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Dossier Italia-Germania, la vittoria è possibile giocando così…

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Dossier | N. 34 articoliEuropei di calcio Francia 2016

Italia-Germania, la vittoria è possibile giocando così…

Joachim Loew e Antonio Conte (AFP)
Joachim Loew e Antonio Conte (AFP)

Battere la Germania e arrivare alla semifinale dell'Europeo? Missione tutt'altro che impossibile per l'Italia di Conte. Non facciamoci condizionare dalla cabala (che i tedeschi con gli azzurri abbiano sempre perso nella gare decisive conta poco, ogni partita fa storia a sé) e non facciamoci condizionare, in negativo, dalle assenze a centrocampo. Inutile rimpiangere Marchisio, assente per infortunio dalla lista dei convocati, così come è inutile rimpiangere Thiago Motta: che il nostro Ct, al di là della squalifica rimediata, probabilmente non avrebbe comunque schierato contro un centrocampo come quello tedesco, atletico e abile nel pressare i giocatori più lenti. Mancherà De Rossi, salvo un recupero dell'ultima ora, ma rimescolare le carte nel modo giusto potrebbe dare la spinta decisiva alla nostra Nazionale.

Lasciamo perdere frasi fatte e luoghi comuni come il fattore Conte, la difesa di ferro, la storia e altre amenità simili, cose che gli allenatori nemmeno prendono in considerazione perché valgono solo prima e dopo le partite, pronte a trovare conferma o smentita solo in base al risultato.

Gli allenatori si basano su dati tecnici e sullo studio delle caratteristiche tecniche e tattiche dei singoli e della squadra (propria e avversaria) nel suo complesso.

Cerchiamo quindi di immaginare cosa potrebbe accadere attraverso una rapida analisi della Germania versione Francia 2016.

Il Ct Loew è sempre stato dipinto (e si è sempre auto-dipinto) come un conoscitore dei moduli tattici italiani: vero, peccato per lui che Conte i moduli tattici li abbia sconvolti nelle ultime tre gare tornando di fatto all'antico. Difesa e contropiede, anche se interpretati in modo moderno, senza concedere nulla agli inutili tentativi dell'ultimo decennio di trasformare gli italiani in spagnoli o olandesi. L'Italia calcistica che Loew conosce bene è quella vista fino a maggio, la trasformazione delle ultime settimane non può non averlo sorpreso.

Noto per adattarsi al gioco degli avversari, Loew è passato attraverso l'applicazione di moduli diversi: difesa a tre e a quattro, attacco con il falso centravanti oppure, schierando Mario Gomez, con un centravanti vero vecchio stile. Ma, come tradizione degli allenatori tedeschi, anche Loew si basa su piani predeterminati più che sulla fantasia e sulla capacità di improvvisare. Tutto quello che riesce a prevedere gli riesce benissimo, l'imprevisto lo mette in crisi.

Non è un caso, a questo proposito, che il centro nevralgico del gioco sia sempre e comunque affidato a Kroos: giocatore che si sposta spesso dalla zona centrale verso le fasce laterali per togliersi dalla pressione avversaria. Attenzione, è molto bravo ma non è un fulmine: e se si riesce a rallentare il suo gioco, anche senza dover per forza riconquistare il pallone, diventa un giocatore normale. Senza guizzi alla Pirlo dei tempi d'oro, tanto per capire di cosa stiamo parlando, che anche sotto pressione inventava giocate imprevedibili.

Disinnescare Kroos sarà probabilmente il primo punto dell'agenda di Conte: ha gli uomini adatti per farlo e in questo, paradossalmente, potrebbe aiutarlo proprio l'eventuale indisponibilità di De Rossi. Il possibile sostituto, Sturaro, ha caratteristiche da ottimo difensore, pur essendo un centrocampista. Può essere il primo ad aggredire Kroos anche quando il tedesco, proprio per cercare di impostare con meno pressione, si sposta verso la zona laterale del campo.

Loew ha sicuramente studiato l'Italia con De Rossi, e magari ha pure pregato perché al suo posto giocasse Thiago Motta. Ma adesso si trova davanti a un rebus: se giocherà Sturaro, lo farà come centrocampista o come difensore? E se Conte dovesse scegliere come sostituto un difensore puro? Per il Ct tedesco si tratta di azzardare una risposta, visto che è abituato a preparare le partite perché vadano come lui le ha previste. Non è una novità per i nostri avversari, che anche nella finale del 1982 non riuscirono a capire come la Nazionale italiana avesse cambiato modo di giocare inserendo un difensore puro (e giovanissimo) come Bergomi al posto di Antognoni. Insomma, Die Mannschaft (La squadra) è un meccanismo perfetto che non ama i granellini di sabbia negli ingranaggi. L'altro uomo importante del centrocampo è Kedira, che abbiamo imparato ad apprezzare nella Juventus per la capacità di fare da raccordo tra i reparti. Ma l'ultima Italia gioca con verticalizzazioni improvvise, che spesso spostano l'asse del gioco dalla difesa all'attacco saltando di fatto i fraseggi sulla mediana. Una caratteristica che ha messo in crisi il centrocampo spagnolo, tutt'altro che scarso. Facile dire oggi che Iniesta e compagni hanno giocato male: la realtà è che sono stati costretti a giocare male.

Veniamo alla difesa, che almeno nella coppia centrale Boateng-Hummels somiglia molto a quella della nostra Nazionale. Ai tedeschi manca però un vero genio della fase difensiva come Barzagli, capace di interpretare il ruolo come i grandi del passato. Lui, più di Bonucci e Chiellini, è il vero fulcro del nostro reparto arretrato. I tedeschi, che non hanno un Barzagli, completano lo schieramento arretrato con Hector e Howedes (in alternativa Kimmich, che però è un centrocampista puro e soffre se deve difendere uno contro uno). Lo stesso Howedes non è un difensore esterno, ma un centrale adattato al ruolo di laterale, e non ama i giocatori che lo prendono in velocità. Vi dice qualcosa in proposito il nome di Eder?

Attacco: formidabile, certo. Ma anche qui il nostro atteggiamento difensivo potrebbe fare la differenza. Se Loew decidesse di giocare con Mario Gomez potremmo opporre il fisico e la scelta di tempo dei nostri centrali. Se invece optasse per Goetze con Özil avrebbe in campo due giocatori che amano sfruttare lo spazio lasciato tra le linee di difesa e di centrocampo: spazio che contro Belgio e Spagna gli uomini di Conte hanno dimostrato di saper chiudere molto bene, tenendo la squadra corta e costringendo gli avversari a giocare costantemente sotto pressione, senza tempo per ragionare.

Tentiamo quindi una sintesi. Primo: difesa a tre, pronta a diventare a cinque con il rientro dei due centrocampisti laterali, ma soprattutto linee di difesa e centrocampo abbastanza vicine da non dare a Özil gli spazi necessari a servire con calma Mario Gomez o, nel caso giocasse, Mario Goetze.

Secondo: centrocampo pronto ad aggredire e soprattutto a rallentare il gioco di Kroos, costringendolo a passaggi di pochi metri per spostare la fase di costruzione del gioco tedesco su giocatori più portati a distruggere che a creare dal nulla.

Terzo: sempre a centrocampo cercare il più possibile le verticalizzazioni rapide, che saltino Kroos e Kedira costringendo i tedeschi, qualora si perda palla, a ripartire dalla difesa e non dai piedi buoni dei due giocatori appena citati.

Quarto: sfruttare le fasce laterali con Eder (ma non solo, e in questo possono essere importanti Giaccherini e gli inserimenti da dietro di Florenzi) per aggirare la coppia centrale tedesca che è di valore assoluto. Inutile farci a zuccate tentando di sfondare, meglio prendere in velocità il reparto avversario e aprirsi due opzioni: il tiro diretto a incrociare sul bravissimo portiere Neuer, che se ha qualche piccolo difetto lo mostra proprio quando deve intervenire negli angoli bassi su tiri dai lati della sua porta, oppure il cross dal fondo a rientrare per servire Pellé.

Se riusciremo a fare tutto questo sono convinto che la Germania possa diventare un ostacolo superabile, forse in modo più netto di quanto si possa immaginare.

Schiacciare troppo le linee di difesa e centrocampo (o al contrario tenerle troppo distanti) lasciando in entrambi i casi molto spazio libero tra l'area piccola e il limite dell'area di rigore, sarebbe un suicidio. Così come cercare i fraseggi a centrocampo e insistere ad attaccare centralmente perché, perdendo palla, ci troveremmo nella scomoda posizione di dover fronteggiare l'impostazione in uno spazio vuoto da parte di Kroos e Kedira.

Detto così (o meglio scritto così) sembra facile: ma non lo è affatto. La storia del calcio è piena di partite perfette disegnate sulle lavagne degli spogliatoi. Peccato che, nello spogliatoio di fianco, ci sia sempre un altro allenatore con un'altra lavagna… Detto questo, sono convinto che Conte preparando la partita farà un pensiero anche a questi quattro punti chiave. Cercando di immaginare sempre una doppia opzione, a differenza di quanto fa di solito Loew che si basa sulla teutonica certezza di aver scelto la faccia giusta della monetina.

Ultime due considerazioni non tecniche: loro sono campioni del mondo. Situazione invidiabile, che tuttavia non ha mai impedito a qualcuno di perdere nella manifestazione successiva. In fondo a noi è capitato molte volte.

Secondo: nell'ultima amichevole abbiamo perso 4-1. Altra Italia, come impostazione tattica come giocatori. Per la cronaca ricordo: Buffon; Darmian; Bonucci (Ranocchia nel secondo tempo); Acerbi; Florenzi (De Silvestri nel secondo tempo); Montolivo; Thiago Motta (Parolo da metà del secondo tempo); Giaccherini (El Shaarawy da metà del secondo tempo); Bernardeschi; Zaza (ultimi dieci minuti per Antonelli); Insigne (Okaka negli ultimi venti minuti).

Vi sembra una squadra che assomiglia a quella di oggi? A me, no.

P.S. Il solito euro lo punto ancora sugli azzurri, consapevole che i pronostici li sbaglia solo chi ha il coraggio di farli. E come sempre, buon Europeo a tutti.

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