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meeting a berlino

Brexit,Gentiloni: priorità sono crescita, lavoro e politica comune sui migranti

«Una delle risposte che gli europei aspettano per dare una prospettiva al futuro dell'Europa riguarda la capacità di avere politiche comuni sull'immigrazione». Lo ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni al termine della riunione a Berlino dei 6 ministri degli Esteri dei sei Paesi fondatori della Ue (Germania, Francia, Italia, Olanda, Belgio e Lussemburgo), convocata il giorno dopo il referendum britannico pro-Brexit. «L'Italia si aspetta che nel Consiglio Ue della prossima settimana di prendano decisioni rivelanti» in merito, ha aggiunto, spiegando che per i cittadini le priorità oggi sono: una risposta chiara e netta al referendum britannico e passi in avanti per crescita, lavoro e politiche migratorie.

Gentiloni: risposta da politica comune sui migranti
Gentiloni ha ricordato come l’Italia abbia «avanzato la proposta del migration compact». E ha poi ricordato che la prossima settimana c'è un Consiglio Ue, preceduto lunedì sera a Berlino da un trilaterale Merkel-Hollande-Renzi. «Il primo modo per far vedere ai cittadini dei 27 che la Ue capisce la lezione di ieri
e va avanti - ha sottolineato il ministro degli esteri italiano - è quello di dare un segnale di condivisione sulle politiche dell'immigrazione. È quello che l'Italia si aspetta dalla riunione di martedì del consiglio europeo».

“L'Italia si aspetta che nel Consiglio Ue della prossima settimana di prendano decisioni rivelanti”

Paolo Gentiloni, ministro degli Esteri 

«Priorità crescita-lavoro-migranti»
Gentiloni ha evidenziato che la priorità è rappresentata dalla triade crescita-lavoro-migranti. E ha ammonito a concentrarsi su questi temi, senza lasciarsi distrarre troppo dalle alchimie dei nuovi assetti istituzionali. «Dobbiamo stare attenti a non capovolgere la scala delle priorità. Per i cittadini le priorità oggi sono: una risposta chiara e netta al referendum britannico e passi in avanti per crescita, lavoro e politiche migratorie. Nel frattempo discuteremo di architetture istituzionali», come le possibilità di una Ue a due velocità. «Ma guai - ha scandito - a immaginare che con i discorsi sugli assetti istituzionali risolviamo le emergenze a cui guardano i cittadini europei».

«Su crescita ora si volti pagina»
In particolare, sul tema delle politiche per la crescita, per il ministro degli Esteri c'è voglia di «voltare pagina» tra i partner Ue. «Io penso di sì, c'è una spinta
convergente in questo senso che viene da Italia e Francia oltre che da altri rispetto alla domanda principale, che sono più crescita e più posti di lavoro», ha detto il titolare della Farnesina a margine dell'incontro a Berlino dei capi delle
diplomazie dei sei Paesi fondatori della Ue.

Ue non sia ostaggio dinamiche interne Gb
Quanto alla strategia concordata con i partner europei dopo il referendum, la Gran Bretagna «va unitariamente sollecitata ad avviare immediatamente la proceduta di separazione», perché «non possiamo lasciare l'Ue per mesi ostaggio delle dinamiche interne al Regno Unito». Chi ha deciso di andarsene deve dunque attivare il meccanismo, «ma quando sentiamo dire che sarà fatto nei prossimi mesi e subordinatamente ad alcune condizioni come i congressi di partito dobbiamo ricordarci che dobbiamo rispondere a imprenditori, mercati, imprese e cittadini che vogliono certezze, in Europa ed in Gran Bretagna. Il processo - ha ammonito
- deve iniziare celermente».

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