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Italicum, opposizioni chiudono la porta a modifiche

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dibattito sulla legge elettorale

Italicum, opposizioni chiudono la porta a modifiche

Dopo le aperture alle forze politiche sulle modifiche all’Italicum rilanciate in occasione della Festa dell’Unità di Catania («C’è disponibilità totale, fate le vostre proposte, noi faremo la nostra») e rilanciate oggi nella sua enews («siamo pronti al confronto libero con tutti»), il presidente del consiglio Matteo Renzi riceve ben poche aperture. A partire dalla minoranza del suo Pd, che ha sempre legato il sì al referendum costituzionale alla modifica della legge elettorale. La sinistra dem rimprovera infatti al segretario-premier di fare melina: anziché dettagliare l'apertura emersa negli ultimi giorni sull'Italicum, al segretario-premier si rimprovera di non aver fatto nessuna apertura nel merito delle possibili modifiche condivise sull’Italicum.

Di qui la decisione di lanciare un segnale, con la dichiarazione di Roberto Speranza, 'delfino' di Pierluigi Bersani: «Ad ora voto No al referendum». Mentre Gianni Cuperlo ha avvertito che la rottura è un «rischio concreto». Ma chiusure arrivano anche e soprattutto dalle opposizioni. Con Forza Italia e M5s che chiudono per ora la porta al dialogo.

Italicum, Di Maio: Renzi schizofrenico
«Prima ci aveva detto che la legge elettorale era un modello e ora vuole cambiarla. Oggi mi sarei aspettato altri titoli da giornali: Renzi schizofrenico» attacca il vicepresidente della Camera e membro del 'direttorio' M5s Luigi Di Maio parlando con i cronisti in Transatlantico.

Fi: discutere di Italicum solo dopo referendum
La linea di Forza Italia la ribadisce il governatore della Liguria Giovanni Toti: nessuna modifica dell’Italicum prima del referendum costituzionale. «Sull’Italicum credo si debba discutere dopo il referendum perché è parte di una riforma complessiva delle istituzioni, che ritengo, essendo aperta la campagna referendaria, vada affrontata assolutamente dopo il referendum» attacca Toti. E aggiunge: «L’offerta fatta dal governo di sedersi oggi al tavolo per discutere dell'Italicum sa tanto di voto di scambio o captatio benevolentiae». Mentre il capogruppo azzurro alla Camera, Renato Brunetta, rincara la dose: «Renzi è alla canna del gas anche con l'Italicum. Vuole tentare il suo ultimo trucco, quello di aprire un tavolo, di dividere il fronte referendario, fare qualche promessa, salvo poi non mantenerla».

Fratoianni (Sel): aspettiamo voto mozione
Critico anche Nicola Fratoianni, dell'esecutivo nazionale di Sinistra Italiana. «Una legge approvata a colpi di fiducia solo pochi mesi fa e presentata allora come la migliore tra le leggi possibili diventa oggi l'oggetto principale della discussione su come cambiarla - scrive Fratoianni sul suo blog -. Nei prossimi giorni sarà calendarizzata una mozione di Sinistra Italiana che impegna a cambiare l'Italicum rimuovendo tutti i profili di incostituzionalità su cui la Corte si esprimerà il prossimo 4 ottobre. Dunque, già in questa occasione vedremo chi in Parlamento si esprimerà in modo coerente con le dichiarazione di questi giorni».

Legali presentano memoria a Consulta
Intanto gli avvocati Felice Besostri, coordinatore nazionale dei legali anti-Italicum, e il suo collega Angelo Iannoccone, hanno depositato oggi in Corte
Costituzionale una memoria a sostegno dell'ordinanza del tribunale di Torino contro la nuova legge elettorale, che sarà discussa dai giudici della Consulta il 4 ottobre. Molte le istanze contenute nella memoria, dove viene sottolineato il «legame perverso» tra legge elettorale e revisione costituzionale, si stigmatizza il rafforzamento dei poteri del premier a discapito di quelli del Parlamento; si mettono in rilievo i meccanismi considerati di dubbia costituzionalità del premio di maggioranza.

I ricorsi dei tribunali di Messina e Torino
La Consulta il prossimo 4 ottobre dovrà esaminare i ricorsi presentati dai tribunali di Messina e Torino, che chiedono di valutare la costituzionalità del sistema entrato in vigore lo scorso 1° luglio. Il ricorso formulato dai magistrati di Messina (il primo in ordine temporale) sembra destinato a essere inammissibile perché presentato prima dell'entrata in vigore del'Italicum. Più di una fonte parlamentare della maggioranza scommette invece su un accoglimento parziale del ricorso di Torino. Tra i punti del sistema elettorale che potrebbero essere oggetto dei rilievi della Consulta ci sarebbero il divieto di apparentamento (cioè di alleanza) tra partiti al ballottaggio e le cosiddette candidature plurime (la possibilità di presentarsi in più collegi).

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