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Campidoglio, in arrivo i tagli ai maxi-stipendi

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Campidoglio, in arrivo i tagli ai maxi-stipendi

La sindaca di Roma Virginia Raggi
La sindaca di Roma Virginia Raggi

Arriverà a giorni il passo indietro sui compensi del capo della segreteria politica della sindaca di Roma Virginia Raggi e di alcuni componenti del suo staff. Nel giorno della giunta straordinaria convocata per ratificare la nomina ad interim del nuovo direttore generale di Ama, l’ingegnere Stefano Bina, finora Dg dell’Asm di Voghera, è stato ancora il tema degli stipendi accordati ai collaboratori più stretti di Raggi a tenere banco nelle discussioni interne.

La sindaca ha interrotto la breve vacanza per presiedere la riunione. La linea ufficiale è una: minimizzare il livello dello scontro. Ma il confronto è aspro e il caso Roma preoccupa i vertici del M5S, che insieme a molti dei 29 consiglieri pentastellati, hanno espresso tutta la loro contrarietà a quello che è stato soprannominato il «blitz di Ferragosto»: la nomina di Salvatore Romeo a capo segreteria, con stipendio triplicato da 40mila a circa 110mila euro.

Nel mirino c’è anche Andrea Mazzillo, esperto di finanza degli enti locali a Tor Vergata, un passato vicino al centrosinistra e “mandatario” della campagna elettorale di Raggi, entrato nello staff della sindaca con un compenso di quasi 90mila euro. E in sottofondo resta da risolvere un’altra grana: il destino di Raffaele Marra, già collaboratore di Gianni Alemanno e Renata Polverini ma vicinissimo a Raggi, al vicesindaco Daniele Frongia e allo stesso Romeo. È ancora vice capo di gabinetto nonostante Raggi a metà luglio avesse concordato con Beppe Grillo di destinarlo ad altro incarico.

L’unica certezza, per ora, è che gli atti di nomina di Romeo e Mazzillo saranno rivisti. Sia per le somme, considerate esagerate rispetto al rigore sempre invocato dai Cinque Stelle, sia per la procedura. Con gli avvocati si sta studiando la soluzione più idonea per rendere inattaccabili le nomine in base ai paletti fissati dal Testo unico sugli enti locali. Dovrebbe restare salvo, invece, il compenso di 193mila euro della capo di gabinetto, la magistrata Carla Romana Raineri, che i big del Movimento difendono a spada tratta per «l’altissimo profilo» della scelta.

Se la partita dello staff comunicazione ancora da regolarizzare è stata rinviata alla prossima giunta, forse il 24 agosto, per nodi ancora da sciogliere su alcuni contratti, non c’è pace neppure per la nomina di ieri, quella di Bina, il manager 53enne chiamato alla guida della municipalizzata dei rifiuti. Per il capogruppo Fdi-An in Campidoglio, Fabrizio Ghera, «è illegittima ai sensi dell’art. 20 dello statuto di Ama poiché spetterebbe al Cda o all’amministratore unico. Ancora una volta - affonda - i trasparenti grillini violano le norme».

Nessuna violazione, fanno sapere dal Campidoglio: la giunta si è limitata a recepire la scelta dell’amministratore unico di Ama, Alessandro Solidoro, come da statuto. La nomina di Bina, aggiungono, «costituisce tassello fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo “rifiuti zero” dell’amministrazione Raggi». Il nuovo Dg, che resterà in sella fino all’esito della selezione pubblica che sarà indetta a stretto giro per concludersi a inizio 2017, ha chiarito l’obiettivo principe del suo lavoro: «Rilanciare un’azienda che ha grandi potenzialità. Mi aspetto la collaborazione di tutti, per il bene di Roma e del Paese».

Se il target di lungo periodo resta dunque il “rifiuti zero” annunciato dalla sindaca, nell’immediato il tandem Solidoro-Bina, con la regia politica dell’assessora all’Ambiente Paola Muraro (ieri assente in giunta), ha il compito di rispettare la deadline del 20 agosto per «Roma pulita» e di avviare a passo serrato il lavoro sul piano impianti da presentare entro dicembre. Cercando di prendere tempo con la Regione, che ha già ricordato la scadenza del 30 settembre entro la quale il comune dovrebbe indicare l’area dove realizzare la discarica di servizio per gli impianti di trattamento meccanico biologico dei rifiuti.

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