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Serena Williams vince, eguaglia la Graf e ristabilisce l’ordine

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taccuino da wimbledon

Serena Williams vince, eguaglia la Graf e ristabilisce l’ordine

WIMBLEDON – Serena Williams ha deciso che era tempo di ristabilire l’ordine costituito del tennis femminile. Vincitrice a Wimbledon nel 2015, si era fatta sorprendere lo scorso anno allo US Open, a due partite dal Grande Slam, da Roberta Vinci, e quest'anno aveva già perso all'Australian Open da Angelique Kerber e al Roland Garros da Garbine Muguruza. Insomma, era digiuna di Slam da un anno esatto. Tornata sul Centre Court di Wimbledon per la finale, di nuovo contro la tedesca Angelique Kerber, l'indiscussa numero uno del mondo (dal febbraio 2013) ha pensato che fosse il momento di dire basta. E di fissare il proprio nome nei libri della storia del tennis.

Battendo la Kerber 7-5, 6-3 in un'ora e 21 minuti, l'americana ha conquistato il suo settimo titolo dell'All England Club e il 22esimo Slam dell'era Open (iniziata nel 1968), uguagliando così un'altra tedesca, Steffi Graf. A questo punto, scommettere contro la possibilità che la Williams sorpassi quella che oggi è la signora di André Agassi appare un azzardo. Serena ha raggiunto la Graf anche come numero di titoli a Wimbledon e vede avvicinarsi Martina Navratilova, che oggi la guardava dal Royal Box insieme a un buon numero di altre grandi del passato, e che qui di Championships ne ha vinti 9.

La finale non è stata proprio un classico, anche se è stata più combattuta di quel che dica il punteggio. Il primo set è durato 47 minuti, solo uno di meno della intera semifinale della Williams contro l'incolpevole russa Elena Vesnina. Tre break point a favore dell'americana nel primo game di servizio della Kerber, dall'ultimo dei quali la mancina tedesca si è salvata grazie a un nastro, hanno dato il tono a una partita che, seppure abbia avuto molti scambi lunghi e aspramente combattuti, non è mai apparsa veramente in discussione.

La prima occasione per strappare il servizio alla campionessa uscente la Kerber l'ha avuta solo nel settimo gioco del secondo set e la Williams le ha tolto immediatamente ogni illusione con un ace. Subito dopo è venuto il break definitivo a favore di Serena e nel giro di pochi minuti la conclusione dell'incontro. Nell'ultimo game, la Williams ha messo tre servizi ingiocabili e chiuso la partita a rete. In conferenza stampa, la Kerber si è presentata ancora con gli occhi lucidi, ma con la consapevolezza che è difficile prevalere scambiandosi randellate da fondo campo con Serena, se questa è in condizione.

La tedesca aveva battuto in semifinale la maggiore delle Williams, Venus, la quale a 36 anni, due più di Serena, è ormai assai più avanti della sorella sul viale del tramonto e comunque la doppietta Venus-Serena è un'impresa che negli anni è riuscita a pochissime. In ogni caso, il risultato ha dato la sensazione di una conclusione già scritta.

Wimbledon ora volta pagina in vista della finale maschile di domani, quando il beniamino di casa, Andy Murray, che nel 2013 ha riportato in trofeo in mani britanniche 77 anni dopo Fred Perry, affronta il canadese Milos Raonic. Murray è favorito, ma Raonic ha già mostrato di saper ribaltare il pronostico, e anche un match che si era messo male, in semifinale contro Roger Federer. Impedendo in questo modo anche la finale dei sogni fra il campione svizzero e Murray. I due si sono già incontrati tre volte quest'anno e lo scozzese ha sempre prevalso, ma nell'ultima occasione, sull'erba del Queen's Club il mese scorso, il giovane di origini montenegrine ha dato del filo da torcere a Murray. Il possente servizio di Raonic contro la grande risposta di Murray dovrebbe garantire un spettacolo all'altezza del Centre Court.

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