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Decreto banche verso la fiducia, governo pronto ad ampliare i criteri per…

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giovedÌ in aula

Decreto banche verso la fiducia, governo pronto ad ampliare i criteri per gli indennizzi

La commissione Finanze ha concluso in nottata l'esame del Dl sulle banche con le misure per accelerare il recupero dei crediti e gli indennizzi per le quattro banche poste in risoluzione. Obiettivo di maggioranza e Governo è approvare il provvedimento in Aula nella giornata di oggi, con la richiesta della fiducia da parte del Governo. Il decreto legge, che deve essere convertito entro il 2 luglio, passerà poi all’esame della Camera.

Verso ok in commissione Finanze
Alla fine non hanno subito significative modifiche le norme del decreto che riguardano il rimborso automatico dell'80% degli investimenti per gli obbligazionisti colpiti dalla risoluzione di Banca Etruria, Banca Marche, Cari Chieti e CariFerrara. Il governo ha dato comunque l’ok ad alcuni emendamenti che amplieranno ulteriormente la platea dei risparmiatori che avranno accesso agli indennizzi automatici all'80% per gli investimenti nei bond delle quattro banche salvate. Lo ha reso noto nel pomeriggio il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta a margine dei lavori della commissione Finanze del Senato in vista del licenziamento del provvedimento.

Ritocco su criterio indennizzi, platea ampliata
Ed infatti nell'iter di conversione del decreto, sono stati approvati alcuni emendamenti in tal senso. Il primo riguarda l'interpretazione del criterio di reddito inferiore ai 35mila euro per accedere ai rimborsi automatici come “reddito complessivo”, ovvero definito - ha spiegato la prima firmataria dell'emendamento, Cecilia Guerra (Pd) - come «somma di tutti i redditi che entrano nella dichiarazione Irpef, ante imposte». L'emendamento, ha precisato Guerra, è stato presentato per dare certezza interpretativa alla definizione di reddito: quello complessivo si distingue dal reddito lordo, in quanto quest'ultimo è rappresentato dalla somma di tutti i redditi, ovvero anche di quelli che non rientrano nell'Irpef, come ad esempio i redditi finanziari, il Tfr o gli arretrati sugli stipendi. «Il reddito complessivo è più favorevole al contribuente», ha dunque aggiunto la senatrice Pd ricordando inoltre che «tra gli italiani che presentano la dichiarazione dei redditi i contribuenti con un reddito complessivo al di sotto dei 35.000 euro sono l'88,7%».

Preso come riferimento il reddito 2014
Il secondo emendamento, ha aggiunto Baretta, «assume come anno di riferimento il reddito 2014 anziché il 2015». Il che, ha sottolineato, «allarga ulteriormente la platea» di coloro che avranno accesso automatico agli indennizzi. «Nel negoziato con la comunità europea - ha ricordato ancora Baretta - si è definito che i due criteri di accesso, i 100.000 euro di patrimonio e i 35.000 di reddito sono indipendenti tra loro. Il che significa che se si produce un reddito Irpef all'interno dei 35.000 euro si ha accesso al rimborso automatico dell'80% indipendentemente dal patrimonio».

Ok a 6 mesi tempo per chiedere indennizzo automatico
Non solo. Via libera a una modifica che allunga di due mesi (da quattro a sei) il tempo per presentare l'istanza di erogazione del rimborso. Tra i documenti che l'investitore deve allegare all'istanza salta la copia della richiesta di pagamento, alla Banca in liquidazione, del credito relativo agli strumenti finanziari subordinati. Restano invece da consegnare gli altri documenti previsti nel testo originario: il contratto di acquisto degli strumenti finanziari subordinati; i moduli di sottoscrizione o d`ordine di acquisto; l'attestazione degli ordini eseguiti e una dichiarazione sulla consistenza del patrimonio mobiliare.

Su patto marciano tempo fino a 12 mesi
Un altro emendamento a firma Renato Turano (Pd), riformulato e approvato dalla commissione Finanze del Senato al Dl banche, prevede che nel caso di patto marciano, l'imprenditore che abbia gia rimborsato l'85% del finanziamento ricevuto avrà tre mesi in più di tempo per 'sanare' un eventuale inadempimento. La misura prevede infatti che l'inadempimento scatta non dopo nove ma dopo 12 mesi dal mancato pagamento di tre rate anche non consecutive.

Il via libera in Cdm lo scorso 29 aprile
Il Consiglio dei ministri ha approvato il cosiddetto decreto banche lo scorso 29 aprile. Il provvedimento prevede misure per «l'accelerazione sul recupero crediti». E gli attesi indennizzi a favore degli obbligazionisti subordinati (che in tutto sono 10.559) delle quattro banche andate in default e poi messe in risoluzione - Banca Marche, Carichieti, Carife e Banca Etruria. Per gli obbligazionisti che non rientrano in nessuno dei due parametri indicati dal decreto per accedere al rimborso automatico resta la strada dell'arbitrato. Scopo del decreto, secondo il presidente del consiglio Matteo Renzi, è quello di dare un'ulteriore scossa allo smaltimento degli Npl (“Non performing loans”) e dei crediti deteriorati.

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