: BALLOTTAGGIO

    A Milano andranno al ballottaggio Giuseppe Sala, candidato del centrosinistra, e Stefano Parisi, del centrodestra. La forbice è minima: i dati del ministero dell’Interno registrano Giuseppe Sala al 41,7% seguito da Parisi al 40,8 per cento. Terzo Gianluca Corrado del M5S con il 10,1% e Basilio Rizzo al 3,6 per cento. Sarà dunque sfida tra i due manager, l’ex commissario di Expo sostenuto dal centrosinistra e il candidato del centrodestra unito (dalla Lega al Nuovo Centrodestra, passando per Forza Italia). Due manager espressione della borghesia cittadina e della “Milano del fare”. Se Sala ha taciuto, Parisi ha subito commentato: «È un risultato straordinario. La partita è ancora aperta, ma questo che arriva dai cittadini milanesi è un chiaro segnale di cambiamento». E già apre ai Cinque Stelle: «Sono attenti al cambiamento, alla trasparenza e alla qualità della politica. Io sono in politica da poco ed è giusto smetterla di lamentarsi e giocarsi in prima persona. Mi piacerebbe avere l’attenzione di tutti quelli che non vogliono più la vecchia politica».

    Napoli: De Magistris sopra il 42%, Lettieri al 24%

    ELEZIONI NAPOLI 2016: BALLOTTAGGIO

    Il sindaco uscente Luigi De Magistris risulta in netto vantaggio a Napoli. Nell’ultimo consuntivo De Magistris si attesta al 42,8%, seguito a distanza dall’uomo del centrodestra Gianni Lettieri al 24,0%. Entrambi andranno al ballottaggio del 19 giugno. Seguono la candidata del Pd Valeria Valente al 21,2% e il candidato del M5S Matteo Brambilla al 9,7%. De Magistris, d’altronde, era il favorito, sostenuto da 14 liste, soprattutto civiche, e dalla sinistra radicale. Nemico giurato del premier Renzi, l’ex pm De Magistris ha combattuto l’intera partita presentandosi come il paladino dei diritti e del «popolo» contro «l’ordine costituito». Amaro in bocca per il Pd, lacerato dalla mal digerita sconfitta alle primarie di Antonio Bassolino e dalle polemiche per l’alleanza con Verdini. Esulta il quartier generale di Lettieri: «È la prima volta che a Napoli un sindaco uscente non viene confermato al primo turno elettorale. Ora comincia la sfida per il ballottaggio. Zero a zero, palla al centro».

    A Torino in testa Fassino ma Appendino lo insegue

    ELEZIONI TORINO 2016: BALLOTTAGGIO

    A Torino più in alto è il candidato del Pd Piero Fassino che secondo i dati ufficiali si attesta al 41,8% ma a sorpresa la candidata M5S Chiara Appendino lo incalza con il suo 30,9%. «Andiamo con fiducia al ballottaggio, ripartiremo al 40%», ha affermato il sindaco uscente. Mentre la rivale Cinque Stelle ha parlato di «risultato storico: erano 15 anni che questa città non andava al ballottaggio». Alberto Morano (Fdi-Lega) si attesta al 8,4%.

    Bologna contesa tra Merola e Borgonzoni

    ELEZIONI BOLOGNA 2016: BALLOTTAGGIO

    Da una parte l’ uscente Virginio Merola, Pd. Dall’altra la leghista forte del sostegno di tutto il centrodestra Lucia Borgonzoni. Saranno questi i contendenti alla poltrona di primo cittadino di Bologna per i prossimi cinque anni. Se Merola non è infatti riuscito a riacciuffare la vittoria al primo turno per Borgonzoni la consultazione ha significato vincere la concorrenza di Massimo Bugani del M5S per la conta finale. Il sindaco ha chiuso con un 39,5%, un calo di oltre dieci punti rispetto a cinque anni fa, quando venne archiviata la pratica senza bisogno del ballottaggio. Lucia Borgonzoni, fedelissima di Salvini, festeggia la chance di una (non facile) sfida con il suo 22,2 per cento.

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