La sveglia, l'asilo, i compiti, la scuola, la cucina, i mariti, i suoceri. Provateci voi a metterci dentro pure i piattelli, il fucile e il poligono, nell'ordinaria quotidianità di due mamme italiane. Ebbene, Nadia Bacosi e Chiara Cainero, a forza di provarci, di volerlo fare, ce l'hanno fatta. E con discreti risultati, a vedere quello che è successo al poligono olimpico di Rio: Bacosi oro, Cainero argento nello skeet, una doppietta inedita per lo sport italiano, ma anche nel tiro a volo una doppietta che nella storia secolare del tiro a volo alle Olimpiadi era riuscita soltanto una volta agli Stati Uniti, ma addirittura ad Anversa1920, con Arie e Throe nella fossa).
La prima più giovane, classe 1983, umbra, grande speranza azzurra in una disciplina molto longeva e oro al primo colpo (Rio era il suo esordio ai Giochi). La seconda, friulana, più esperta, già olimpionica a Pechino 2008 e quinta a Londra 2012, una dei grandi nomi del circuito mondiale. Alla vigilia erano date tra le possibili favorite, ma vederle entrambe a medaglia va davvero oltre ogni più rosea previsione. Anche se insieme sul podio ci erano già salite di recente, ai Giochi Europei di Baku 2015. Ma allora erano state argento e bronzo. Stavolta hanno fatto un piccolo passo all'insù sul podio, ma sufficiente per entrare nella leggenda dello sport italiano.
Eppure il primo pensiero non va alle medaglie che pure ciondolo dal collo, conquistate sotto gli occhi del presidente del Cio Bach in tribuna. Il primo pensiero è per loro, i figli, che hanno seguito da casa non solo la finale, ma tutto il cammino di avvicinamento all'impresa: «Mi ha detto per telefono “mamma spaccali tutti!” prima della gara - sottolinea Diana parlando di Mattia, il suo bambino di 7 anni -. Tenere insieme tutto, famiglia, amici, scuola, allenamenti è difficile, di sicuro molto più difficile per una donna, ma poi si lavora di squadra, e quando arrivano le soddisfazioni è ancora più bello far festa insieme». Anche Chiara Cainero pensa subito al suo Edoardo, 2 anni: ancora incinta, vinse i campionati europei col pancione, per tornare in pedana ad appena quattro mesi dal parto. «È una medaglia che ho costruito e voluto con mio marito, con tutta la mia famiglia, che mi aiuta nell'organizzazione quotidiana. Rimpianti per l'oro? Nessuno, credetemi, ce lo siamo dette anche con Diana prima della finale: chiunque vinta, va bene tutto!»Anche esempio di fair-play, queste “mamme cecchine”!
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