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Padoan: pressione fiscale va ridotta, evasione Iva molto alta

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Padoan: pressione fiscale va ridotta, evasione Iva molto alta

La pressione fiscale in Italia «va ridotta», il pagamento delle imposte da parte dei contribuenti «deve essere il più semplice possibile». E il tax gap Iva (la differenza tra importo dovuto ed effettivamente versato, in pratica l’evasione, ndr) «è ancora molto alto, secondo diverse stime è intorno al 30%». Lo ha detto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan commentando le conclusioni di due rapporti sull’amministrazione fiscale italiane commissionati dal Tesoro a Ocse e Fondo monetario internazionale. Il ministro Padoan ha sottolineato che le conclusioni dei due rapporti sono molto simili. E che, oltre a indicare le criticità, i rapporti riconoscono anche i «risultati positivi conseguiti dal governo» sul percorso di riduzione delle tasse, della semplificazione e della trasparenza.

Pressione fiscale va ridotta, alto il tax gap sull’Iva
«Il punto - ha detto il ministro Padoan - non è godersi i risultati positivi, ma chiedersi quali sono i problemi che ancora ci sono». Uno dei principali elementi di criticità del fisco italiano è, senz’altro, l’alta evasione dell'Iva che raggiunge il 30%. Entrambe le organizzazioni internazionali (Fmi e Ocse) hanno puntato il dito nei loro rapporti su questo problema, sottolineando che la perdita di gettito è molto superiore alla media Ue, calcolata al 15,2%.

Fmi: debiti allarmanti, urgente intervento Iva
«L'accumulazione di debiti fiscali è allarmante, i problemi strutturali devono essere affrontati urgentemente» ha affermato il Fondo monetario internazionale nel suo rapporto sul sistema fiscale italiano. Come cause, il Fondo individua in particolare «il debole sistema di dichiarazioni Iva», (una sola l'anno, «caso unico in Europa e forse nel mondo», anziché una al mese come in molti Paesi avanzati), e la «duplicazione o la suddivisione delle revisioni e delle indagini fiscali” attribuite a diversi soggetti».

Ocse: in Italia tasse alte ma «compliance» bassa
«L’Italia è un paese con tasse alte ma con un livello di “compliance” bassa» si legge nel rapporto Ocse sul fisco italiano presentato al Tesoro. Sia Fmi e che Ocse hanno raccomandato poi all’Italia di superare la frammentazione dell'amministrazione fiscale. La frammentazione, hanno fatto notare i due rappresentanti delle due istituzioni, è «un’eredità storica», ma sicuramente bisogna «rivitalizzare il dialogo tra il ministero e le agenzie» e «restaurare l'autonomia delle agenzie». Inoltre ,occorre evitare duplicazioni, favorire il coordinamento tra gli attori in campo e migliorare la governance. La frammentazione anche nell'aspetto di audit e investigativo riduce poi l’efficacia nel recupero crediti.

“La pressione fiscale in Italia va ridotta e il pagamento delle imposte da parte dei contribuenti deve essere il più semplice possibile”

Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia 

Da migliorare il coordinamento tra agenzie italiane
Non a caso Padoan nel suo intervento ha evidenziato la necessità di migliorare il coordinamento tra i vari soggetti impegnati nell'amministrazione fiscale. «Il sistema italiano ha delle peculiarità per i soggetti coinvolti che è una ricchezza e bisogna che i soggetti si specializzino in modo da raggiungere la maggiore efficienza» ha spiegato il ministro. E ha aggiunto: «C'è un problema di coordinamento da migliorare», sottolineando come i due rapporti, indipendenti tra loro, arrivino a conclusioni simili sui miglioramenti da apportare al sistema italiano.

Pressione fiscale in Italia più elevata di Ue
Nelle considerazioni del Governatore della Bankitalia dello scorso maggio emerge che nel nostro paese la pressione fiscale resta più elevata di circa 1,6 punti rispetto alla media degli altri paesi dell'area euro, nonostante il calo di un punto registrato nell'ultimo triennio. Il differenziale considera come minori entrate gli effetti dei crediti di imposta, altrimenti sarebbe del 2,4 per cento.

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