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Pil, Padoan: nel 2016 a 1%? Sono ottimista

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def in cdm il 26 settembre

Pil, Padoan: nel 2016 a 1%? Sono ottimista

Sarà il Consiglio dei Ministri di lunedì 26 settembre a indicare la data del referendum costituzionale (27 novembre o 4 dicembre) e approvare la nota di aggiornamento del Def (Documento di economia e finanza) con la revisione del quadro macroeconomico sulla base del quale nascerà la legge di bilancio. Il documento è sostanzialmente pronto: circa 80 cartelle con il nuovo quadro programmatico e tendenziale propedeutico alla legge di bilancio da varare entro il 20 ottobre.

Padoan: Pil in 2016 a 1%? Sono ottimista
Secondo le ultime revisioni dell’Istat, l’ultimo periodo di recessione è durato per l’Italia “solo” due anni e non tre come inizialmente calcolato (il 2014 si è
infatti chiuso con il segno più, passando da -0,3% a +0,1%). Vista la revisione, quest’anno si appresta quindi essere il terzo anno consecutivo di crescita.
Il +1,2% stimato ad aprile, sarà rivisto al ribasso, come annunciato dal ministro dell’Economia Padoan e confermato dal premier Renzi, ma il segno resterà certamente positivo. «Stiamo rivedendo le stime ma io sono ottimista». Così il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan rispondendo al Tg1 alla domanda se la crescita per quest'anno si avvicinerà all’1%.

Dati sul Pil saranno rivisti al ribasso
Ancora da affinare è soprattutto la stima dell’indebitamento della Pa per il 2017, dalla quale dipende l’ulteriore deficit da utilizzare per la manovra, anche alla luce della revisione al ribasso della crescita che dall’1,2% previsto dal Def della scorsa primavera è destinata a scendere verso quota 0,9 per cento. Anche il Pil 2017 dovrebbe essere rivisto al ribasso dall’1,4% a una stima compresa tra l’1% e l’1,2 per cento. Il ministro Padoan ha già detto che le stime del governo saranno migliori di quelle appena pubblicate dal Centro Studi di Confindustria che prevede una crescita del Pil allo 0,7% nel 2016 e addirittura allo 0,5% nel 2017. Ieri l’Ocse ha rivisto al ribasso le sue stime per la crescita italiana allo 0,8%, sia nel 2016 che nel 2017. Appena tre mesi fa, l’Economic Outlook annuale stimava per il nostro Paese una crescita pari all’1% quest’anno e all’1,4% l’anno prossimo.

Padoan: poche risorse a sostegno investimenti
Per la prossima manovra «le risorse sono poche perché il governo continua a consolidare la finanza pubblica, riducendo il deficit e abbassando il debito, ma quelle poche risorse saranno soprattutto concentrate per sostenere gli
investimenti pubblici e privati e quindi la crescita e le prospettive di occupazione, in legame con le riforme strutturali» che stanno iniziando a dare i loro frutti, ha dichiarato in serata il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan al Tg1.

Deficit/Pil verso 2,5%
Quanto al deficit, dovrebbe attestarsi tra il 2,4% e (più
probabile) il 2,5%, in questo caso in rialzo rispetto al 2,3% concordato con l'Europa per il 2016. Se l’asticella dovesse fermarsi al 2,5% (comunque in discesa rispetto al 2,6% del 2015, come da dato definitivo Istat) il governo potrebbe indicare per il 2017 un obiettivo del 2,4%, mostrando a Bruxelles l'impegno a ridurre comunque il deficit ma prendendosi più di mezzo punto di flessibilità in più rispetto a quanto già scritto nell'ultimo Def (quando il target era dell'1,8% rispetto a un deficit/Pil
tendenziale dell’1,4%).

Padoan: no flessibilità, usiamo al meglio poche risorse
La flessibilità su riforme e investimenti è stata già usata, ha sottolineato ancora Padoan stasera, e il governo è concentrato a «usare al meglio» le risorse disponibili, cercando nuovi margini di manovra. La partita vera con la commissione, spiegano fonti di governo, si giocherà poi tutta sul debito, e non sarà semplice, visto che non scenderà per il 2016 e probabilmente nemmeno nel 2017.

I paletti della Ue sulla flessibilità
Secondo le regole europee l’Italia non potrà godere di margini di flessibilità anche l’anno prossimo: il Fiscal compact prevede infatti che un paese possa usufruirne una sola volta. Il premier Renzi però ha detto chiaramente che intende chiedere alla Commissione più spazio di manovra ed è pronto a far leva sia sul rallentamento dell’economia globale che sulle spese straordinarie da sostenere per i costi della ricostruzione del terremoto che ha colpito il Centro Italia il 24 agosto scorso. In ogni caso l’esecutivo resta fiducioso di ottenere il via libera, anche all’esclusione dal patto di stabilità delle spese per i migranti e il post-terremoto. Matteo Renzi è intenzionato a prendersi questo spazio a prescindere, come ha ribadito anche oggi, perché «non è possibile che ci si preoccupi della stabilità delle tecnocrazie e non di quella degli edifici».

La partita con Bruxelles
In tutto gli spazi complessivi di flessibilità che l’esecutivo conterebbe di utilizzare, tra quelli già concordati in primavera e i nuovi margini su cui è in atto il confronto con la Ue, dovrebbero essere compresi tra 12 e 15 miliardi, metà dei quali verrebbe utilizzato per disinnescare delle clausole di salvaguardia fiscali da oltre 15 miliardi (le altre risorse necessarie arriverebbero da spending e recupero evasione). Ed è proprio su questo punto che si sta cercando un compromesso. Ieri il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, ha ricordato che il Governo italiano ha già ottenuto 19 miliardi di flessibilità. Allo spazio di deficit utilizzabile si sommeranno le risorse che il Governo recupererà autonomamente (8-9 miliardi), almeno metà dell quali arriverebbero dalla “spending”.

Lorenzin: fare tagli a sanità è impossibile
Ma anche il fronte dei tagli resta «caldo». «Fare tagli al fondo per la Sanità è
impossibile, nessuno può pensare a fare tagli e non ci saranno tagli» ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin intervenendo alla trasmissione Otto e Mezzo che andrà in onda questa sera su La7.

Una partita difficile quella sta giocando l’esecutivo che, nonostante lo scenario avverso, punta a una manovra espansiva improntata al taglio delle tasse e a incentivi alle imprese. Piatto forte il piano industria 4.0 presentato proprio ieri dal governo che prevede 13 miliardi di risorse per attivare gli investimenti. Produttività e competitività saranno gli altri pilastri.

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