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Ventimiglia, Gabrielli assicura: porteremo migranti altrove

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al confine con la francia

Ventimiglia, Gabrielli assicura: porteremo migranti altrove

Il capo della polizia Franco Gabrielli
Il capo della polizia Franco Gabrielli

«Dobbiamo decomprimere la situazione a Ventimiglia e c’è un solo modo per farlo: prendere queste persone e portarle da un’altra parte». Lo ha detto il capo della Polizia Franco Gabrielli, oggi a Genova, Sanremo e Imperia, commentando la situazione nella città di confine che a oggi 'ospita' oltre 550 migranti
tra il campo del Parco Roja e le Gianchette. «La situazione è grave ma non tragica - ha aggiunto -. Credo che lo sforzo durerà almeno fino alla fine dell’estate. Per quanto offriamo alternative di accoglienza loro (i migranti, ndr) vogliono passare la frontiera. Dall’altra parte la disponibilità non c'è e dobbiamo perciò gestire questa situazione di stallo. Non bisogna dimenticare quanto è stato fatto - ha aggiunto il capo della polizia - rispetto a un anno fa è stato realizzato un centro dove dare accoglienza dignitosa a queste persone».

La situazione è tornata tranquilla questa mattina a Ventimiglia, dopo i disordini di sabato e la morte per infarto del sovrintendente capo Diego Turra, in servizio nel corso di alcuni tafferugli provocati da una quarantina di attivisti, militanti del movimento “No borders”, un collettivo di antagonisti che rivendica il diritto alla mobilità per migranti e rifugiati. Ma a Ventimiglia, da alcuni giorni ormai, è stato potenziato il numero di agenti e di carabinieri, presenti con il Battaglione mobile, e del personale dell’intelligence. Ai due varchi di frontiera, Ponte san Ludovico e Ponte San Luigi su territorio italiano è presente anche l'esercito. Mentre nel centro di temporanea assistenza in zona stazione sono centinaia i migranti che aspettano, con l’intenzione di entrare in Francia dove i più non sono ammessi per mancanza di documenti in regola.

Gabrielli: manifestazioni No border non aiutano
Nei giorni scorsi circa 140 migranti avevano occupato la pinetina nei pressi della frontiera italo-francese, di lì erano fuggiti in Francia, a piedi o a nuoto. Sono stati bloccati dalle forze di polizia francesi e rispediti in Italia come paese di prima accoglienza. E tensioni si sono registrate soprattutto per la presenza dei cosiddetti “No Border”. «Mi rendo conto che i No Border non sono l'Islamic State o il Daesh, per fortuna, ma in un momento così delicato queste manifestazioni non aiutano chi, invece, è chiamato a dare adeguate risposte sul fronte della sicurezza» ha detto il capo della Polizia Franco Gabrielli all’uscita della Questura di Imperia.

«Non serio dire agente morto a causa dei No Border» A Imperia Gabrielli ha incontrato, oltre al questore Leopoldo Laricchia, anche i dirigenti dei vari commissariati al termine di una trasferta durante la quale ha reso omaggio all'assistente capo Diego Turra, 53 anni, che sabato scorso è stato stroncato da un infarto mentre si apprestava a partecipare ad un servizio di contenimento dei manifestanti No Borders nei pressi del Parco Roja. E su questa vicenda il capo della Polizia ha provato a placare gli animi. «Non abbiamo rabbia nei confronti di nessuno - ha dichiarato - certamente addebitare ai No Border la morte del nostro collega credo sia poco serio». Gabrielli ha incontrato in forma privata, nella camera mortuaria di Sanremo, i familiari di Diego Turra. Al termine, si è recato a Ventimiglia per una visita al confine e ai dirigenti del commissariato e della polizia di frontiera.

«Nessun parallelismo terroristi-migranti»
Sulle possibili infiltrazioni di terroristi tra i migranti, Gabrielli ha scandito che «ad oggi questo tanto sbandierato e tanto rappresentato parallelismo tra i flussi migratori e rischi di infiltrazioni terroristiche non c'è». E ha spiegato che «se dovessimo contare le centinaia di migliaia di persone transitate sul territorio ogni parallelo è ardito». Ma ha anche precisato che «naturalmente non bisogna cadere in un errore opposto, quello della sottovalutazione». E ha aggiunto: «Polizia e apparati dell’intelligence servono anche a questo».

Certo è che fonti inquirenti hanno sottolineato oggi che il rischio di infiltrazioni di 'radicalizzati' tra i migranti che si affollano alla frontiera tra Ventimiglia e Menton «non è da sottovalutare». Tanto che proprio nei giorni scorsi, dopo la 'fuga' dei migranti di Ventimiglia oltre frontiera, la polizia francese avrebbe fermato una persona fortemente sospetta, un cosiddetto 'radicalizzato' rintracciato nel gruppo di profughi che era riuscito a arrivare in centro a Menton. La polizia francese, anche su suggerimento delle autorità locali, ha rinforzato la presenza sul confine a Menton aumentando i controlli in entrata dall'Italia.

Toti: su 500 migranti, solo 100 hanno diritto
Sull’emergenza migranti a Ventimiglia si è fatto sentire anche il governatore della Liguria Giovanni Toti, reclamando il respingimento di chi non ha i titoli per restare in Italia. «Ieri nel centro della Croce Rossa per migranti a Ventimiglia hanno dormito 500 persone e di queste solo 100 avevano titolo per farlo essendo richiedenti asilo o in atteso del titolo di profugo. Le altre non devono restare in Italia» ha detto Toti intervistato da La7. E ha aggiunto: «Il problema si risolve solo con politiche nazionali diverse, il sistema così non funziona se chi sbarca in Italia non viene identificato. La situazione a Ventimiglia è drammatica, non vedo soluzioni se non quella di identificare tutti i migranti e impedire manifestazioni di protesta, anche legittima, che, visto anche il dramma dell'agente di polizia morto, appaiono oggi intollerabili». Di qui la richiesta ai prefetti e alle forze di polizia di «vietare ogni manifestazione in provincia di Imperia».

Alfano: Ventimiglia non sarà la nostra Calais
Il ministro dell’Interno Angelino Alfano, dal canto suo, in un’intervista a Repubblica, ha sottolineato come «sul confine di Ventimiglia ci giochiamo l'Europa». E ha rivendicato: «Stiamo gestendo la situazione con la massima efficienza possibile, in una fase di vera emergenza sul fronte immigrazione. Stiamo salvando Schengen e dunque l'Unione». Lo ha detto respingendo i rilievi mossi al governo di non fare abbastanza. «Deve essere chiaro a tutti - ha precisato Alfano - che se Ventimiglia non è diventata fin qui una Calais italiana lo si deve al fatto che abbiamo realizzato controlli ferroviari, e non solo quelli, in grado di ridurre anziché incrementare il flusso. E contemporaneamente abbiamo smistato in altri centri i migranti che lì pressavano. I dati parlano chiaro».




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