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Scontro treni in Puglia, capostazione Andria: «Non ho modificato…

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al via gli interrogatori

Scontro treni in Puglia, capostazione Andria: «Non ho modificato io orario sul registro»

L’unica certezza è che il treno - ET1021 - partito da Andria e diretto a Bari, non sarebbe dovuto partire lo scorso 12 luglio. La morte di 23 persone potrebbe essere dipesa da una serie di disattenzioni fatali. Perché il capostazione in servizio quel giorno, Vito Piccarreta, sapeva che da Corato ne era in arrivo un altro che lui stesso stava aspettando in stazione. Dopo l'arrivo - con un ritardo di oltre venti minuti - ad Andria del primo treno proveniente da Corato, avrebbe agito in base a una sorta di un automatismo generato dal fatto di avere due treni fermi in stazione e ha dato il via libera alla partenza dei convogli - il primo verso Corato, l'altro verso Barletta, questo alle 10 e 59. Sei minuti dopo a disastro già avvenuto, il capostazione di Andria avrebbe avvertito il collega di Corato ma era troppo tardi: i due treni si erano già scontrati.

Al via i primi interrogatori
Le indagini di Squadra mobile e Polfer, coordinati dal
procuratore Francesco Giannella, si intrecciano con quello che ha detto in sei ore di interrogatorio dinanzi ai pm di Trani lo stesso capostazione di Andria. Sono iniziati infatti oggi i primi interrogatori dei sei indagati della Procura di Trani per la tragedia ferroviaria sulla linea tra Corato e Andria (23 morti e 52 feriti). Si è partiti dai due capistazione, Vito Piccarreta ed Alessio Porcelli, in servizio rispettivamente ad Andria e Corato, già da giorni sospesi cautelativamente dal servizio. I verbali degli interrogatori sono stati secretati. Nel registro degli indagati sono iscritti anche Nicola Lorizzo, capotreno del convoglio partito da Andria, rimasto ferito nello schianto e unico sopravissuto del personale di bordo (i due macchinisti e l'altro capotreno sono invece morti).

Nonché dirigenti e amministratori della società privata Ferrotramviaria che gestisce la linea, e cioè il direttore generale Massimo Nitti, il direttore di esercizio Michele Ronchi e la presidente Gloria Pasquini. Per i sei i reati ipotizzati sono quelli di disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni personali colpose plurime. Oltre al ritardo nei lavori di adeguamento del tratto ferroviario in questione e alla mancata spesa delle risorse stanziate, sono emersi anche aspetti poco chiari nella gestione dei registri relativi al movimento dei convogli.

Anomalia su registri cartacei Andria
Gli investigatori hanno riscontrato un'alterazione «evidente», sul registro di partenza del treno dalla stazione di Andria il giorno del disastro ferroviario. E stanno cercando di capire se si sia trattato del tentativo di almeno un ferroviere di coprire l'errore compiuto che ha portato al disastro. Il treno, partito da Andria quella mattina verso Corato, non sarebbe dovuto essere sulla linea ferroviaria perchè quasi contemporaneamente ne stava partendo un altro da Corato diretto ad Andria.

Capostazione Andria: alterazione non mia
Piccarretta, secondo quanto riferito dal difensore Leonardo De Cesare, ha disconosciuto l’alterazione fatta a penna che riguarda l'orario di partenza del treno da Andria (alle 10.58) che si è scontrato poco dopo le 11 con quello proveniente da Corato. «Non ho modificato l’orario sul registro, quella grafia non è mia» avrebbe detto Piccarretta. L'annotazione a penna con correzione è ritenuta sospetta, facendo intuire che la partenza effettiva del convoglio sia avvenuta dopo le 11 e poi sia stata modificata. «C'è un insieme di concause, un
insieme di fatalità che hanno provocato il disastro» ha provato a frenare De Cesare.

Porcelli non sapeva del treno in arrivo da Andria
Si è difeso a tutto campo, invece, il capostazione di Corato, Alessio Porcelli, il capostazione in servizio a Corato nel giorno dell'incidente. Nel corso del suo interrogatorio avrebbe detto che il capostazione di Andria, Vito Piccarreta, non lo avvisò del via libera al convoglio ET1021. Porcelli, assistito dal difensore Roberto Chiusolo, ha detto che Piccarreta sapeva che da Corato erano in arrivo due treni. Ha spiegato di aver chiamato alle 10.50 Piccarreta e di averlo avvisato che era in partenza l'ET1642, il primo dei due treni provenienti da Corato. Il convoglio - secondo Porcelli - parte alle 10.51 e arriva ad Andria alle 10.59, con 23 minuti di ritardo a causa di lavori in corso sulla linea. Alle 10.59 il capostazione di Andria chiama il collega di Corato e lo avvisa che l'ET1642 è arrivato e gli chiede di far partire l'ET1016, che parte. Subito dopo, però, forse per il solo fatto di vedere due treni fermi in stazione, dà il via libera al treno direttoverso Corato. Dopo sette muniti si verifica lo scontro. Sono le 11.06.

Scontro treni, Mattarella saluta i parenti delle vittime


Ministra Lorenzin a Bari in visita a feriti
Intanto oggi a ministra della Salute Lorenzin, stamattina a Bari, ha voluto far visita a 4 dei feriti del tragico incidente ferroviario che martedi' scorso ha provocato 23 vittime sulla linea tra Andria e Corato. Ospite di un convegno nell'aula magna universitaria del Policlinico di Bari, Lorenzin ha incontrato alcuni dei ricoverati in diverse cliniche del quartiere ospedaliero, accompagnata dal presidente della Regione Michele Emiliano e dal Prefetto di Bari, Carmela Pagano, e ha chiesto notizie delle condizioni dei degenti al Direttore Generale del Policlinico Vitangelo Dattoli, ricevendo rassicurazioni sul loro stato clinico.

Apertura inchiesta in Commissione Senato
Martedì la commissione d'inchiesta sugli infortuni sul lavoro di palazzo Madama delibererà la proposta di una specifica inchiesta a seguito all'incidente ferroviario, avvenuto il 12 luglio 2016, nella tratta compresa tra Andria e Corato. Lo ha comunicato la senatrice del Pd Camilla Fabbri presidente della Commissione. «Domani - ha spiegato la parlamentare - ho convocato la Commissione e come ordine del giorno avremo la delibera della proposta di una specifica inchiesta per gli infortuni sul lavoro a seguito all'incidente ferroviario. Noi faremo la nostra parte con impegno e continuità»


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