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Renzi: possibile cambiarlo

Italicum, Camera vota 21 settembre mozione Sinistra italiana. Renzi: possibile cambiarlo

«La legge elettorale non c'entra niente con il referendum, a me l'Italicum piace ma se vogliamo cambiarla per dare un segnale, noi ci siamo, eccoci». Così il premier Matteo Renzi, ad una manifestazione a Cuneo a sostegno del referendum, ha ribadito la disponibilità a modificare la legge elettorale. Il presidente del Consiglio, che ha auspicato una campagna referendaria «più pacata e tranquilla possibile» e ha assicurato «rispetto per chi voterà No», è tornato sul paragone Renzi-Pinochet azzardato dal vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. Lo ha fatto così: «Chi paragona l'Italia al Cile dove gli oppositori venivano buttati via, non sta offendendo me sta offendendo la Repubblica italiana che mi onoro di servire». E ha aggiunto: «Non so perché lo fa, forse per coprire magagne interne».

Italicum: voto mozione Sinistra Italiana slitta al 21
Intanto il voto dell'Aula della Camera sulla mozione di Sinistra Italiana che impegna il governo a modificare l'Italicum è slittato al 21 settembre: la conferenza dei capigruppo di Montecitorio, nelle ultime battute della riunione, ha infatti optato per fissare la data del voto sulla mozione non più il 20 settembre ma, su richiesta del Pd, il giorno successivo. E ora che Renzi ha sposato la linea della necessità di apportare delle modifiche all’Italicum a largo del Nazareno si sta preparando la 'contromisura': il Pd infatti sta pensando di presentare una propria mozione con la quale aprire alla necessità di cambiare il sistema di voto. Una riunione del gruppo è prevista per martedì sera, in quella occasione arriverà la mossa per andare oltre alla mozione targata SI. Del resto Renzi anche oggi ha ribadito di voler mettere mano all'Italicum al di là del pronunciamento della Consulta previsto per ottobre.

Minoranza Pd: mozione Italicum non basta
Ma alla minoranza dem non basta una mozione. «Serve un’iniziativa parlamentare concreta». È questa la linea emersa dalla riunione dei parlamentari di Sinistra riformista, l’area della minoranza Pd che fa capo a Roberto Speranza e Pier Luigi Bersani. Speranza ha confermato “ad oggi” il No al referendum costituzionale ma ha tenuto aperto uno spazio a ripensamenti nel caso ci siano novità concrete sulla legge elettorale. Un nuovo confronto all’interno dell'area di minoranza, ha annunciato Speranza, ci sarà prima del voto, previsto il 21 settembre, della mozione di Sinistra italiana che impegna il
Parlamento a modificare l'Italicum.

Consulta, avanza l'ipotesi rinvio
Gli occhi della politica, ormai da qualche settimana, sono puntati sulla data del 4 ottobre, giorno in cui il presidente della Corte costituzionale Paolo Grossi ha fissato l'udienza per esaminare i due ricorsi contro l'Italicum presentati dal Tribunale di Messina e di Torino. E proprio perché gli occhi della politica sono puntati tutti su di loro, tra i giudici costituzionali si sta aprendo in queste ore una seria riflessione - come riportato anche ieri dal Sole 24 Ore - sull’opportunità di rinviare l'attesa udienza a dopo la celebrazione del referendum confermativo sulla riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione (che si terrà tra fine novembre e inizio dicembre). La motivazione principale che potrebbe alla fine spingere i giudici costituzionali a scegliere il rinvio è politica: evitare cioè di far finire l'organo super partes per eccellenza nel tritacarne del dibattito politico referendario.

Renzi: condivido al 101% ciò che ha detto Mattarella
Sul referendum il premier ha detto di «condividere non al 100% ma al 101% quello che ha detto oggi il presidente Mattarella». Il capo dello Stato, a proposito di referendum, ha sottoilineato che «la sovranità è demandata agli elettori», frase che ha costituito di fatto una replica chiara alle dichiarazioni di ieri dell'ambasciatore americano in Italia, con l'endorsement per il sì al referendum costituzionale. Ma il presidente del Consiglio ha anche ribadito che «se viene bocciata la riforma costituzionale nel referendum, «non c'è un'alternativa». E ha aggiunto: « C'è chi dice “faremo una nuova riforma”, ma sono quelli che quando hanno avuto l’opportunità di governare, le riforme le hanno promesse ma non le hanno mai fatte».

«Edilizia scolastica fuori dal Patto di stabilità»
In mattinata, all'inaugurazione della nuova scuola antisismica di Bagnolo, in provincia di Cuneo aveva ribadito che «tutto ciò che serve all'edilizia scolastica deve essere fuori dal patto di stabilità. Siamo pronti a fare ogni tipo di investimento sull'edilizia scolastica, tutto ciò che serve alla stabilità dei nostri figli è più importante della stabilità tecnocratica e finanziaria».

«I sindaci dei comuni più piccoli sono in prima fila a tirare la baracca, il lavoro svolto qui è stato straordinario, per questo ho deciso di venire nei Comuni più piccoli, come Bagnolo, dove sono state fatte cose belle, importanti e all'avanguardia» ha aggiunto il premier Renzi. «Ho ringraziato il sindaco, che mi ha chiesto subito i fondi per la palestra e la piscina, che sono cose importanti - ha
aggiunto Renzi -. Gli ho detto di andare avanti, perché quello che si spende per le scuole purché sia speso bene, con qualità è speso per il futuro del nostro Paese».

“Quello che si spende per le scuole purché sia speso bene, con qualità è speso per il futuro del nostro Paese”

Il premier Matteo Renzi in Piemonte 

Poi un pensiero alle polemiche politiche. «Dopo tante chiacchiere di politica romana una bella boccata di aria fresca in una terra ricca di valori come quella di Cuneo valeva la pena» ha detto Renzi. Il premier ha concluso il suo intervento, prima di spostarsi allo stabilimento Ferrero di Alba, rivolgendosi direttamente ai bambini della scuola: «Affido a voi questa scuola. Mi garantite che la teniamo bene?», la domanda rivolta ai bambini, che hanno risposto «sì» in coro.

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