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Juve, Napoli e Inter sul podio del calciomercato

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Juve, Napoli e Inter sul podio del calciomercato

Gonzalo Higuain (LaPresse)
Gonzalo Higuain (LaPresse)

Qualche affare importante saltato al fotofinish, come quello di Witsel alla Juventus, e qualche colpo di scena come l'approdo di Mati Fernandez al Milan che ha lasciato di stucco il Cagliari, hanno caratterizzato ieri l'ultima giornata di trattative del calciomercato estivo 2016 in cui i 20 club della Serie A sono tornati a investire quasi 700 milioni alle spalle in Europa della sola e irraggiungibile Premier league che ha superato 1,3 miliardi di spese.

La Juventus è stata senza dubbio la regina del mercato. E non solo sul palcoscenico nazionale. Il club di Andrea Agnelli è stato protagonista dei due trasferimenti più onerosi della sessione. I dirigenti bianconeri hanno strappato al Napoli il capocannoniere della scorsa stagione, Gonzalo Higuain, pagando la clausola rescissoria di 90 milioni e hanno monetizzato l'esplosione di Paul Pogba, cedendolo al Manchester United per 105 milioni di euro, cifra record di tutti i tempi. Per l'assalto al trono europeo la Juventus ha inoltre ingaggiato, tra gli altri, il centrocampista bosniaco Miralem Pjanic (32 milioni per la clausola rescissoria), il difensore Benatia (3 milioni per il prestito più 17 milioni per il riscatto), l'esterno brasiliano Dani Alves, l'attaccante croato Marko Pjaca (23 milioni), completando il roster con il colombiano Cuadrado, preso in prestito dal Chelsea proprio nelle ultime ore di mercato (la Juve pagherà al club dell'oligarca russo Roman Abramovic cinque milioni a stagione fino al 2019, per un totale di 15 milioni, ma avrà la facoltà di acquisire il calciatore a titolo definitivo, o l'obbligo, al raggiungimento di determinati obiettivi sportivi, a 25 milioni, tolto quanto già versato).

Il mercato juventino si è svolto con grande attenzione ai conti. La spesa, tra le varie formule di acquisto e prestito con diritto/obbligo di riscatto, si può quantificare intorno ai 165 milioni. E di analogo ammontare sono state le entrate ottenute con le cessioni di Pogba, Zaza (5 più 20 milioni per il riscatto), Morata (20 milioni al netto dei 10 versati al Real per il primo tesseramento del centravanti spagnolo), Pereyra (15) e Isla (4). Dai 185 milioni incassati vanno infatti dedotti i circa 25 milioni di commissioni girati all'agente di Pogba Mino Raiola.

Il Napoli di Aurelio De Laurentiis, secondo nello scorso campionato, è riuscito ad ampliare l'organico mantenendo in equilibrio introiti e investimenti, con un deficit finale nella campagna acquisti di circa 15 milioni. I 90 milioni ricavati per il Pipita (più gli 8 per i partenti David Lopez e Valdifiori) sono stati impiegati integralmente per allargare la rosa con i vari Milik (l'acquisto più costoso con 32 milioni), Giaccherini, Tonelli, Rog, Diawara e Zielinski. Con il giallo finale del difensore serbo Nikola Maksimovic, prelevato dal Torino per 25 milioni (prestito di 5 più obbligo di riscatto a 20), e rimasto bloccato all'aeroporto di Francoforte, evacuato a causa di un allarme bomba, senza poter effettuare le visite mediche. Il Napoli appare senza dubbio rafforzato nonostante l'addio di Higuain. Soprattutto i nuovi centrocampisti, oltre a dare più profondità alla panchina, potranno permettere a Sarri di variare schemi e gioco.


Tra le inseguitrici della Juve a spendere di più in assoluto in quanto a rapporto tra entrare e uscite è stata l'Inter della nuova proprietà cinese di Suning che, nonostante le sanzioni imposte dalla Uefa per le violazioni al Financial Fair play, ha sborsato oltre 110 milioni. Alla corte dell'allenatore olandese Frank De Boer sono arrivati Joao Mario, pagato allo Sporting Lisbona 40 milioni, e l'attaccante brasiliano Gabigol, per il quale è stato versato al Santos un assegno di circa 30 milioni (inclusi i bonus). Acquisti che vanno ad aggiungersi a quelli di Candreva (22 milioni) e di Ansaldi (7 milioni), mentre dal mercato in uscita (Biraghi, Laxalt, Juan Jesus) sono stati ricavati una decina di milioni. L'arrivo a parametro zero di Banega e l'aver mantenuto in rosa i big dello scorso torneo (Handanovic, Icardi, Perisic e Brozovic) pone il club nerazzurro in cima alla griglia della nuova Serie A.

Il passaggio non ancora definitivo alla cordata cinese rappresentata da Haixia Capital, il fondo di stato per lo Sviluppo e da Yonghong Li, ha invece penalizzato il Milan, costretto a fare i conti con un mini-budget di una ventina di milioni, spesi per tesserare l'attaccante Lapadula, il centrocampista Sosa e il difensore Gustavo Gomez (a cui si è aggregato Mati Fernandez). Una spesa finanziata grazie al riscatto di El Shaarawy da parte della Roma (13 milioni) e alla caparra dei cinesi versata al momento della firma del preliminare pari a 15 milioni.
La Roma, penalizzata dal mancato accesso ai gironi della Champions, ha condotto un calciomercato in sostanziale equilibrio, finanziando gli acquisti, con i 55 milioni derivanti dalle vendite di Pjanic (32), Sanabria (7,5), Ljajic (8,5), Politano (3,5), cui si aggiunge il milione e mezzo ricavato dal prestito di Doumbia al Basilea. Sono arrivati giovani di prospettiva come Allison (8 milioni) e Gerson (16,6 milioni), mentre Nura e Sadiq sono stati acquisiti a titolo definitivo per 5 milioni. Il problema, però, è che molte operazioni in entrata sono state strutturate come prestiti associati a futuri diritti/obblighi di acquisto che rappresentano per il club di James Pallotta un'”ipoteca” di quasi 30 milioni (Mario Rui 3,5 per il prestito + 6 milioni per il riscatto, Bruno Peres 1+12,5, Juan Jesus 2+6 e Fazio 1,2+3,2).

Tra le altre squadre di A, va segnalata la forte plusvalenza della Fiorentina, che ha incassato 27 milioni dal Chelsea per Marcos Alonso. Fiorentina, Sassuolo e Sampdoria hanno il merito di innervato le rose con innesti giovani e di qualità, realizzando attivi di bilancio importanti intorno ai 15 milioni. Sulla stessa scia si è mosso il Torino, che ha messo a segno un colpo di prestigio ingaggiando il portiere della nazionale inglese Hart e maturando un surplus addirittura di 30 milioni (attraverso le cessioni di Maksimovic, Bruno Peres e Glik).

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