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Dossier | N. 34 articoliEuropei di calcio Francia 2016

La Germania passa ai rigori. L’Italia esce a testa alta (e non è una frase fatta)

Lapresse
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La partita, o meglio La Partita: perché quella tra Italia e Germania, per il calcio mondiale, è senza dubbio la sintesi massima del gioco del calcio. Forse alla pari ci possiamo mettere Italia-Brasile: ma comunque gli Azzurri, nelle “sfide leggenda”, meritano il posto d'onore sul gradino più alto del podio.
Oggi i tedeschi sono i grandi favoriti, ma come ho scritto qualche giorno fa l'Italia ha tutte le carte in regola per sovvertire il pronostico. Le chiavi di volta saranno le linee di difesa e centrocampo, vicine quel tanto che basta per non far giocare Ozil, ma non troppo schiacciate per non dare spazio davanti all'area piccola. Il controllo di Kroos, per limitarne l'impostazione del gioco. Le verticalizzazioni a saltare il centrocampo, per rendere difficili i recuperi e i rilanci dello stesso Kroos e di Kedira. L'attacco sulle ali, dove la difesa tedesca soffre di più, soprattutto se presa in velocità da giocatori come Eder, Giaccherini e Florenzi.

Se riusciremo a fare tutto questo la gara si metterà al meglio. In caso contrario diventerà una sfida quasi impossibile. Ribadisco, punto un euro sugli Azzurri, sapendo che i pronostici li sbaglia solo chi ha il coraggio di farli.
Ma adesso si gioca, e le chiacchiere stanno a zero. Come sempre scriverò durante lo svolgimento della partita: quindi analisi e commenti potranno cambiare in modo repentino in base allo svolgimento della gara.
Per l'Italia in campo Sturaro al posto di De Rossi, con Parolo spostato al centro della linea mediana, e lutto al braccio dopo il vigliacco attentato che ha colpito i nostri connazionali (e non solo) a Dacca. La Germania cambia a sua volta: Loew toglie un trequartista (Draxler) e inserisce un difensore (Howedes). Ma la difesa resta a tre, come nelle ultime gare. La copertura aggiuntiva è sulla linea di centrocampo tedesca.

Nei primi minuti Italia cortissima e molto attenta a giocare dal centro sulle fasce per allargare la difesa avversaria. Evidente il tentativo azzurro di giocare di prima per non dare punti di riferimento e sfruttare gli spazi vuoti: non facciamo un vero pressing, ma alziamo molto il baricentro di tutta la squadra non appena possibile. La Germania imposta la gara allo stesso modo, forse sperando che l'Italia si sbilanci in azioni d'attacco senza mantenere un'adeguata copertura. I primi dieci minuti passano così, senza nessuna azione importante dalle due parti.

Al 12esimo minuto Khedira accusa uno stiramento muscolare al flessore della gamba sinistra, ma prova a restare in campo. Dopo qualche minuto chiede però di uscire: entra Schweinsteiger, siamo al 15esimo minuto.
In questa fase la Germania arriva con facilità alla linea di metà campo, con gli azzurri che attendono sulla linea mediana cercando di creare gli spazi in cui poter cercare la giocata in profondità. Il baricentro si alza improvvisamente quando il pallone finisce a Neuer, per impedirgli di impostare direttamente il gioco.
Siamo attenti in difesa e riusciamo a tenere la giusta distanza con la linea di centrocampo, ma non riusciamo invece a sfruttare le fasce né a verticalizzare il gioco per Eder o Giaccherini. Le nostre punte sono impegnate a bloccare Kroos, che finora non ha inciso come al solito. Ma in questo modo sono anche meno pronte ad attaccare gli spazi nella fase offensiva. Conte dovrà trovare il giusto bilanciamento, e per quanto si vede a bordo campo non sembra soddisfatto di come i suoi uomini stanno interpretando la gara.

Al 26esimo segna di testa Schweinsteiger, ma il gol non è valido per un chiarissimo fallo del tedesco al momento dello stacco. La partita vive di fiammate improvvise, le due squadre si temono e cercano soprattutto di non offrire occasioni agli avversari. Al 30esimo incursione sulla sinistra di Giaccherini, cosa che dovrebbe accadere più spesso, ma Boateng rimedia chiudendo sul passaggio smarcante. Si arriva così al 35esimo minuto, con gli azzurri che riescono fino a questo momento a chiudere Kroos e ad impedire le giocate d'istinto di Ozil. Con qualche azione in verticale per le punte sarebbe una gara quasi perfetta: così, per ora, è solo una buona incompiuta.
Il tempo scorre veloce verso la fine della prima metà dei 90 regolamentari, senza emozioni dal punto di vista del tifoso, ma con una intensa applicazione tattica da parte di entrambe le squadre. Al 40esimo arriva un colpo di testa di Gomez, alto sulla traversa, su passaggio di Kroos in una delle rarissime occasioni in cui viene lasciato libero di giocare senza pressione. A seguire altra azione tedesca, nata da un rimpallo, conclusa con un tiro debole di Muller che finisce tra le braccia di Buffon.

“La partita vive di fiammate improvvise, le due squadre si temono e cercano soprattutto di non offrire occasioni agli avversari”

 

Italia vicinissima al gol al 43esimo, nella prima vera azione in profondità, ma il tiro di Sturaro viene deviato in angolo all'ultimo momento: è la dimostrazione che questa è la chiave di volta per scardinare la difesa tedesca, ossia gioco in profondità sulle fasce e cross a rientrare per Pellé o per i centrocampisti che arrivano da dietro inserendosi nell'area di rigore avversaria.
Finisce il primo tempo: la Germania ha mantenuto una netta prevalenza nel possesso palla, ma lo spavento più grosso l'ha preso Neuer. Prendiamo fiato per il secondo tempo.

A inizio ripresa nessuna sostituzione, gli azzurri dovranno continuare come nel primo tempo cercando di trovare qualche verticalizzazione in più. Nulla di fatto nei primi cinque minuti, ma Loew ha allargato i suoi uomini di attacco lasciando solo Gomez. Questo rende più difficili i ripiegamenti a centrocampo delle due punte laterali tedesche, che lasciano spazi liberi davanti a Schweinsteiger: dovremmo cercare di sfruttarli.
All'8° minuto improvvisa azione tedesca, tiro di Muller e Florenzi salva in modo miracoloso deviando al volo in mezza rovesciata con Buffon ormai battuto. Siamo troppo schiacciati all'indietro e i tedeschi riescono a giocare il pallone, invece di essere costretti a portarlo come accadeva nel primo tempo.
All'11esimo minuto ammonito Sturaro per proteste, dopo un fallo fischiato dall'ungherese Kassai. Che a stretto giro di posta ammonisce anche De Sciglio, già in diffida. Altri due minuti e altro giallo per Parolo, che in verità sfiora soltanto Gomez, impegnato in una sceneggiata come se fosse stato colpito con una bomba atomica. Tre ammoniti in cinque minuti, non è un bel segnale.
Al 16esimo bella azione di Giaccherini sulla sinistra, ma non arriva un conclusione degna di nota. Subito dopo ci prova Parolo da fuori, nulla di fatto. A bordo campo si scaldano Insigne e Goetze. Anche in questo caso scelta identica per i due allenatori: entrambi puntano sulla velocità.
Al 19esimo della ripresa rapido inserimento tedesco sulla sinistra, favorito da uno svarione di Florenzi a metà campo. Il pallone arriva a Ozil che da dietro si inserisce e mette in rete: per Buffon nulla da fare. La partita si mette nel modo peggiore per gli azzurri, che adesso dovranno per forza fare gioco e lasciare spazi al contropiede tedesco.

Al 22esimo Gomez, libero davanti alla nostra porta, trova un miracolo di Buffon che impedisce il raddoppio. Evidente in questa fase l'imbarazzo degli uomini di Conte, che non hanno digerito la rete appena incassata e non riescono a reagire. Fondamentale non subire il raddoppio, che chiuderebbe i giochi. Ma adesso è sofferenza, lasciamo giocare e siamo sempre in ritardo.
Fuori Gomez e dentro Draxler, mancano venti minuti alla fine della partita e Conte non ha ancor deciso chi mettere in campo tra gli attaccanti a disposizione. Pellè al volo non inquadra la porta, ma è evidente l'imbarazzo degli azzurri quando devono costruire gioco a difesa schierata. Sapevamo che non era questa la nostra situazione ideale, vista la mancanza di giocatori come Pirlo, Totti o Roberto Baggio. Il nostro calcio di oggi non ha sfornato gli eredi.
Quindici alla fine, proviamo da calcio d'angolo e sugli sviluppi un colpo di mano netto di Boateng ci regala un calcio di rigore. Bonucci vuole tirare e lo fa con freddezza: gol con palla sulla sinistra di Neuer, che intuisce il tiro ma non ci arriva. Si riparte per gli ultimi dodici minuti come se nulla fosse accaduto, ma i tedeschi che pensavano di aver già vinto adesso potrebbero avere qualche dubbio in più.

“Nessuno ha vinto, nessuno ha perso. Hanno deciso i rigori. Resta il rimpianto, ma dire che l'Italia è uscita a testa alta non è, questa volta, una frase fatta ”

 

All'80esimo contropiede azzurro, Pellè non trova la porta. Ma è la dimostrazione che possiamo giocarla fino in fondo e che i nostri avversari soffrono quando vengo presi in velocità. Adesso il tentativo italiano è chiarissimo: aspettare a impostare nella propria metà campo per costringere i tedeschi ad avanzare lasciando spazio libero per le nostre punte vicino alla linea di centrocampo.
Cinque minuti alla fine, Conte cambia Florenzi (stanchissimo) con Darmian. Dal punto di vista tattico non cambia nulla. Due alla fine, rapida azione azzurra e tiro di De Sciglio con un pallone pericolosissimo che colpisce la rete esterna sulla destra di Neuer. Uno alla fine, ammonito Hummels che abbatte Eder a centrocampo. Sacrosanto, nulla da dire. Tre minuti di recupero.
Germania in avanti, la difesa italiana chiude con ordine nel tentativo di partire in contropiede. Passa anche il secondo minuto di recupero, gli azzurri sono assiepati nella propria metà campo. Eder è stanchissimo, probabile il cambio con Insigne se ci saranno i supplementari. Che arrivano, puntuali. La memoria corre al 1970, con la mitica semifinale dello Stadio Azteca vinta dall'Italia 4-3, e alla semifinale del mondiale 2006, vinta 2-0 dagli azzurri con l di Grosso e Del Piero allo scoccare dei 120 minuti di gioco.

Nessun cambio per Conte, che può giocare ancora due carte fresche. Pronti, via, ammonizione per Pellè che abbatte Boateng: netto il ritardo del nostro attaccante, poco conta che l'intervento non fosse volontario. Cinque minuti di gioco, sembra di rivedere le prime fasi della partita, e in effetti dal punto di vista tattico ci sono pochissime differenze. Le due squadre si affrontano soprattutto a centrocampo, anche perché la stanchezza inizia a essere evidente da entrambe le parti.
Dieci minuti di gioco, non dobbiamo assolutamente sbagliare i disimpegni, e invece ne sbagliamo due in stretta sequenza. Arrivano due calci d'angolo, nulla di fatto. Ma arriva anche un giallo inventato per Giaccherini, che non simula come crede l'arbitro. A parti invertite Kassai aveva appena premiato Ozil in una situazione identica: ma Ozil, lui sì, aveva simulato. Fine del primo supplementare, tutto rimandato agli ultimi 15 minuti. Da un punto di vista fisico difficoltà per Chiellini (polpaccio), Sturaro ed Eder (entrambi stanchissimi).
Secondo supplementare, Conte attende ancora prima di effettuare i cambi. Azione tedesca che libera Draxler davanti a Buffon: pallone alto. Eder esce ormai stremato, è il momento di Lorenzo Insigne. La sua velocità potrebbe far male alla Germania in questi minuti finali. Al terzo minuto prendiamo un contropiede, ma Draxler, ancora lui, sbaglia l'ultimo passaggio. Recupera Schweinsteiger che tira sopra la traversa.

All'Italia basterebbe un'azione, una sola palla in profondità per lo scatto di Insigne. Il problema è costruirla, visto che le gambe sono pesanti e il fiato corto. Possesso palla tedesco, ma non è una novità. Anche Sturaro è ormai con la luce della riserva accesa da un pezzo. Mancano nove minuti, manata di Schweinsteiger che rimedia un giallo. Gli azzurri prendono fiato. Azione nello stretto di Insigne che tira centrale su Neuer da posizione non facile, ma subito Germania di nuovo nella metà campo azzurra anche se la mancanza di Mario Gomez in mezzo all'area limita le opzioni di attacco dei nostri avversari.
Cinque minuti alla fine, punizione per la Germania che avvia una lunga azione destinata a concludersi tra le braccia di Buffon. Tre minuti alla fine, l'Italia sembra molto più stanca e non riesce a ripartire: l'unica fase che resiste è quella difensiva. Tira Ozil, Buffon para senza difficoltà.

Manca un minuto, gli azzurri camminano a cercano con lo sguardo il cronometro come se fosse una liberazione. E invece aprirà la fase del non gioco, dei rigori. Del modo più ingiusto per scegliere chi, tra Italia e Germania, proseguirà il cammino verso la semifinale.
Kassai fischia, fine dei supplementari. Dopo 120 minuti il risultato è ancora in parità. L'Italia ha retto contro i campioni del mondo in carica, ha recuperato un gol di svantaggio, ha fatto molto più di quanto fosse immaginabile solo tre settimane fa. Partita ottima da un punto di vita tattico e tecnico, nulla da recriminare.

Chiedo scusa se non farò la cronaca dei rigori, mi limiterò al risultato finale senza indugiare sulla sequenza dei singoli tiri. Che conta pochissimo, c'è ancora qualcuno convinto che Baggio abbia sbagliato un rigore decisivo contro il Brasile… Mentre prima di lui avevano già sbagliato in due e sarebbe cambiato poco.
Finisce con la Germania che va in semifinale. Nessuno ha vinto, nessuno ha perso. Hanno deciso i rigori. Avrei scritto la stessa cosa a parti invertite. Resta il rimpianto, ma dire che l'Italia è uscita a testa alta non è, questa volta, una frase fatta.

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