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Brexit, Salvini: grazie Uk, ora tocca a noi. M5s: Ue deve…

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rinviata la direzione pd

Brexit, Salvini: grazie Uk, ora tocca a noi. M5s: Ue deve cambiare o muore

«Evviva il coraggio dei liberi cittadini! Cuore, testa e orgoglio battono bugie, minacce e ricatti. Grazie Uk, ora tocca a noi. #Brexit». Matteo Salvini, leader della Lega è stato tra i primi politici a commentare la vittoria del “Leave” al referendum britannico. Lo ha fatto esultando su twitter. Anche il Movimento 5 stelle ha ribadito che «L'Unione Europea deve cambiare, altrimenti muore». E ha ricordato che «il M5s ha sempre creduto che a dover decidere sulle questioni decisive debba essere il popolo, infatti abbiamo raccolto le firme per il referendum sull'euro per far decidere gli italiani sulla sovranità monetaria».

Salvini: firme per referendum su trattati Ue
Salvini ha annunciato che la Lega Nord inizierà la raccolta di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare che permetta agli italiani di esprimersi sui trattati europei sul modello del referendum inglese sulla Brexit. «Oggi è un gran bel giorno. Ora vediamo che succede» ha aggiunto il segretario del Carroccio a Radio 24. E ha spiegato: «La coscienza dei cittadini si è dimostrata più forte dei banchieri. Ora l'Europa ha davanti a sé l'occasione di liberarsi dell'Unione Europea. Basta coi salotti dei banchieri, rifondiamo l'Europa. E' un gran peccato che la nostra Costituzione, che è antidemocratica, non consenta agli italiani di votare tramite referendum su trattati internazionali». Poi ha aggiunto in conferenza stampa: «Da Londra è arrivato uno schiaffone ai Napolitano, ai Prodi, ai Monti e ai Renzi. A quelli per cui “l'Europa è cosa nostra, gli italiani non si impiccino”».

Rinviata direzione Pd
Intanto la direzione del Pd, in programma oggi alle 15 per commentare gli esiti del voto amministrativo, è stata rinviata alla luce del risultato del referendum in Gran Bretagna. Slitterà alla prossima settimana.

Serracchiani: urgente dare nuovo senso a Ue
«La Brexit è il caro prezzo pagato a un'inerzia europea durata troppo a lungo di fronte a fenomeni come le migrazioni e i crescenti problemi sociali» ha affermato la vicesegretaria dem Debora Serracchiani, commentando l'esito del referendum popolare con cui la Gran Bretagna ha deciso l'uscita dall'Unione europea. Per Serracchiani «non si tratta più solo segnali, è una fortissima sirena d'allarme che richiama a dare d'urgenza nuovo senso alla UE perché non sia più un potere lontano dai popoli.

Rosato (Pd): giorno tristissimo, tutti più fragili
Non ha nascosto la delusione iIl capogruppo Pd alla Camera, Ettore Rosato, che su twitter ha scritto: «Giorno tristissimo. Brexit mina speranza di crescita e pace. Tutti più fragili e vulnerabili. Da qui si riparte per UE più coesa e forte».

Alfano: giornata terribile per Ue, cambiare politiche
Il ministro dell’Interno e leader Ncd Angelino Alfano ha parlato di «giornata terribile per l’Europa», ma ha aggiunto che Brexit «può essere una opportunità per il suo rilancio, per un cambiamento di rotta
e di velocità, perché quando il popolo parla i governanti devo ascoltarlo». Per Alfano «su economia e immigrazione, dunque, occorre cambiare. Subito». «Noi
continuiamo a credere nell'Europa - ha aggiunto - ma siamo consapevoli che di fronte alle sfide della crisi economica e all'emergenza rifugiati, l'opinione pubblica europea abbia colto lentezza e incertezza nelle risposte, eccessi di burocrazia e carenza di visione politica» .

Matteoli (Forza Italia): opportunità per cambiare Ue
Di opportunità per cambiare la Ue ha parlato invece il senatore di Forza Italia Altero Matteoli. «Questa Europa non ci piace e non piace alla maggior parte degli europei. Dal voto del Regno Unito arriva la grande opportunità di cambiarla - ha dichiarato -. Il governo italiano si faccia carico, sin dal Consiglio Europeo della prossima settimana, di proporre l'avvio delle procedure per modificare i Trattati europei. Solo così si può evitare il rapido declino dell'Unione e ridare fiducia alle economie del vecchio Continente».

M5s: Ue deve cambiare o muore
Dentro il M5s c’è chi non ha nascosto la sua soddifazione per l’esito del referendum, malgrado in un recente post pubblicato sul sito di Beppe Grillo si fossero ammorbiditi i toni euroscettici e («Il Movimento 5 Stelle è in Europa e non ha nessuna intenzione di abbandonarla - si legge in un post del 21 giugno- . Ci stiamo battendo per trasformare l'Ue dall'interno»). «I britannici hanno scelto la #Brexit. Ha vinto la democrazia e perso l'Europa delle banche. Il vento di cambiamento è sempre più forte!» ha scritto in un tweet il deputato del M5S, Danilo Toninelli, che in Parlamento ha seguito in prima linea le partite della riforma costituzionale e della legge elettorale.

Meno “tranchant” l’esponente del”direttorio” Luigi Di Maio: «L'Unione Europea deve cambiare, altrimenti muore - ha scritto su Facebook - Le istituzioni comunitarie, e in particolare la Troika (FMI, BCE e Commissione Europea) devono iniziare a domandarsi dove hanno sbagliato e come possono risolvere l'enorme problema che hanno generato». Parole riprese sul blog di Beppe Grillo, firmato Movimento 5 stelle, nel quale si ribadisce che «L'Unione Europea deve cambiare, altrimenti muore». E si ricorda che «il M5s ha sempre creduto che a dover decidere sulle questioni decisive debba essere il popolo, infatti abbiamo raccolto le firme per il referendum sull'euro per far decidere gli italiani sulla sovranità monetaria».

Prodi: segno del malessere per tutta la politica
«Questa Brexit è il grande segnale del malessere non nei confronti dell'Europa, ma di tutta la politica che viene fatta oggi ovunque» ha dichiarato a Radio Vaticana l’ex presidente della Commissione Ue Romano Prodi, che ha auspicato come reazione «Più Europa che risolve i problemi». E ha aggiunto: «I cittadini non odiano l'Europa, odiano questa Europa. Odiano la gestione di questi anni, odiano una politica che non capiscono».

Napolitano: colpo molto duro, incauto promuovere referendum
Di «colpo molto duro» con «elementi di destabilizzazione economica e politica» ha parlato il presidente emerito Giorgio Napolitano, per il quale «è stato incauto promuovere questo referendum e affidare ad un 'no' o ad un 'sì' problemi tanto complessi. Hanno quindi prevalso elementi emotivi» come le preoccupazioni legate al problema dell'immigrazione».

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